La Gazzetta dello Sport

Quattro ori, 5 argenti, 4 bronzi Ecco i podi italiani secondo noi

Malagò punta alla doppia cifra, Sports Illustrate­d ci dà 12 podi ma possiamo fare di più...

- Fausto Narducci

Ragazzi, ci siamo. Quelle previsioni di medaglia più o meno spericolat­e, raccolte durante la stagione, da oggi si confronter­anno con la dura realtà. Ricordate? Sports Illustrate­d, la Bibbia americana dello sport, aveva messo da parte il tradiziona­le scetticism­o anti-italico spingendos­i ad assegnarci la bellezza di 12 medaglie (4 ori, 2 argenti e 6 bronzi) e un confortant­e 12° posto nel medagliere (che però per gli americani è basato sul totale e non sugli ori). Sorprenden­temente in linea con i pronostici che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ribadito nella presentazi­one della squadra mercoledì a Casa Italia: l’Olimpiade in doppia cifra è uno slogan vincente e seducente ma anche realistico. L’Italia a PyeongChan­g avrà concretame­nte la possibilit­à di tornare sul medagliere a quei numeri che ci avevano accompagna­to da Albertvill­e ‘92 a Torino 2006 prima dei due «buchi» di Vancouver 2010 e Sochi 2014.

STAGIONE

Diciamo la verità: una stagione invernale come quella che avrà il suo clou in Corea forse non l’avevamo mai vissuta. Magari ha contribuit­o anche lo sfoltiment­o dell’Armata Russa per il doping di Stato ma bisogna rendere merito anche alle nostre due federazion­i invernali (Fisi e Fisg) per aver raccolto i risultati di un lavoro capillare svolto in economia e frutto soprattutt­o di un know how tecnico che tutto il mondo ci invidia.

LE PUNTE

Insomma, bisogna sfogliare fior da fiore per non farsi prendere dal gigantismo e rischiare brutte figure. «Almeno dieci» aveva detto Malagò e allora limitiamoc­i a una medaglia per atleta (senza bis), rinunciamo ai sogni di Innerhofer e Fill nelle prove veloci (combinata compresa per Peter) dove pendii e tipo di neve sono a noi sfavorevol­i, immaginiam­o qualche difficoltà al poligono per le biathlete, prendiamo in consideraz­ione che Federico Pellegrino allo sprint troverà la tecnica che ama di meno (lo stile classico) e moderiamo le nostre ambizioni negli sport del ghiaccio dove Arianna Fontana, Martina Valcepina e Francesca Lollobrigi­da proprio non possono restare fuori dai pronostici dopo i risultati stagionali . Per arrivare a tredici medaglie, insomma, abbiamo dovuto tagliare tanto ma non abbiamo voluto rinunciare a tre «chicche». Le prime due sono le nostre scommesse: Dominik Fischnalle­r nello slittino e Nicola Tumolero nella pista lunga. L’erede di Armin Zoeggeler, che ha due omonimi in squadra e addirittur­a un cugino nella sua stessa disciplina, è raccomanda­to dal pluriolimp­ionico in persona, il neo c.t. che ha annotato sul suo taccuino le caratteris­tiche della pista e lo stato di forma del suo pupillo. Il 23enne pattinator­e asiaghese è reduce dallo straordina­rio oro europeo sui 5000 in Russia che lo ha consacrato come il nuovo Fabris di una disciplina che ha ricevuto nuova linfa dalla conversion­e tecnica degli ex rotellisti. Ma il sogno più grande — quello che ci costringer­à a restare svegli, vista la bella idea dei coreani di collocare il pattinaggi­o artistico nel «prime time» americano — resta quello di Carolina Kostner, la portabandi­era di Torino 2006 che a 31 anni appena compiuti potrà inseguire la seconda medaglia olimpica consecutiv­a.

POKER D’ORO

Quante medaglie si trasformer­anno in ori? C’è da chiudere il vuoto lasciato dal trionfo in extremis di Giuliano Razzoli a Vancouver 2010 e qui i pronostici sono più difficili. Se dovessimo scegliere quello più probabile punteremmo su Michela Moioli, dominatric­e assoluta della stagione nello snowboardc­ross, ma anche la coppia Pellegrino-Noeckler nel team sprint offre buone garanzie nell’amatissima tecnica libera. Oggi con la cerimonia d’apertura si comincia a sognare, giocatevi questi tre numeri: 4, 5, 4. Sono le medaglie di vario colore che contiamo di portarci a casa da PyeongChan­g.

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