Icardi-Eder, accendete l’Inter Rafinha ideale per la convivenza
1Tre anni insieme tra Genova e Milano ma appena 27 gare su 120 insieme dall’inizio per i due attaccanti. L’arrivo dell’ex Barcellona però regala a Spalletti nuove soluzioni
Nella speranza che cambino i risultati, Luciano Spalletti sta seriamente valutando di cambiare l’Inter. Tra le novità in vista del Bologna ci potrebbe essere il varo della coppia Icardi-Eder. Un inedito stagionale, visto che l’unica presenza da titolare dell’oriundo è coincisa con l’infortunio del capitano, sabato scorso contro il Crotone. E che puntualmente è arrivato anche il gol. Il problema all’adduttore della coscia destra, accusato in allenamento la settimana scorsa, non impedirà a Maurito di esserci contro il Bologna. Ieri l’argentino era alla Pinetina malgrado il giorno di riposo concesso alla squadra. Il suo ritorno contro la squadra che all’andata interruppe la striscia iniziale di 4 vittorie consecutive non sembra in discussione. Ma questo non dovrebbe rimandare in panchina Eder, vicino alla cessione in gennaio proprio perché stufo di giocare soltanto gli spiccioli di gara. I due hanno giocato nella stessa squadra per tre anni. Una stagione alla Samp, nel 2012-13, prima che Icardi sbarcasse a Milano. Poi in nerazzurro da quando, nel gennaio 2016, l’azzurro ha fatto lo stesso percorso. A Genova avevano giocato insieme dall’inizio 13 gare su 38 di campionato (di fatto una ogni tre), mentre all’Inter siamo ad appena 14 su 82.
NUOVI EQUILIBRI Cifre che indicano la necessità di rispettare alcuni equilibri, più che una convivenza tattica non semplicissima. Eder infatti è generoso e duttile, può muoversi in funzione delle caratteristiche di Icardi, più monotematico nel modo di giocare malgrado recentemente abbia cercato di partecipare maggiormente alla manovra. Anche quando l’Inter vinceva però la solitudine in area del capitano era evidente. Con Candreva e Perisic che tendono ad accentrarsi raramente e una batteria di centrocampisti poco portati agli inserimenti in area, quasi sempre Icardi rimane a fare a sportellate con i due centrali avversari. Un compagno che gli porti via l’uomo e che sappia vedere la porta dunque è prezioso. Anche se per potersi permettere il doppio attaccante Spalletti rischia di dover rinunciare ad entrambi gli esterni offensivi. Che ultimamente saranno anche un po’ appassiti, ma in questi mesi hanno pur sempre garantito un grande aiuto in fase di non possesso.
EFFETTO RAFINHA La virata sul 4-3-1-2 del resto ora è possibile anche perché nel frattempo è arrivato Rafinha. Il brasiliano ha la cifra tecnica per accendere l’Inter muovendosi tra le linee in un ruolo che in cinque mesi non ha trovato un vero padrone. Certo, l’ex Barça ha giocato l’ultima partita vera in aprile e potrebbe non avere ancora i 90’ nelle gambe. Ma per riaccendere il Meazza serve anche qualche azzardo. Quello di Spalletti, che potrebbe chiedergli di dare tutto finché avrà benzina. E quello del ragazzo, che col mancino può uscire da uno spartito nerazzurro che gli avversari hanno ormai capito. E al quale soprattutto hanno preso le misure. Senza dimenticare che Rafinha parla la stessa lingua di Eder e si intende a meraviglia con Icardi, di cui è stato compagno di squadra (e anche di classe) ai tempi delle giovanili blaugrana.