La regina Vonn «Matta come me: il futuro è Goggia Ma qui vinco io»
●Lindsey si commuove per il nonno morto da poco Poi va a Casa Italia: «Goggia è un’ amica e matta come me. Però questa è la mia ultima occasione»
Sulla parete nera di una stanza dei giochi a Casa Italia a Pyeongchang ieri mattina Sofia Goggia aveva disegnato un grande cuore e scritto dentro «the road to Cortina 2021», la strada verso i Mondiali. Ieri sera a sorpresa Lindsey Vonn si è inginocchiata di fronte a quel gesto d’amore, ha preso il pennarello bianco, ha tracciato una freccia verso quel cuore e ha scritto «Grande», riferendosi all’amica-rivale e ha lasciato la sua firma. Lindsey è arrivata a Casa Italia senza avvertire nessuno. Aveva sfilato nella cerimonia e poi come molti atleti aveva lasciato il freddo, ma rispetto agli altri aveva scelto una direzione diversa: il quartier generale azzurro. Come mai? La ragazza che cura i suoi rapporti con la stampa è italiana. Flavio Roda, il presidente della Fisi, le è andato incontro. La conosce perché è stata in squadra azzurra. Ma Lindsey sa sempre dove andare. E’ una donna che non lascia niente al caso. Qui a PyeongChang, dopo le 21.30 i ristoranti chiudono. C’è una sorta di coprifuoco. Era sbarcata giovedì pomeriggio, ma aveva già studiato i particolari. Dove poteva trovare qualcosa di sicuro? Lei ama l’Italia, ha una passione per Firenze. Il cuoco di Cortina, che opera qui, è il numero uno. Lei non ha voluto nulla di particolare, un piatto di spaghetti al pomodoro e un’anatra all’arancia. Un carburante perfetto.
FIBRILLAZIONE
Il suo arrivo ha fatto correre un brivido nell’ambiente. E lei, ancora una volta, ha dimostrato la sua classe. E’ stata circondata dai colleghi, li ha accolti con un sorriso accattivante. Sa gestire ogni situazione. Se le si chiede di Sofia Goggia, lei va a nozze. La mattina dopo la conferenza stampa della squadra Usa aveva detto: «Sofia si è fatta male tante volte. E’ matta come me, ci capiamo. Dà sempre il cento per cento, mi stimola a dare il massimo. Mi diverte, è una bella persona, ha grande personalità. A lei piace salire sul podio con me e a me piace salire sul podio con lei. Lavora duro, la rispetto molto». In questo secondo round ha aggiunto: «Lei è grande, ha un carattere deciso. E’ un piacere parlare con lei. E’ stata a casa mia in Colorado a novembre. Posso confermare che siamo amiche». Già, ma qui chi vince? «Sfortunatamente lei cercherà di battermi, ma io cercherò di non lasciarla fare. Questa è la mia ultima occasione. Lei se arriva all’argento avrà altre possibilità, ha il futuro in mano». Lindsey durante la conferenza stampa ufficiale si era commossa. «Sì, perché questa volta c’è una cosa molto particolare. A novembre ho perso mio nonno. Era una uomo eccezionale. Qui aveva combattuto la Guerra di Corea degli anni Cinquanta. Vorrei potergli dedicare questo oro».
KILDOW L’avevamo conosciuta molti anni fa, quando gareggiava con il nome di famiglia: Kildow. Aveva subito fatto notare il suo talento. Aveva un fisico potente e nessuna paura. Da ragazzina era stata un’ottima slalomista, ma il suo carattere è sempre stato votato alla velocità, al rischio. Non si adatta alla routine. Prima ha sposato un ex sciatore da cui ha assunto il cognome, Vonn, più immediato nella comunicazione. Poi è stata travolta dalla passione per Tiger Woods, da cui è uscita malconcia. Ma ha ritrovato presto il suo equilibrio. Adesso non è solo una grande discesista, ma anche donna impegnata in molte iniziative. Ha messo in piedi una fondazione, non perde un’occasione per accendere l’interesse del pubblico. Sa essere sexy al momento giusto. E’ polemica con Trump. E’ completa. A 33 anni ha già disegnato il dopo sci. Qui chiede spazio a Sofia per chiudere in bellezza. Negli Usa la stella Shiffrin ha già cominciato a farle ombra, così ha bisogno di un gran finale e lo merita anche. Non vuole chiudere come spalla della nuova protagonista. Vuole evitare il viale del tramonto.
CROCEVIA Casa Italia dopo la cerimonia è stata un crocevia di personalità. E’ arrivato il ministro Lotti, che è rimasto impressionato dell’effetto che lo sport può avere sulla politica. Lo sapeva, ma vivere di persona un avvenimento storico è diverso. C’era Fabbricini, commissario della Federcalcio, che ha respirato per qualche ora un’aria amica. E il presidente della federazione svizzera di sci Urs Lehmann, iridato di discesa a Morioka, in Giappone, poco più in là, in una gara lotteria su una neve cotta dalla pioggia. Qui, invece, come dice Innerhofer, la neve è aggressiva, può cuocere le solette degli sci.
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IL NUMERO
Le medaglie olimpiche della Vonn: oro in discesa e bronzo in superG a Vancouver 2010