La Gazzetta dello Sport

GATTUSO, ALTRO CHE TRAGHETTAT­ORE...

Il nuovo corso del Milan

- CONDÒ CONFIDENTI­AL di PAOLO CONDÒ twitter: @PaoloCond

Sono alcune settimane che ogni nuova prestazion­e del Milan viene definita la migliore della stagione. Dal derby di Coppa Italia, punto di svolta del percorso rossonero, il crescendo è stato continuo: la squadra ha recuperato il risultato a Firenze, ha battuto Crotone e Cagliari, ha spezzato il tabù delle grandi col 2-1 alla Lazio e ha giocato bella aggressiva a Udine uno dei campi più chic del momento dove è probabile che sia stata l’espulsione di Calabria a impedirle di proseguire la striscia vincente. L’accelerazi­one non ha ancora prodotto un effetto evidente sulla classifica: le squadre della zona Champions non sono più puntini all’orizzonte, ma restano distanti, quelle in corsa per l’Europa League sono tutte lì. Se il campionato fosse finito domenica, il Milan sarebbe rimasto fuori dalle coppe. Malgrado ciò, la sensazione diffusa - da confermare oggi a Ferrara - è che la squadra abbia cambiato marcia, e che la classifica sia un conto corrente in cui il bonifico, pur non essendo ancora registrato, è già stato versato. Presto si noterà.

Molto del merito di questa trasformaz­ione va a Rino Gattuso, e il diesse Mirabelli glielo ha riconosciu­to in settimana con un discorso che è sembrato il primo passo verso la conferma per la prossima stagione. Al di là delle dichiarazi­oni ufficiali, a fine novembre Gattuso era subentrato a Vincenzo Montella con l’incarico di traghettat­ore: provi almeno a salvare la faccia a una stagione disastrosa, da bravo totem rossonero, che poi il progetto sarebbe stato rilanciato da Antonio Conte (o chi per lui). Abituato ad azzannare la vita senza contare prima i suoi gettoni, Gattuso ha rischiato l’osso del collo nel primo mese per dotare il Milan di un decente atletismo, il buco più nero della gestione Montella. Completato il tagliando una gara prima che anche la sua posizione si facesse grave - l’ha rivelato lui stesso, sia pure in tono leggero - Rino ha idealmente smesso i panni del ringhioso motivatore per diventare un allenatore vero. Essendo tutti legati a ricordi di lui meraviglio­si - il 2006 resta un conforto, specie di questi tempi - ci costa vedere in lui qualcosa di diverso dalla grinta, dalla tigna, dalla parte in commedia di chi entra nello spogliatoi­o e grida «fuori gli attributi», ma utilizzand­o una sana volgarità. E però occorre superare questa sorta di pigrizia affettiva per dire che il ritorno alla difesa a quattro è stato salutare, che Bonucci e Romagnoli sono una coppia centrale in via di decollo, che le catene di gioco Kessie-Suso e Bonaventur­a-Calhanoglu funzionano, che di tutte le grandi o presunte tali il Milan è quella che utilizza più ragazzi del proprio vivaio (Donnarumma, Calabria, Locatelli, Cutrone). Il traghettat­ore non si è diretto all’altra sponda del fiume, ma ha rivolto la prua verso il mare aperto.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy