La Gazzetta dello Sport

Tebas «Sono affascinat­o dal progetto della Lega» E otto club accelerano

●Parla il n.1 della Liga, candidato a.d. della Serie A E sugli aspetti controvers­i, fa due precisazio­ni...

- Filippo Maria Ricci @filippomri­cci

Il capo della Liga: «Ho ricevuto un’offerta interessan­te come a.d. della Serie A». Ma in Spagna non si arrendono. Convocata l’assemblea per il 14 senza aspettare Malagò

Edalla Spagna dopo Mediapro, che si è assicurata i diritti tv domestici della Serie A 2018-21, potrebbe sbarcare in Italia anche Javier Tebas. Al presidente della Liga l’idea di venire a riformare e risanare il calcio italiano piace parecchio. «Ho ricevuto un’offerta e trovo il progetto molto interessan­te – ci ha detto ieri al telefono dal suo ufficio madrileno –. Ora si tratta solo di parlare con la mia famiglia: nei prossimi giorni prenderemo una decisione tutti insieme».

DUE INESATTEZZ­E Javier Tebas ci aveva chiamato per lamentarsi. Nell’articolo uscito sulla Gazzetta martedì sulla strana coppia che compone con Jaume Roures (ci si riferiva alle opposte fazioni politiche di provenienz­a), secondo il presidente della Liga ci sono due inesattezz­e. La prima riguarda suo figlio, Javier come lui, al quale avevamo dedicato una parentesi: «Non è vero che vende pubblicità per television­i gestite da Mediapro. Mio figlio lavora per la compagnia che produce un programma televisivo emesso su un canale Mediapro, ma Mediapro non ha nulla a che vedere con questa società e in ogni caso non vendono pubblicità, gestiscono i profili social dei protagonis­ti della trasmissio­ne. Così come quelli di tante altre società e “influencer­s”».

NESSUN PRESTITO La seconda è argomento più complesso. Tebas e Roures hanno aperto e chiuso una società che si chiamava Audiovisua­l New Aged, creata per gestire gli interessi del cosiddetto G-35, il conglomera­to di piccole squadre del calcio spagnolo. Il Fisco ha aperto un’indagine per presunte irregolari­tà, cosa confermata al tempo dallo stesso Tebas: «Esiste una discrepanz­a col Fisco – scrisse in un comunicato – rispetto alla forma d’interpreta­re il pagamento dei debiti dei club che hanno aderito al concorso di creditori», l’espediente creato per permettere alle tante società sull’orlo del fallimento di gestire i propri debiti. Secondo quanto riportato da un gran numero di media spagnoli (quotidiani, radio, digitali) per far fronte a un anticipo richiesto dal fisco in vista in una possibile multa da 4,4 milioni Tebas avrebbe chiesto un prestito alla Liga, e i club glielo avrebbero accordato: «Falso, completame­nte falso – ci ha detto il presidente –. Non ho mai chiesto un prestito. L’unica cosa che ho fatto è stata proporre un cambio nel regolament­o generale della Liga per permettere al presidente come ad altri di chiedere un prestito. La cosa è stata accettata, ma il prestito non l’ho chiesto».

AFFITTO PRECEDENTE E già che siamo in tema, nell’articolo c’era un’imprecisio­ne che riguarda il nostro gruppo editoriale e il suo presidente, Urbano Cairo. Non è stato lui ad affittare una delle due frequenze televisive spagnole di proprietà di Unidad Editorial, comprata anni fa da Rcs, a Mediapro: l’accordo di affitto (ancora in vigore) era stato firmato qualche mese prima dell’arrivo di Cairo alla guida di Rcs.

HO RICEVUTO UN’OFFERTA DALLA SERIE A E LA TROVO INTERESSAN­TE

SO CHE C’È TANTO DA FARE PERCHÉ HO GIÀ INCONTRATO QUALCHE CLUB

JAVIER TEBAS

PRESIDENTE LIGA

Dopo Mediapro, >che si è assicurata i diritti tv della A, potrebbe sbarcare in Italia anche lui

>Traspare la voglia di lanciarsi in una nuova sfida «Deciderò con la mia famiglia»

SFIDA AFFASCINAN­TE Chiuso con i chiariment­i, resta la notizia: Tebas sembra che abbia davvero voglia di venire in Italia, nonostante il pressing dei club della Liga spagnola per trattenerl­o (il suo mandato scade nel 2021). «Amo le sfide, il lavoro non mi spaventa, piuttosto mi stimola. Ecco perché la proposta italiana mi affascina tanto. So che c’è tanto da fare perché ho già incontrato qualche club e ho studiato la situazione. Il problema però è un altro, vediamo cosa pensano di questa idea in famiglia».

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