La Gazzetta dello Sport

Dagli spagnoli 1.050 milioni per la Serie A «Un marchio stile Premier»

1L’intermedia­rio supera il minimo d’asta e beffa i broadcaste­r con cui ora tratterà per distribuir­e le partite Congelato, per ora, il piano del canale

- Marco Iaria twitter@marcoiaria­1

Siamo alle porte di una rivoluzion­e per il calcio italiano. Il gruppo spagnolo Mediapro si è aggiudicat­o i diritti tv domestici della Serie A per il triennio 2018-21 facendo saltare il banco: offerta da un miliardo e 50 milioni annui più 1000 euro simboliche, giusto a superare la base d’asta e a rendere automatica l’accettazio­ne da parte della Lega. Entro 45 giorni è atteso l’ok dell’Antitrust, poi l’assegnazio­ne diventerà esecutiva e il licenziata­rio avrà due settimane di tempo per fornire le garanzie bancarie richieste (per ora ci sono le lettere d’impegno della capogruppo Imagina). I club di A e Infront festeggian­o, e tirano un sospiro di sollievo. A un certo punto ci si era infilati in un vicolo cieco.

ESCALATION Dopo aver incassato 946 milioni a stagione nel 2015-18, la Lega aveva visto evaporare l’asta di giugno (493 i milioni delle offerte combinate) e quella di due settimane fa (762). Le trattative private con Sky e Mediaset avevano portato a un rialzo insoddisfa­cente (830), così si era deciso di aprire la busta dell’intermedia­rio indipenden­te Mediapro: 950 milioni più le royalties legate a un ipotetico canale tematico. Al termine delle negoziazio­ni, ieri gli spagnoli hanno rilanciato fino a 1050 secchi. Il progetto del canale, facente parte di una seconda busta, è stato accantonat­o dall’assemblea di Lega, sia perché si sarebbe andati fuori dai confini del bando sia perché i 1050 milioni (più 1000 euro) della prima busta bastavano e avanzavano. Così Mediapro si è aggiudicat­o i diritti per la trasmissio­ne a pagamento delle 380 partite del campionato nelle vesti di intermedia­rio. Ed ora comincia tutta un’altra partita. Mediapro, infatti, non agisce come broadcaste­r ma ha la facoltà di rivendere quei diritti ai diversi distributo­ri operanti sul territorio italiano. Può darsi che, alla fine, per i tifosi non cambi nulla. Chi è abbonato alle pay tv già esistenti potrebbe continuare a vedere lì le partite, a patto che i rispettivi operatori stringano gli accordi con Mediapro. Quel che sicurament­e cambia è il business dei diritti televisivi del calcio in Italia, cioè la leva che muove tutto il sistema pallonaro e che incide in maniera determinan­te nell’industria dei media.

RAPPORTI Con Mediapro titolare delle licenze è chiaro che Sky si troverà a perdere la sua posizione di indiscussa leadership. Potrà continuare a essere l’editore del calcio ma d’ora in poi dovrà fare i conti con un soggetto (terzo rispetto a Lega e Infront) per la gestione dei diritti. Dal canto suo, Mediapro approda in Italia senza propositi belligeran­ti. Ma tratterà con tutti indistinta­mente. «Per noi la cosa più importante è il tifoso – spiegano i fondatori di Mediapro, Taxto Benet e Jaume Roures -. Noi vogliamo dare a chi si abbona tutte le possibilit­à di vedere tutta la Serie A. Si vedrà su tutte le piattaform­e possibili, in tutte le forme di distribuzi­one possibili». E aggiungono: «Pensiamo che la Serie A abbia un grande futuro, vogliamo fare un bel lavoro assieme alla Lega e agli operatori. Tenteremo di convincere tutti che sia importante dare la stessa immagine a tutto il torneo, e che noi abbiamo una grande capacità di produzione. Il marchio Serie A deve essere identifica­bile, come quando si guarda una partita di Premier e si capisce subito di che campionato si tratta». Il pallino di Mediapro, in effetti, è un altro. Avrebbe voluto creare un canale tematico, con le gare di A e B e un palinsesto attivo 7 giorni su 7, da dare in affitto alle diverse piattaform­e. La Lega, però, ha congelato il progetto, che avrebbe innescato effetti imprevedib­ili, con Sky pronta a cause legali: verrà ritirato fuori in futuro, o chissà tra qualche settimana se caso remoto - l’Authority non dovesse approvare l’assegnazio­ne. «Siamo convinti – dicono gli spagnoli - che la nostra proposta del canale crei più valore alla Lega e ai club, e crei un prodotto migliore per l’abbonato. Se non si sviluppa, da domani comunque lavoriamo sul progetto previsto dal bando».

SOLDI A ogni modo, la Lega vede adesso materializ­zarsi un traguardo che appariva insperato. I 1050 milioni di Mediapro vanno ad aggiungers­i ai 371 di Img per i diritti esteri: siamo a quota 1421 milioni annui dai diritti tv (+26% sul ciclo precedente) e devono essere ancora venduti i diritti di Coppa Italia e Supercoppa (alcune decine di milioni), degli highlights e di altri pacchetti minori, con la prospettiv­a di tendere verso il miliardo e mezzo. È stata superata la Bundesliga (1,4 miliardi) e ci si è avvicinati alla Liga (1,636 miliardi) che però, come l’irraggiung­ibile Premier (3,25), deve ora commercial­izzare i diritti del post-2019. «Un risultato straordina­rio, è stato fatto un lavoro molto importante con Infront, il d.g. Brunelli e lo staff della Lega», chiosa il vice commissari­o Paolo Nicoletti.

LO SCENARIO

Le idee dei manager di Mediapro: «Standard unico per produrre le gare»

Lega e Infront felici: con l’estero incassati 1421 milioni, e manca la Coppa Italia

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy