Insam&Cecon Sul trampolino affari di famiglia
Il trampolino di famiglia. Qualificarsi (oggi) è come vincere una medaglia per i saltatori azzurri, spinti da legami affettivi. Non c’è solo la favola delle sorelle Manuela e Lara Malsiner, ma anche quella di Alex Insam e Federico Cecon, i due debuttanti (Sebastian Colloredo e Davide Bresadola ci sono da Torino 2006), che hanno nella sorella Evelyn e nel papà Roberto (ora allenatore) fonti di ispirazione. È stata infatti la gardenese, a Sochi 2014, a centrare il miglior risultato tricolore ai Giochi: un 5° posto non accompagnato poi da un
quadriennio felice, mentre il fratello diventava argento mondiale juniores e primatista italiano a 232.5 metri. E papà Cecon (2 bronzi mondiali, 6 vittorie e 17 podi in Coppa del Mondo) in 4 Olimpiadi al massimo ottenne un 16° posto a Lillehammer e si è ritirato col rimpianto di non aver ottenuto il miglior risultato azzurro (13° posto), che appartiene a Vitale Lenzi (St.Moritz ‘28, ma era concorso Fis) e Giacomo Aimoni (a Innsbruck ‘64 dal K-90). Insomma la medaglia mai presa da un italiano è un misto tra gap e tabù. E forse per questo, per tentare un ulteriore salto in alto, Evelyn Insam a un certo punto s’è staccata dal gruppo azzurro per formare un team transnazionale composto dalla francese Mattel e dalla finlandese Kikkaenen e guidato dal tecnico Eybert-Guillon. L’azzurra ha dovuto sfilarsi la divisa e gestirsi economicamente. Operazione non facile: solo con qualche sponsor e premio riesce ad andare avanti. «Scelta difficile, o nero o bianco, a un certo punto non potevo saltare, mi sono trovata al bivio: o seguo il mio sogno o lo stipendio». Ora che ricorda le giornate di Sochi, non sa ancora se potrà vedere le gare del fratello avendo l’allenamento in contemporanea: «Quante volte Alex mi ha chiesto “che cosa si prova a gareggiare all’Olimpia-