PEP-MOU, LA CORSA PREMIER RESTA APERTA
Il gol di Johann Berg Gudmundsson, attaccante islandese del Burnley e della sua nazionale e protagonista del prossimo Mondiale in Russia, a otto minuti dalla fine della sfida con il City ridà un po’ di speranza a Josè Mourinho e allo United nella corsa al titolo della Premier. Le prossime giornate ci diranno se si tratta soltanto di un mezzo passo falso dei Citizens o se invece il pari con Burnley è il segnale di un leggero calo di rendimento, assolutamente normale peraltro nell’arco di una stagione, poche settimane dopo la sconfitta di Anfield con il Liverpool (la prima e unica in ventisei partite di campionato). Il cammino del City è stato entusiasmante non solo per i risultati ottenuti, ma anche per la qualità di gioco mostrata, tanto da spingere qualcuno a paragonare la squadra guidata oggi dal catalano al Barcellona che Pep portò alla conquista di tre campionati di Spagna consecutivi e due Champions League dal 2008 al 2011. Forse l’unica differenza è la presenza in quel Barcellona di Leo Messi, giocatore inimitabile e in grado di risolvere anche da solo una partita complicata. Ma per il resto la sincronia di squadra e la qualità dei singoli sono al massimo livello. In questo City, deve aver pensato Pep, qualcosa da migliorare forse c’è soltanto in difesa e allora, tanto per non farsi mancare niente, ha chiesto e ottenuto a gennaio l’acquisto di Aymeric Laporte, centrale francese dall’Athletic Bilbao. Prezzo della spesa? Solo... 65 milioni di euro.
Mourinho, che adesso è a sette punti dal rivale di sempre, ha pensato che con l’assenza per infortunio di Ibra e il probabile addio dello svedese alla Premier, la priorità per lo United era rafforzare l’attacco. Ed ecco allora l’arrivo di Alexis Sanchez dall’Arsenal con il sacrificio di Mkhitaryan passato ai Gunners, operazione per altro a costo zero. Per una volta le parti si sono rovesciate, visto che il catalano si è sempre o quasi concentrato su come attaccare e il portoghese ha dedicato la sua carriera a perfezionare la fase difensiva. Premesso che gli investimenti di entrambi i club sono mostruosi rispetto al movimento di denaro del nostro calciomercato (lo United aveva chiuso la campagna acquisti estiva con un passivo di 150 milioni, il City con un segno meno di 116 milioni a cui vanno aggiunti i 65 di Laporte che portano il totale a 181) la superiorità del City finora è stata indiscutibile non solo in Premier ma anche in Champions. La stagione entra nel vivo proprio adesso e, anche se la rimonta sembra difficile, quei due punti rosicchiati ieri riaccendono le speranze del popolo di Old Trafford. Molto diranno le prossime tre giornate nelle quali l’arbitro sarà il Chelsea di Conte che sfiderà una dopo l’altra le pretendenti al titolo.