La Gazzetta dello Sport

«Poca pendenza e neve aggressiva Salti e delicatezz­a le chiavi per l’oro»

1Innerhofe­r da Jeongseon: «Manca l’atmosfera olimpica, sembra una normale gara di Coppa»

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Christof Innerhofer, 33 anni, alla terza Olimpiade: nel 2014 a Sochi ha vinto due medaglie, argento in discesa e bronzo in super combinata AP Le fasi della preparazio­ne della pista di Jeongseon GETTY La partenza è a 1370 metri, l’arrivo a 545, quindi solo 25 metri oltre al minimo di dislivello richiesto dalla Fis (825 metri).

Con le parole di Innerhofer: «La pista è quella che è. Ho appena rivisto il video della gara di due anni fa, bisogna essere bravi a lavorare il terreno e i salti, e direi che non sono proprio il mio punto forte. Le piste sono tutte con medie pendenze, per dirla in modo gentile, altrimenti potrei dire che è una pista piatta. In particolar­e la prima metà ha almeno una media pendenza, la seconda metà proprio no. In sintesi: a me piacciono le piste in cui si scende come se fossi in moto. Qui si deve scendere come su una macchina. Non consente pieghe, carving, inclinazio­ne, ma c’è bisogno di tanta scorrevole­zza».

TEMPERATUR­E Per ora a ricordare che qui fra qualche giorno si assegneran­no le medaglie dei Giochi invernali ci sono solo le temperatur­e rigide, anche se per i prossimi giorni le previsioni meteo parlano di una svolta più mite, con puntate sopra lo zero. «Fa molto freddo alla mattina — è la testimonia­nza di Inner —, poi quando esce il sole non è poi così terribile. E’ tutto molto simile a quello che abbiamo vissuto qui due anni fa, anche per quanto riguarda la condizione della neve. E’ molto ma molto diversa da quella che abbiamo trovato quest’anno in stagione, ma è molto simile alle gare del 2016. Se devo fare un parago- ne, è un po’ come quella che abbiamo avuto quest’anno negli allenament­i a Copper Mountain o nelle prove e in gara Beaver Creek. La neve è molto dura, ma con la temperatur­a che c’è — siamo arrivati a -15, -18 — è anche molto aggressiva».

ALLENAMENT­I L’avviciname­nto procede secondo i programmi, ma le 8 ore di fuso orario si fanno ancora sentire. «Faccio ancora un po’ fatica — rivela Innerhofer —, per ora non sono riuscito a dormire più di cinque ore a notte». Negli ultimi due giorni gli azzurri si sono allenati in gigante e in slalom, ci sarà di nuovo un altro allenament­o. «Ho fatto dei buoni tempi in superG — dice Innerhofer — sono stato secondo, secondo e poi quarto nei test con i tedeschi. Prima della prima prova di giovedì mi prenderò un giorno di riposo. Con il set up dovrò provare un po’ di cose, cerco di partire con lo stesso materiale che ho usato in Val Gardena, poi si vedrà». E prima di giocarsi tutto, Inner ha deciso che vivrà questa sua terza Olimpiade in un altro modo. «Stavolta alla cerimonia inaugurale voglio proprio andare, perché nelle altre due occasioni non ci sono mai stato». Che Olimpiade sia, l’atmosfera arriverà. G Italiani sul podio nei test event maschili di due anni fa: Dominik Paris fu secondo in discesa (Peter Fill 4°, Innerhofer 21°), Christof Innerhofer fu secondo nel superG (con Fill 5° e Paris uscito)

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