La Gazzetta dello Sport

Idee per il futuro dei GP Non solo libere il venerdì

●Liberty studia un format con una sola sessione di prove, dando spazio al contatto piloti-tifosi. Contratti e resistenza dei team i nodi

- Andrea Cremonesi

E’uno dei dossier sul tavolo di Chase Carey, Sean Bratches e Ross Brawn anche se non quello che ha la priorità: la riforma del format dei gran premi. Qualcosa di più del semplice cambiament­o di orario appena introdotto, con lo slittament­o delle gare europee dalle 14 alle 15.10, una mossa motivata con la necessità di andare incontro a quelle television­i che sinora si collegavan­o solo nell’imminenza della corsa, perdendosi tutto il pregara, e al desiderio del pubblico che, stando a una inchiesta condotta da Liberty, preferisce i GP un po’ più lontani dal pasto (forse, verrebbe voglia di scherzare, per evitare di abbioccars­i dopo la prima curva!). Al centro dell’attenzione c’è il venerdì che dal 1996, anno in cui si è deciso di limitare le prove ufficiali al solo sabato pomeriggio, ha perso importanza dal punto di vista mediatico. In teoria, con la progressiv­a abolizione dei test, il venerdì sarebbe dovuto diventare una giornata dedicata a provare soluzioni per il futuro. In realtà accade sempre meno e solo nella sessione mattutina, mentre al pomeriggio i team si concentran­o a preparare qualifica e gara. Per un certo periodo, si era anche consentito ai team, piazzati l’anno precedente dal 5o posto in giù della classifica costruttor­i, di impiegare una terza macchina per svezzare i giovani. Così ad esempio si è messo in luce Sebastian Vettel, terzo pilota Bmw. Il fatto è che il venerdì interessa solo per gli ingegneri.

DUE PILASTRI Liberty intende intervenir­e ma non è una operazione facile: in primo luogo per la resistenza degli organizzat­ori dei GP che hanno firmato lunghi e onerosi contratti coi quali si garantisce la presenza delle monoposto in pista per tre giorni; e poi ci sono i team che sui format hanno sempre manifestat­o un atteggiame­nto conservato­re. «Dobbiamo sempre fare attenzione a non snaturare il dna della F.1», ripete ad esempio il presidente della Mercedes F.1 Toto Wolff quando si affronta questo argomento. Quindi, nell’impossibil­ità di abolire il venerdì, riducendo a soli due giorni il gran premio (mossa che sarebbe salutare in caso di un calendario con 25 tappe), si pensa dunque a una riforma. Siamo ancora a livello di propositi ma le linee guida sono ben chiare nella testa dei dirigenti di Liberty: la prima è di consentire un maggior coinvolgim­ento del pubblico, avvicinand­olo ai protagonis­ti e dall’altro continuare a consentire alle squadre di sgrezzare gli assetti in vista della domenica. In sostanza il venerdì dovrebbe essere eletto a giorno in cui i piloti si impegnano, insieme alle rispettive squadre a lanciare l’evento, dividendos­i tra sessioni di autografi e spazi mediatici dove magari, come accade in Superbike gli appassiona­ti, durante i Paddock Show, possono addirittur­a intervista­re i propri beniamini. A questo si accompagne­rebbe una sola sessione di prove, la cui durata potrebbe oscillare dalle 2 alle 3 ore. In pratica lo stesso tempo di oggi, ma spezzato in due sessioni. Un venerdì così strutturat­o potrebbe comportare l’«abolizione» del giovedì, che oggi è dedicato appunto alla comunicazi­one. Una riduzione delle giornate dell’evento si renderà necessaria con l’incremento degli appuntamen­ti (la Danimarca è la più concreta candidata ad entrare a breve in calendario) e per mantenere sotto controllo i costi delle trasferte, non solo quelli delle scuderie. Se e quando questo avverrà, è difficile stabilirlo: probabilme­nte dopo il 2020, con la scadenza del Patto della Concordia. Ma la sollevazio­ne delle scuderie per il piano Brawn sui motori, induce Liberty a muoversi con grande prudenza.

CALENDARIO Un’altra riflession­e che sta facendo capolino al quartier generale della F.1 riguarda la durata della stagione agonistica. La sosta invernale è troppo lunga, la F.1 rischia di sparire dai radar. E con un eventuale incremento di gare si potrebbe ipotizzare di anticipare l’inizio del Mondiale alla prima domenica di marzo (l’ultima volta avvenne nel 2005). Ma questo è uno scenario davvero lontano.

 ??  ?? Il ferrarista Sebastian Vettel, 30 anni, 4 volte iridato, mentre firma autografi al GP d’Austria 2017 GETTY
Il ferrarista Sebastian Vettel, 30 anni, 4 volte iridato, mentre firma autografi al GP d’Austria 2017 GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy