La Gazzetta dello Sport

ANCORA VONN-GOGGIA MOIOLI SEMPRE PRIMA È BERGAMO ALTISSIMA

●A Garmisch stesso risultato di sabato: prima l’americana, seconda Sofia a 11/100 «Non ho rischiato nulla: meglio essere in credito, spero di rifarmi in Sud Corea»

- Venerdì via ai Giochi

C’è un duopolio che ha in mano la discesa mondiale. Da Bad Kleinkirch­heim fino a Garmisch 5 gare su 5 sono finite nelle loro mani, 2 a Sofia Goggia, le ultime 3 a Lindsey Vonn. Sulla Kandahar in versione lunga la fuoriclass­e di Vail ha fatto la voce grossa e aumentato dai 2/100 di sabato agli 11 di ieri il vantaggio sull’azzurra. Sempre loro, nel momento più caldo della stagione, nell’ultima gara prima dei Giochi.

RECORD La Vonn ha sciato in sicurezza, ha accelerato e superato tutte nell’ultima parte, come sabato. Vola in Sud Corea sulle ali dell’81a vittoria di Coppa del Mondo (ora Stenmark è solo a 5 trionfi), con la sicurezza di aver trovato lo stato di grazia al momento giusto. «È stato un fine settimana perfetto come a Cortina — ha commentato la Vonn —. Questo è l’avviciname­nto che speravo prima dei Giochi. Mi sento davvero bene fisicament­e e mentalment­e. La verità è che quando vinci diventi goloso, vorresti vincere sempre di più. So che posso continuare a farlo, non so per quanto tempo ancora». A Sofia non è stato sufficient­e il lancio da 130,2 km/h (velocità più alta) che l’ha portata davanti al terzo intermedio. Ma chi se ne importa se la vittoria non è arrivata(«Non mi sono presa nemmeno un rischio»), se il sorriso è tornato quello dei tempi d’oro: «Questo weekend è positivo, ho costruito qualcosa di solido, ci voleva soprattutt­o dopo la caduta di Cortina di due settimane fa. Non ho mai rischiato nulla e per i centesimi che mi separano da Lindsey non importa, meglio essere a credito adesso, spero di potergliel­i limare in Sud Corea. Devo ringraziar­e gli allenatori per sabato, perché quando ci sono prova e gara lo stesso giorno, un po’ come è successo a Bad, hanno dimostrato un’efficienza fuori dal comune. Due allenatori si sono staccati e si sono messi in una postazione video in fondo al tracciato, in un ristorante che avevano ispezionat­o il giorno prima, e il fisio portava i video ogni 15 atlete per farceli vedere». Giovanni Feltrin, il tecnico responsabi­le delle velociste, spiega così l’evoluzione di Sofia: «I rischi che si è presa a Cortina le hanno insegnato molto. Più che tecnico, il passo in avanti è stato mentale. Con quella caduta ha capito di aver rischiato grosso, non solo per la stagione ma per la carriera».

CENTESIMI Sul traguardo, dopo aver visto di essere seconda, ieri Sofia ha puntato il dito sulla Vonn, ormai un classico. A freddo, più degli 11 centesimi di distacco, è importante quel piccolo centesimo che la fa rimanere davanti alla Weirather e mantenere così 23 punti di vantaggio sulla statuniten­se nella classifica di specialità. Si deciderà tutto nell’ultima discesa, alle finali di Are.

VITE PARALLELE La stagione di Vonn e Goggia ha avuto lo stesso inizio balbettant­e. Lindsey che cade nelle discese di Lake Louise e raccoglie solo un 12° posto, la sua pista di casa, Sofia che comincia con un’uscita nel gigante di Soelden in cui si fa anche male al ginocchio destro. E tutte e due si sono riprese al ritorno in Europa, in Val d’Isere, quando la Vonn ha vinto il superG davanti alla Goggia. Da lì qualcosa è scattato, la statuniten­se ha ricomincia­to ad accelerare soprattutt­o in discesa, l’azzurra si è ritrovata nella velocità: 6 podi stagionali tra discesa e superG con 2 vittorie. Il gigante resta il dispiacere di Sofia, che l’anno scorso chiudeva al 3° posto nella specialità e che ora l’ha vista uscire dal primo gruppo (c’è forse qualcosa di tecnico da aggiustare?).

AZZURRE In casa Italia si festeggia anche il 10° posto di Nicole Delago (a 1”01), al secondo miglior risultato in carriera (9a ad Altenmarkt nel gennaio 2017) proprio alla vigilia della partenza per la Sud Corea. E nelle 15 c’è Nadia Fanchini, 12a a 1”35, mentre la Schnarf (17a a 1”63) ha faticato. E mentre le classe 93 Venier e Gisin si fermano ai piedi del podio (4a e 5a), le deluse sono le amiche Veith (17a e mai in gara) e Gut (20a). Non era certo la gara da rischiare, anche se dopo la Wiles, che sabato si è rotta crociato e perone, ieri un’altra statuniten­se ha pagato caro una spigolata. La Cook, partita col pettorale 4, è finita contro le reti nella parte più veloce della pista, dopo aver superato i 120 kmh. La velocità non perdona.

L’AZZURRA

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