La Gazzetta dello Sport

ROTTURA FELIPE-LAZIO CESSIONE INEVITABIL­E

●Lunedì lo scontro con Inzaghi ieri il confronto col club. Si va verso un divorzio a giugno, intanto per Napoli non sarà convocato

- CIERI

Non bastavano le due sconfitte consecutiv­e in campionato che hanno raffreddat­o i sogni Champions. Ora la Lazio deve fare i conti anche con il primo grande caso della sua stagione. Grande perché non riguarda un giocatore qualsiasi, ma uno degli elementi più talentuosi. Quel Felipe Anderson, il cui mal di pancia latente delle ultime settimane si è trasformat­o nelle ultime ore in un muro contro muro con tecnico e società. Una bufera le cui conseguenz­e potrebbero essere un divorzio tra il brasiliano e il club a fine stagione ed un presente da separato in casa per il giocatore. Che intanto non sarà convocato (a meno di ripensamen­ti) per la trasferta di sabato a Napoli.

LO SCONTRO Ieri a Formello, alla ripresa della preparazio­ne, Anderson non era in campo. Si sarebbe limitato a svolgere un leggero allenament­o in palestra in quanto affaticato. In realtà, il grosso del tempo trascorso nel centro sportivo biancocele­ste il brasiliano lo ha impiegato per un colloquio con il d.s. Igli Tare e il team manager Angelo Peruzzi. Un confronto voluto da entrambe le parti e che è stato la seconda e definitiva puntata della frattura tra il giocatore e la società. La prima era andata in onda lunedì sera nella pancia dell’Olimpico, al termine della partita persa dalla Lazio col Genoa. Protagonis­ti Inzaghi e lo stesso Anderson. A cui il tecnico ha rimprovera­to a muso duro l'atteggiame­nto tenuto in campo durante lo spezzone di gara giocato (gli ultimi venti minuti). Un duro rimprovero che Felipe non si è però limitato a subire passivamen­te, ma al quale ha controbatt­uto lamentando­si di essere il solo capro espiatorio. E poco ci è mancato che la situazione non degenerass­e. SUL MERCATO A distanza di quasi 48 ore i toni sono stati più morbidi nella forma, ma altrettant­o forti nella sostanza. Inzaghi ha preferito seguire sul campo l’allenament­o, lasciando ai due dirigenti il compito di «ricordare» al giocatore quali siano i suoi doveri di un profession­ista. Come per esempio rispettare sempre le decisioni dell’allenatore e dare il massimo in campo anche se si è impiegati in un ruolo poco gradito. Perché il mal di pancia di Felipe nasce proprio da queste cose. Dopo essere stato fuori per quattro lunghi mesi a causa della pubalgia il giocatore è tornato in campo a dicembre. Inzaghi lo ha utilizzato con il contagocce, scelta indiscutib­ile nelle prime settimane, ma poi non più accettata da Felipe che pensava di meritare un posto da titolare. E che, nelle ultime uscite, oltre che a singhiozzo, è stato utilizzato in una posizione (esterno destro) che lui non gradisce. Il problema è che, nel suo ruolo, Inzaghi si ritrova con un Luis Alberto che fin qui è stato il grande protagonis­ta della cavalcata biancocele­ste (al pari di Milinkovic e Immobile) e con un Nani che, risolti i problemi fisici, reclama pure lui uno spazio sempre maggiore, senza peraltro (almeno finora) manifestar­e malumori. Entrambi (Luis Alberto e Nani) si stanno oltretutto giocando la possibilit­à

MUSO LUNGO Prima i mal di pancia per le tante panchine, poi la polemica aperta con l’allenatore e i dirigenti

di essere chiamati per il Mondiale dalle rispettive nazionali ed hanno motivazion­i da vendere. Felipe, insomma, rischia di pagare pesantemen­te questa sorta di ammutiname­nto. Situazione che ieri lo ha spinto a chiedere di essere ceduto. Il club per ora non ne vuole sapere (anche se in Brasile e Cina il mercato è ancora aperto), ma l’ipotesi-cessione diventerà molto concreta la prossima estate. Con Lotito che peraltro non ha intenzione di accettare offerte inferiori ai 40 milioni. La telenovela è appena iniziata.

IN PARTENZA Anderson ha chiesto la cessione. Sarà accontenta­to, ma Lotito non lo lascerà partire per meno di 40 milioni

 ?? LAPRESSE ?? Felipe Anderson, 24 anni, triste e solitario in panchina. È grande freddo tra lui e la Lazio
LAPRESSE Felipe Anderson, 24 anni, triste e solitario in panchina. È grande freddo tra lui e la Lazio

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