«Tante, troppe partite Così si rovinano gli atleti»
1Lega, allenatori e preparatori sono d’accordo sulla revisione dei calendari e la riduzione degli impegni. Ma la soluzione è difficile
77 UNA SITUAZIONE CHE E’ IMPOSSIBILE DA GESTIRE PER TUTTI
NIKOLA GRBIC ALLENATORE VERONA
NON VINCERÀ IL PIÙ BRAVO, MA LA SPUNTERÀ IL MENO BOLLITO
MASSIMO MERAZZI PREPARATORE CIVITANOVA ALLA FIVB PROPONIAMO UN PATTO. VEDIAMO LA RISPOSTA
MASSIMO RIGHI
Si gioca tanto si gioca troppo. Soprattutto si gioca di continuo. O meglio. «Ci sono un numero ristretto di atleti che giocano anche 80 partite l’anno e la maggior parte che, invece, va in campo troppo poco. Alcuni che sono in campo tutto l’anno e altri che hanno sei mesi di vacanza». Massimo Righi, a.d. della Lega maschile traccia un quadro abbastanza chiaro. «Meno male che ci hanno riconosciuto il ruolo di Lega guida a livello internazionale, e adesso con la associazione delle varie Leghe (VLA, ndr) speriamo che di trovare altre strade per farci conoscere. Noi abbiamo presentato alla federazione internazionale e anche alla Cev (la confederazione europea, ndr) un programma abbastanza semplice e chiaro. Un mese di vacanza agli atleti diviso in periodi di 15 giorni prima dell’inizio del campionato e spazio alle leghe dal 15 ottobre al 15 maggio. Poi - se occasionalmente - ci dovesse essere una qualificazione olimpica in dicembre o gennaio troveremmo una soluzione. Il problema è il continuo inserimento di nuovi tornei in qualunque stagione dell’anno, magari da parte di confederazioni che non hanno campionati e che propongono di giocare i tornei di qualificazione in novembre o dicembre. Adesso anche la federazione mondiale qualche dubbio lo deve avere avuto perché sta rivedendo tutto il modo di qualificazioni per Tokyo 2020. Attendiamo novità: certo che se poi aggiungono tornei sempre nuovi che non hanno in palio neppure le qualificazioni, tipo la coppa del Mondo, diventa molto complicato». E l’anno prossimo quando la Superlega avrà 15 squadre? «Abbiamo già pensato a diverse formule e diverse idee. La fantasia non ci manca. Il problema è cosa ci viene proposto».
GESTIONE Ne sa qualcosa anche Nikola Grbic, tecnico di Verona e della Serbia. Da ex giocatore e allenatore ha vissuto e vive tutti gli aspetti di questa problematica: «La situazione sta diventando impossibile da gestire soprattutto per le squadre da metà classifica in su. Ci rimettono i giocatori e per noi che li alleniamo diventa un salto a ostacoli fra riposi, allenamenti, partite e aspetti motivazionali perché non è che tutte le partite hanno la stessa carica, è inutile nasconderlo». E il tecnico serbo sottolinea l’incongruenza di un calendario che continua a crescere come appuntamenti: G Le gare di Giannelli nel 2017 (una ogni 4.7 giorni): 33 di Superlega; 4 di coppa Italia; 2 di Supercoppa; 10 coppa Cev; 3 di Champions; 25 di Nazionale (a.a.) «È entrato il Mondiale per Club, le nazionali hanno sempre più impegni, persino la Supercoppa è diventata a quattro... Così non si può davvero andare avanti. Finiremo per perdere i giocatori migliori per problemi fisici e a quel punto ne risentirà anche lo spettacolo».
PREPARAZIONE ATLETICA Intanto gli atleti devono fronteggiare il problema, e con loro i preparatori atletici. Quello di Civitanova, Massimo Merazzi, per esempio ha il suo bel da fare fra infortuni e atleti tenuti insieme con i cerotti. E chiarisce alcuni punti: «La programmazione in un campionato che prevede sei mesi almeno di partite ogni tre giorni? Navighi a vista fra una partita e l’altra, tenendo anche conto di quanti set hanno giocato e bilanciando con lo staff tecnico cosa fare in allenamento e cosa in preparazione. Per i titolari l’allenamento diventa la partita. La priorità diventa mantenere i livelli di forza per prevenire gli infortuni muscolari e le patologie da sovraccarico a ginocchia, schiena e spalle. Le due sedute in palestra settimanali si cerca di tenerle sempre. E poi dopo dovrebbero avere tempo di recuperare almeno un mese, invece chi va in Nazionale ricomincia dopo qualche giorno». E Merazzi lancia la sua provocazione: «In queste condizioni il decremento prestativo è inevitabile. A vincere lo scudetto non ci arriva la squadra più in forma, ma quella meno bollita». A.D. LEGA VOLLEY