La Gazzetta dello Sport

QUESTIONE DI... FEDE

Antognoni pesa Chiesa e Berna «Ecco la nostra meglio gioventù»

- Luca Calamai

«Il Federico viola si muove come Causio e Conti, quello bianconero può diventare il nuovo Dybala»

Sono due suoi figliocci. Federico e Federico. Li ha visti crescere quando era accompagna­tore delle nazionali giovanili e ha avuto il piacere di vederli esibire insieme nei suoi primi sei mesi da dirigente della Fiorentina. Uno, Bernardesc­hi, ha indossato la «sua» maglia, la 10, un numero storico per chi gioca al Franchi; l’altro, Chiesa, ancora oggi arrossisce quando «Antonio» lo incoraggia, con carezze da padre. I miti non hanno età. «Vorrei diventare il nuovo Antognoni, una vita con la stessa maglia, cercando di vincere un trofeo», disse nell’inverno scorso Bernardesc­hi. E in quel momento ci credeva davvero perché aveva toccato con mano cosa voleva dire essere Antognoni a Firenze. Una bella sensazione. Poi, ha imboccato un’altra strada. Capita. «Antognoni è un esempio per chiunque gioca a calcio», ha ammesso pochi giorni fa Chiesa. Come gli ha spiegato babbo Enrico per crescere è importante cercare buoni modelli di riferiment­o. E Antognoni è il massimo per chi vive il calcio con animo romantico. Domani Federico e Federico saranno uno contro l’altro. Rivali, non nemici. Perché Bernardesc­hi ha dato una bella mano a Chiesa nei suoi primi passi dentro lo spogliatoi­o dei grandi. Lo ha protetto. Lo ha aiutato a superare qualche comprensib­ile passaggio a vuoto. Amici ma diversi. Per caratteris­tiche tecniche, per storia, per look. Ma il cambio di maglia non ha cambiato il loro rapporto. «Magari –spiega Antognoni- li ritroverem­o insieme nel nuovo corso azzurro. Bernardesc­hi e Chiesa si completano, lo hanno dimostrato nella Fiorentina. Stiamo parlando della meglio gioventù del calcio italiano. Qualità, potenza e gol garantiti».

PALLINO Bernardesc­hi è sempre stato un suo pallino. Anche se non lo ha mai considerat­o il suo erede. Antognoni era eleganza e leggerezza. Il Federico bianconera è un’altra cosa.

«Di Berna la prima cosa che mi ha colpito è la sua sicurezza. Ha personalit­à in dosi industrial­i. Non sente la pressione, non si spaventa mai. Lo sta dimostrand­o anche nella Juventus. Lui ha la potenza nella velocità. Quello che cercano oggi gli allenatori delle grandi squadre. E ha anche un tiro niente male». Paulo Sousa, il tecnico che lo ha valorizzat­o, lo aveva proposto da esterno a tutta fascia. Un ruolo di grande sacrificio. Con Max Allegri qualcosa sta cambiando nel suo percorso tattico. «Se continua a crescere, Federico può davvero diventare nel tempo l’erede di Dybala. Lui ha i colpi del trequartis­ta. Perché ha un bel tiro ma è anche abile a trovare l’imbucata dei compagni. Resto, comunque convinto, che lui abbia qualcosa anche del miglior Robben. Un esterno potente, capace di fare gol con quel suo sinistro micidiale».

SEMPRE DI PIÙ Un Federico ha scelto la Juve, l’altro è il fiore all’occhiello della sua Fiorentina. «Fatico a trovare nuovi aggettivi per Chiesa. Nonostante l’ondata di popolarità, il nuovo contratto, i tanti elogi che raccoglie non è cambiato di una virgola. Continua a lavorare a testa bassa. Continua a migliorare giorno dopo giorno». Anche Chiesa è un’invenzione di Paulo Sousa. Che due estati fa bloccò il suo passaggio in B alla Spal di Semplici e lo fece debuttare da titolare proprio allo Juventus Stadium contro i bianconeri. Da trequartis­ta. Non il suo mestiere. Poi il gioiellino viola ha «spaccato» da esterno a tutta fascia. Come l’altro Federico. E come Bernardesc­hi, partita dopo partita, ha cominciato ad avvicinars­i alla porta avversaria. «Quando è vicino all’area di rigore Chiesa crea spesso qualcosa di importante. E’ già un attaccante da 10-12 gol garantiti. E crescendo ne farà sempre di più perché diventerà più lucido nell’ultimo colpo. Del resto, su questo fronte non potrebbe avere maestro migliore di babbo Enrico. I due hanno tanto in comune. E non solo nei movimenti. Federico però è bravo anche ad aiutare i compagni in fase di non possesso palla. Ho letto che il suo idolo è Griezmann ma aspettiamo ad etichettar­lo. Di sicuro calcia in maniera fantastica con entrambi i piedi. E’ un attaccanti che in certi gesti ricorda anche le grandi ali dei miei tempi penso a Bruno Conti e a Causio».

IL VIOLA SI MUOVE COME CAUSIO E CONTI IL BIANCONERO PUÒ DIVENTARE IL NUOVO DYBALA GIANCARLO ANTOGNONI CLUB MANAGER FIORENTINA

DOMANI RIVALI, POI... Un Federico ha scelto la Juve. L’altro Federico sogna di restare in una Fiorentina che torni all’antico, cioè a frequentar­e l’Europa. Oggi non è tempo di mercato. Anche se è piacevole per il Fede viola essere corteggiat­i da Napoli, Inter, Bayern Monaco. Anche dai due Manchester. Ora c’è da vivere il presente. Bernardesc­hi vuole il suo primo scudetto, Chiesa vuole segnare un gol alla Juve. Per riaccender­e l’entusiasmo di Firenze. E magari per dare un’ulteriore spinta alla famiglia Della Valle che è tornata accanto alla squadra. Federico contro Federico. Domani rivali poi, come dice il saggio Antognoni, magari insieme nella nazionale di Gigi Di Biagio. Le stanze del Centro Tecnico di Coverciano già le conoscono.

ANTOGNONI È UN ESEMPIO PER CHIUNQUE GIOCHI A CALCIO

FEDERICO CHIESA ATTACCANTE FIORENTINA

3 4 1

IL NUMER O

Le partite in A (61 gol) giocate da Giancarlo Antognoni con la Fiorentina dal 1972 al 1987

VORREI DIVENTARE IL NUOVO ANTOGNONI E ALZARE UN TROFEO

FEDERICO BERNARDESC­HI ATTACCANTE JUVENTUS

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IPP I due Federico: Chiesa, 20, e Bernardesc­hi ai tempi della Fiorentina

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