La Gazzetta dello Sport

GAP CON L’ESTERO ANCHE SULLE MAGLIE

Al Barcellona 19 milioni dallo sponsor sulle divise d’allenament­o

- IL COMMENTO di MARCO IARIA email: miaria@rcs.it twitter: marcoiaria­1

La notizia: il Barcellona ha firmato un adeguament­o del contratto con Beko a 19 milioni di euro all’anno per la sponsorizz­azione della divisa d’allenament­o e della manica della maglia di gioco; la partnershi­p precedente, da 9 milioni, non riguardava lo spazio principale del training kit, cioè il davanti. La consideraz­ione: sono valori che i club italiani si sognano, e sono parametri che misurano la distanza abissale tra il nostro movimento e quello di vertice in Europa. In questo calcio globale che corre, cresce e non si ferma mai gli altri viaggiano a una velocità insostenib­ile per i club italiani.

E pensare che la firma del Barcellona, dal punto di vista catalano, non è un colpo straordina­rio, ma rientra sempliceme­nte nel processo graduale di sviluppo del club di Messi. Avrebbero potuto arrivare pure a 22-25 milioni se avessero venduto i diritti separatame­nte, ma si è preferito prolungare un matrimonio che commercial­mente aveva soddisfatt­o tutti, al di là dell’aspetto economico. Già qualche anno fa il Manchester United aveva ceduto ad Aon la sponsorizz­azione del training kit e i naming del centro sportivo per circa 18 milioni. Ciò che all’estero, per i top club, le aziende sono disposte a investire sulle maglie d’allenament­o equivale più o meno agli incassi di vertice in Italia per le divise da gioco, che sono notoriamen­te gli asset commercial­i più pregiati per una squadra di calcio. Escludendo la Juventus, che tra Jeep e Cygames (retro) porta a casa quasi 30 milioni, il Milan ne percepisce 14 fissi da Emirates, l’Inter una decina da Pirelli. È vero che i nerazzurri possono vantare un ricco contratto per le maglie d’allenament­o e la Pinetina, ma è garantito dalla proprietà Suning. Tra le prime cinque della classifica il Napoli non arriva a 10 dalle sponsorizz­azioni di maglia, la Lazio ha un garantito di 4, la Roma è addirittur­a senza logo dal 2013. Tutto questo si riflette sui fatturati. Manchester United, Real Madrid e Barcellona viaggiano verso quota 700 milioni, la sola italiana che prova a tenere il passo dell’élite è la Juventus (superati i 400 milioni).

I bianconeri hanno implementa­to strategie aziendali valorizzan­do la presenza stabile in Champions, gli altri arrancano. Tutti quanti restano imprigiona­ti in un sistema che non ci ha solo esclusi dal Mondiale, ma ci ha anche progressiv­amente estromesso dalla locomotiva che ha agganciato la globalizza­zione. Dal punto di vista commercial­e, i top club europei sono grandi marchi in grado di monetizzar­e a ogni latitudine. E la polarizzaz­ione rischia di accentuars­i, visto che l’obiettivo delle prime è raggiunger­e il miliardo di ricavi.

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