Idee per il futuro dei GP Non solo libere il venerdì
●Liberty studia un format con una sola sessione di prove, dando spazio al contatto piloti-tifosi. Contratti e resistenza dei team i nodi
E’uno dei dossier sul tavolo di Chase Carey, Sean Bratches e Ross Brawn anche se non quello che ha la priorità: la riforma del format dei gran premi. Qualcosa di più del semplice cambiamento di orario appena introdotto, con lo slittamento delle gare europee dalle 14 alle 15.10, una mossa motivata con la necessità di andare incontro a quelle televisioni che sinora si collegavano solo nell’imminenza della corsa, perdendosi tutto il pregara, e al desiderio del pubblico che, stando a una inchiesta condotta da Liberty, preferisce i GP un po’ più lontani dal pasto (forse, verrebbe voglia di scherzare, per evitare di abbioccarsi dopo la prima curva!). Al centro dell’attenzione c’è il venerdì che dal 1996, anno in cui si è deciso di limitare le prove ufficiali al solo sabato pomeriggio, ha perso importanza dal punto di vista mediatico. In teoria, con la progressiva abolizione dei test, il venerdì sarebbe dovuto diventare una giornata dedicata a provare soluzioni per il futuro. In realtà accade sempre meno e solo nella sessione mattutina, mentre al pomeriggio i team si concentrano a preparare qualifica e gara. Per un certo periodo, si era anche consentito ai team, piazzati l’anno precedente dal 5o posto in giù della classifica costruttori, di impiegare una terza macchina per svezzare i giovani. Così ad esempio si è messo in luce Sebastian Vettel, terzo pilota Bmw. Il fatto è che il venerdì interessa solo per gli ingegneri.
DUE PILASTRI Liberty intende intervenire ma non è una operazione facile: in primo luogo per la resistenza degli organizzatori dei GP che hanno firmato lunghi e onerosi contratti coi quali si garantisce la presenza delle monoposto in pista per tre giorni; e poi ci sono i team che sui format hanno sempre manifestato un atteggiamento conservatore. «Dobbiamo sempre fare attenzione a non snaturare il dna della F.1», ripete ad esempio il presidente della Mercedes F.1 Toto Wolff quando si affronta questo argomento. Quindi, nell’impossibilità di abolire il venerdì, riducendo a soli due giorni il gran premio (mossa che sarebbe salutare in caso di un calendario con 25 tappe), si pensa dunque a una riforma. Siamo ancora a livello di propositi ma le linee guida sono ben chiare nella testa dei dirigenti di Liberty: la prima è di consentire un maggior coinvolgimento del pubblico, avvicinandolo ai protagonisti e dall’altro continuare a consentire alle squadre di sgrezzare gli assetti in vista della domenica. In sostanza il venerdì dovrebbe essere eletto a giorno in cui i piloti si impegnano, insieme alle rispettive squadre a lanciare l’evento, dividendosi tra sessioni di autografi e spazi mediatici dove magari, come accade in Superbike gli appassionati, durante i Paddock Show, possono addirittura intervistare i propri beniamini. A questo si accompagnerebbe una sola sessione di prove, la cui durata potrebbe oscillare dalle 2 alle 3 ore. In pratica lo stesso tempo di oggi, ma spezzato in due sessioni. Un venerdì così strutturato potrebbe comportare l’«abolizione» del giovedì, che oggi è dedicato appunto alla comunicazione. Una riduzione delle giornate dell’evento si renderà necessaria con l’incremento degli appuntamenti (la Danimarca è la più concreta candidata ad entrare a breve in calendario) e per mantenere sotto controllo i costi delle trasferte, non solo quelli delle scuderie. Se e quando questo avverrà, è difficile stabilirlo: probabilmente dopo il 2020, con la scadenza del Patto della Concordia. Ma la sollevazione delle scuderie per il piano Brawn sui motori, induce Liberty a muoversi con grande prudenza.
CALENDARIO Un’altra riflessione che sta facendo capolino al quartier generale della F.1 riguarda la durata della stagione agonistica. La sosta invernale è troppo lunga, la F.1 rischia di sparire dai radar. E con un eventuale incremento di gare si potrebbe ipotizzare di anticipare l’inizio del Mondiale alla prima domenica di marzo (l’ultima volta avvenne nel 2005). Ma questo è uno scenario davvero lontano.