La Gazzetta dello Sport

Happy Elia Candeline e hurrà Viviani: «Ho gambe per battere tutti» Tour

- Ciro Scognamigl­io

●Dubai Il veronese compie 29 anni (stesso giorno di Vasco Rossi e Aldo Moser) e si riscatta: «Devo convincerm­i che ormai dipende tutto solo da me». Il ricordo di Ballerini

«Sono arrivato nella squadra migliore per un velocista, e proprio negli anni migliori della carriera. Non ho scuse, non ho alibi. Ora tocca a me». Elia Viviani ha festeggiat­o vincendo («Non mi era mai capitato») il 29° compleanno. Il veronese della Quick-Step Floors è nato nello stesso giorno di Vasco Rossi, 66 anni (però lui è un fan di Luciano Ligabue), ma anche di Aldo Moser (84, fratello di Francesco), e Nino Marconi, 80, nume tutelare del ciclismo trentino. Ieri a Ras al Khaimah, sul traguardo della seconda tappa del DubaiTour, Viviani ha messo in fila l’olandese Dylan Groenewege­n, ancora leader dopo il successo di martedì, l’altro veronese Riccardo Minali, Mark Cavendish e John Degenkolb. Sullo sfondo, il mare ma anche la catena Hajar Mountains, formatasi più di 70 milioni di anni fa: Jebel Jais, 1.934 metri, è il tetto degli Emirati. Per l’olimpionic­o dell’Omnium di Rio de Janeiro, fanno 51 successi in carriera e già 2 nel 2018 dopo quello al Down Under. Al regalo ‘materiale’ per il compleanno penserà soltanto al ritorno: «Qualcosa di tecnologic­o, oppure un paio di scarpe».

Viviani, è il suo miglior inizio di sempre?

«Penso di sì. Ho un paio di chili in più rispetto al peso ideale ma avevo già visto in Australia che su strappi e brevi salite ho quel ritmo che di solito prendevo più avanti, magari a fine aprile al Romandia».

Stavolta era rimasto attardato per una foratura, a 22 km dalla fine: il cambio della ruota ha richiesto quasi un minuto.

«Era la prima volta che mi è capitato, usando la bici con i freni a disco. Qualche ritardo bisogna metterlo in conto, così come credo che bisognerà pensare a uniformare la dimensione dei dischi. Ma io che ero un po’ scettico, in generale, su questa innovazion­e devo dire che quanto a scorrevole­zza e frenata mi sto trovando molto bene. Anche con il maltempo, sono sicuro che ci saranno vantaggi».

Dal compleanno le è arrivata una motivazion­e extra?

«Sì, ma soprattutt­o dal fatto di avere perso il giorno prima per un mio errore dopo un perfetto lavoro di squadra. Quando perdo e sbaglio, mi arrabbio. Sono fatto così. E mi carico per migliorare».

Quale aspetto la rende più felice?

«Il fatto di avere vinto con una bella volata di testa, quelle che ora devo fare perché la squadra mi riesce a portare 9 volte su 10 nella posizione ideale. Mentalment­e, devo buttare giù l’ultima barriera, quella della paura di essere troppo ‘lungo’. Devo rendere al meglio negli ultimi 200 metri, partire al momento giusto e convincerm­i che ho nelle gambe la possibilit­à di tenermi dietro tutti gli altri».

Lei ha ambizioni per la MilanoSanr­emo, però in squadra ci sono già Gaviria e Gilbert…

«C’è anche Alaphilipp­e per la verità, che l’anno scorso è arrivato terzo. E con solo sette uomini, fare la squadra sarà difficile. L’importante sarà aiutarsi a vicenda e sono convinto che lo faremo. La Sanremo sembra conceda una possibilit­à a tutti. In realtà non è così. E ci sono tanti traguardi, non solo quello di via Roma: uno sul Turchino, uno sui Capi, uno sulla Cipressa, uno sul Poggio… e poi comincia ancora un’altra corsa. Fantastico». «Il primo del 2018 era stato per la squadra, questo è per la mia compagna Elena (Cecchini, ‘collega’ e pluricampi­onessa italiana, ndr). Mi è venuta a trovare a Dubai la settimana scorsa prima della gara. Il lavoro ci fa stare spesso lontani, ma riusciamo a far sì che la mancanza non si avverta troppo, nonostante costi sacrifici. Elena mi fa stare bene quando ne ho bisogno. Ma avrei anche un altro pensiero».

Prego. Per chi è questo successo?

«Oggi (ieri, ndr) è il giorno in cui, 8 anni fa, è morto Franco Ballerini. È stato il mio peggior compleanno della mia vita. Ero a Cuba con la Nazionale, quella volta guidata da Andrea Collinelli. Fu lui che ci disse al risveglio: “Ragazzi, ho appena ricevuto una chiamata dal presidente Di Rocco, è mancato il c.t. Ballerini”. Gelo. Non ho fatto in tempo a conoscere bene Franco, purtroppo. Giusto qualche battuta. Ma so quanto manca al nostro ciclismo».

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In alto: Elia Viviani, 29 anni, veronese di Vallese di Oppeano, centra il successo n. 51 in carriera: da sinistra Groenewege­n, Minali, Kristoff, Drucker e Cort Nielsen. Sopra, l’olimpionic­o festeggia davanti al...
L’OLIMPIONIC­O CENTRA LA VITTORIA 51 In alto: Elia Viviani, 29 anni, veronese di Vallese di Oppeano, centra il successo n. 51 in carriera: da sinistra Groenewege­n, Minali, Kristoff, Drucker e Cort Nielsen. Sopra, l’olimpionic­o festeggia davanti al...
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Il primo tatuaggio di Viviani è un disegno maori. Il Tiki è una divinità che soffia la vita nel mare; poi lo squalo (forza); la manta (libertà e protezione); il delfino (amicizia e gioia); la tartaruga (famiglia e vita)
TATUAGGIO MAORI Il primo tatuaggio di Viviani è un disegno maori. Il Tiki è una divinità che soffia la vita nel mare; poi lo squalo (forza); la manta (libertà e protezione); il delfino (amicizia e gioia); la tartaruga (famiglia e vita)

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