ALLEGRI: «SOLO UN GOL PRESO IN 16 PARTITE: È IMPORTANTE... DYBALA IN EUROPA? DIFFICILE»
«Non si può giocare sempre al 100 per 100. Sapevamo che avremmo trovato delle difficoltà. Spero che la Lazio fermi il Napoli»
La duecentesima è stata sofferta come tante altre, ma in questo caso ha un alto valore simbolico. Massimiliano Allegri fa cifra tonda sulla panchina della Juventus con la vittoria numero 142, che arriva su un campo difficile e ostile e soprattutto permette alla Signora di mettere le ali e di passare la notte in testa alla classifica, in attesa della risposta del Napoli. La duecentesima non ha tolto al tecnico la trance agonistica, perché fino a quando il gol di Gonzalo Higuain non ha spento definitivamente i riflettori del Franchi, lui ha continuato a urlare, gesticolare e pestare i piedi a terra come un forsennato. Allegri è così, serafico nelle conferenze stampa e nella vita di tutti i giorni, invasato durante i match, soprattutto quando restano in bilico fino alla fine. Esagitato per 90 minuti, veggente alla vigilia: ha scelto Bernardeschi perché aveva immaginato esattamente questo tipo di risposta in campo, serenità e cinismo. «E’ difficile vedere un allenatore per più di tre anni sulla stessa panchina ma si è meritato questo traguardo – lo ha coccolato Beppe Marotta –. Allegri è uno dei migliori, con il lavoro ha spazzato via lo scetticismo iniziale». Allegri è un vincente che non smette mai di avere fame, lo raccontano i 7 trofei in 3 anni e la smania con cui insegue ancora altri successi.
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MI ASPETTAVO LA RETE DI BERNARDESCHI: FELICE PER LUI
PROVA DI MATURITÀ Allegri ha gli stessi cromosomi della Signora: conta solo vincere. La praticità prima di tutto, che fa rima anche con solidità: in 16 partite un solo gol subito. Non c’era modo migliore per prepararsi alla Champions. «Faccio i complimenti ai ragazzi e alla Fiorentina – dice –. All’inizio non trovavamo la superiorità. Nel primo tempo abbiamo cercato di non fare danni e lì si sono viste la maturità e l’umiltà della squadra. Non possiamo sempre giocare al 100 per cento, bisogna capire i momenti diversi delle gare. Se qualcuno pensa che la Juve possa dominare tutte le partite deve farsi curare da uno bravo. Certo, dobbiamo migliorare sul piano del gioco, ma le gare si possono comandare anche difendendo. Il palo è stato preso su una ripartenza su calcio d’angolo, non abbiamo subito molto. Ho giocatori meravigliosi e grandi professionisti, dopo un periodo in cui vincevamo 3-2, 4-2, abbiamo ripreso un cammino normale: è importante non subire gol».
NO ALLA POLEMICA Complimenti a Bernardeschi e a Douglas Costa, che nel secondo tempo ha sostituto Marchisio per testare la squadra in chiave Champions: «Federico sta crescendo e ha capito come si deve stare in una grande squadra. La Juve ha un dna unico e tutte le vittorie passano per il sacrificio. Titolare anche in Coppa? Vediamo. Ora dobbiamo recuperare le energie e difficilmente avremo Dybala anche perché non voglio correre rischi. Ho messo Douglas perché avevo bisogno di un giocatore che saltasse l’uomo e che giocasse tra le linee». Infine Mandzukic («Ha preso una botta ma sta bene») e il Napoli: «Spero che la Lazio faccia risultato». Sulle polemiche legate al rigore cancellato dalla Var non si pronuncia: «Io dalla panchina ho avuto il dubbio che potesse andare a vedere il fallo, dal vivo mi era sembrato ci fosse, ma dalla tv si vedono altre cose. Non discuto mai quello che decide l’arbitro, non intendo alimentare la polemica». Nel prepartita Marotta aveva ribadito la posizione pro Var della Juve: «Noi siamo favorevoli al suo utilizzo, non è una macchina perfetta ma aiuta a eliminare molti errori». La duecentesima è già in archivio, ora conta solo la Coppa.
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