Lindsey e Sofia adorabili rivali
●Michela vince a Feldberg, è il 6° podio di fila. «Pista perfetta per me, partenza simile a quella dei Giochi Non sono mai stata così consapevole»
La Goggia si inchina solo alla Vonn per 2 centesimi. Moioli regina dello snow
Se si potesse fermare il tempo, se si potessero cristallizzare emozioni, fiducia, stati di forma, allora Michela Moioli chiederebbe di essere portata in avanti di un paio di settimane, di essere prelevata dalla nebbia che ieri avvolgeva Felberg, nella Foresta Nera tedesca, e di essere trasportata al Phoenix Park di Bokwang, in Corea del Sud, alle 10 locali di venerdì 16 febbraio, quando in palio ci sarà un oro olimpico. Perché è vero che la bergamasca sta andando fortissimo da più di un mese, che quella di ieri ormai è la terza vittoria stagionale e il sesto podio consecutivo in Coppa del Mondo nello snowboardcross, ma mai come ieri in Germania ha dato l’impressione di poter fare ciò che vuole.
SEMPRE DAVANTI Prima in qualifica, prima ai quarti e in semifinale, prima nella big final. E stando sempre davanti, senza dover rimontare dopo una partenza faticosa come era successo due settimane fa in Turchia. Nelle finali a quattro la 22enne azzurra ha messo in riga la canadese Bergermann e le francesi Pereira e Bankes, dopo aver eliminato la Moenne Loccoz in semifinale. E se è vero che al via non c’erano la quattro volte iridata Lindsey Jacobellis e l’olimpionica ceca Eva Samkova, comunque una vittoria come quella di ieri non può che far bene. «La partenza era perfetta per le mie caratteristiche — racconta l’azzurra, all’ottavo centro in carriera in Coppa —, un “drop” molto simile a quello che troverò ai Giochi. Anche alla pista mi sono adattata bene da subito. Non mi ero mai sentita così consapevole, così tranquilla e allo stesso tempo pronta ad esprimere me stessa. Di solito non è facile vincere quando si è favoriti, e invece esco da questa gara totalmente soddisfatta. Ero la più forte, punto e basta».
IN CAMPAGNA Il momento di grazia di Michela non è una questione solo atletica. Certo, c’è il lavoro di Matteo Artina — il preparatore che condivide con la concittadina Sofia Goggia —, c’è un percorso che in quattro anni l’ha trasformata da una ragazzina piena di talento e un po’ sovrappeso a un’atleta vera, capace di reggere più run con la stessa intensità e di non patire troppo gli impatti con le avversarie. Insieme a tutto questo, però, c’è una serenità che nasce da altro. «Mi sto divertendo, mi sento libera. L’anno scorso tutto mi pesava, non avevo voglia di stare in giro così tanto, ora invece mi godo tutto, i viaggi, gli allenamenti, le gare. Tutto è bello, tutto viene naturale. Mi sento innamorata di ciò che sto facendo. Sento la vicinanza degli amici, della famiglia — papà Giancarlo, mamma Fiorella e la sorella Serena col marito Mauro —, ho riscoperto il piacere di passare il tempo con i miei. Domenica scorsa sono tornata dalla Bulgaria e lunedì ero con papà in campagna. Lui cura i frutteti e l’orto di un agriturismo, io lo accompagno, guardo cosa fa, chiacchieriamo, mi godo il sole e mi rilasso».
PASSAPORTO E UKULELE E poi c’è Rocco, il barboncino di 10 mesi che le corre attorno. E che ogni tanto fa danni. «Mercoledì mi ha mangiato il passaporto. Era da buttare. Per fortuna in questura sono stati bravissimi, in un giorno me l’hanno rifatto». Nel bagaglio per la Corea del Sud — partenza giovedì —, Michela troverà spazio anche per altro. «Mi porto l’ukulele che Matteo Artina mi ha regalato un mese fa — chiude la bergamasca —. Appena ho cinque minuti lo prendo e strimpello, mi diverto un sacco. Avevo una chitarra, questo strumento è più piccolo e con quattro corde gli accordi sono diversi, ma ho imparato subito. Ora sto provando Sweet
home Alabama. Mi serve per staccare, per pensare ad altro». E se tra due settimane diventasse Sweet home South Korea?
«Il mio cane m’aveva rotto il passaporto Per fortuna l’hanno rifatto in un giorno»
«In Corea porterò anche l’ukulele che mi ha regalato il preparatore Artina»