La Gazzetta dello Sport

ALLEGRI: «SOLO UN GOL PRESO IN 16 PARTITE: È IMPORTANTE... DYBALA IN EUROPA? DIFFICILE»

«Non si può giocare sempre al 100 per 100. Sapevamo che avremmo trovato delle difficoltà. Spero che la Lazio fermi il Napoli»

- Fabiana Della Valle INVIATA A FIRENZE

La duecentesi­ma è stata sofferta come tante altre, ma in questo caso ha un alto valore simbolico. Massimilia­no Allegri fa cifra tonda sulla panchina della Juventus con la vittoria numero 142, che arriva su un campo difficile e ostile e soprattutt­o permette alla Signora di mettere le ali e di passare la notte in testa alla classifica, in attesa della risposta del Napoli. La duecentesi­ma non ha tolto al tecnico la trance agonistica, perché fino a quando il gol di Gonzalo Higuain non ha spento definitiva­mente i riflettori del Franchi, lui ha continuato a urlare, gesticolar­e e pestare i piedi a terra come un forsennato. Allegri è così, serafico nelle conferenze stampa e nella vita di tutti i giorni, invasato durante i match, soprattutt­o quando restano in bilico fino alla fine. Esagitato per 90 minuti, veggente alla vigilia: ha scelto Bernardesc­hi perché aveva immaginato esattament­e questo tipo di risposta in campo, serenità e cinismo. «E’ difficile vedere un allenatore per più di tre anni sulla stessa panchina ma si è meritato questo traguardo – lo ha coccolato Beppe Marotta –. Allegri è uno dei migliori, con il lavoro ha spazzato via lo scetticism­o iniziale». Allegri è un vincente che non smette mai di avere fame, lo raccontano i 7 trofei in 3 anni e la smania con cui insegue ancora altri successi.

QUI NON È MAI FACILE VINCERE. GRANDE PASSO PER LO SCUDETTO

MI ASPETTAVO LA RETE DI BERNARDESC­HI: FELICE PER LUI

PROVA DI MATURITÀ Allegri ha gli stessi cromosomi della Signora: conta solo vincere. La praticità prima di tutto, che fa rima anche con solidità: in 16 partite un solo gol subito. Non c’era modo migliore per prepararsi alla Champions. «Faccio i compliment­i ai ragazzi e alla Fiorentina – dice –. All’inizio non trovavamo la superiorit­à. Nel primo tempo abbiamo cercato di non fare danni e lì si sono viste la maturità e l’umiltà della squadra. Non possiamo sempre giocare al 100 per cento, bisogna capire i momenti diversi delle gare. Se qualcuno pensa che la Juve possa dominare tutte le partite deve farsi curare da uno bravo. Certo, dobbiamo migliorare sul piano del gioco, ma le gare si possono comandare anche difendendo. Il palo è stato preso su una ripartenza su calcio d’angolo, non abbiamo subito molto. Ho giocatori meraviglio­si e grandi profession­isti, dopo un periodo in cui vincevamo 3-2, 4-2, abbiamo ripreso un cammino normale: è importante non subire gol».

NO ALLA POLEMICA Compliment­i a Bernardesc­hi e a Douglas Costa, che nel secondo tempo ha sostituto Marchisio per testare la squadra in chiave Champions: «Federico sta crescendo e ha capito come si deve stare in una grande squadra. La Juve ha un dna unico e tutte le vittorie passano per il sacrificio. Titolare anche in Coppa? Vediamo. Ora dobbiamo recuperare le energie e difficilme­nte avremo Dybala anche perché non voglio correre rischi. Ho messo Douglas perché avevo bisogno di un giocatore che saltasse l’uomo e che giocasse tra le linee». Infine Mandzukic («Ha preso una botta ma sta bene») e il Napoli: «Spero che la Lazio faccia risultato». Sulle polemiche legate al rigore cancellato dalla Var non si pronuncia: «Io dalla panchina ho avuto il dubbio che potesse andare a vedere il fallo, dal vivo mi era sembrato ci fosse, ma dalla tv si vedono altre cose. Non discuto mai quello che decide l’arbitro, non intendo alimentare la polemica». Nel prepartita Marotta aveva ribadito la posizione pro Var della Juve: «Noi siamo favorevoli al suo utilizzo, non è una macchina perfetta ma aiuta a eliminare molti errori». La duecentesi­ma è già in archivio, ora conta solo la Coppa.

GONZALO HIGUAIN SULLA SFIDA DI FIRENZE

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