Perisic e Candreva all’ultima chiamata Spalletti: «Reagire»
● Inter, il tecnico punta sulle ali: «Io fortunatissimo, ma non possiamo vivere sui risultati degli altri»
Guardare il bicchiere mezzo pieno anche in un periodo negativo rischia di trasformarsi in un esercizio di stile fine a se stesso. Ma se lo si prende nel verso giusto, può aiutare. L’Inter non vince da 10 partite tra campionato e Coppa Italia, eppure è lì, quarta, pienamente in corsa per la Champions League. Luciano Spalletti si rende benissimo conto che nonostante tutto un po’ di buona sorte stia assistendo i suoi. «Sono un ragazzo fortunatissimo – ammette in conferenza stampa –, lavoro in un ambiente bellissimo, ho comprato anche due piante per arredare meglio la casa dove abito. Arrederò pure una stanza in più per chi verrà da fuori a stare da me. Scherzi a parte, non si può vivere fino in fondo sui risultati delle altre. Altrimenti arriva anche chi sta più dietro». Ecco, appunto. Il destino ha regalato una classifica corta nonostante la latitanza dei tre punti. Ma il destino va supportato.
RISCATTO Anche da chi ha perso un po’ di smalto nelle ultime settimane. L’attenzione si sposta sugli esterni, su Candreva e Perisic (il croato non è mai stato sostituito). Alle due ali, oggi pomeriggio, si chiede una reazione. Antonio non ha ancora segnato quest’anno e se i suoi assist (8 finora) diventano un miraggio si fa fatica a tenere la valutazione sulla sufficienza. Ivan invece si è spento proprio nell’ultima vittoria, quel 3 dicembre 2017 contro il Chievo. Una tripletta, poi stop. Di Candreva ha parlato Spalletti ieri: «Ogni tanto abbassa la sua qualità, ha bisogno del supporto dell’entusiasmo del momento. Ma un po’ tutti lo hanno fatto». Su il morale quindi, propositivi e positivi. Serve anche questo per evitare di tagliare lo striscione della nona gara di fila senza successi in Serie A (sarebbe record dal 1929-1930, cioè dall’introduzione del girone unico). Candreva e Perisic serviranno a dare quella «forza nell’arrivare dentro l’area di rigore». Attraverso il 4-3-3 o il 42-3-1 poco importa. «Quando non si vince, la squadra non torna nello spogliatoio con grande felicità. Ma c’è sempre più la voglia di metterci forza in settimana. Diversi calciatori di questa rosa sono leader, in settimana si sono parlati e auto stimolati. La squadra è unita». Il capitano non ci sarà, il dolore al flessore della coscia destra non è rientrato del tutto. «Mauro ha provato a restare con il gruppo, ma nei movimenti improvvisi sente il dolorino, quindi tutte le prove portano alla conclusione che sia meglio aspettare, esiste il forte rischio di perderlo più a lungo. Rafinha? Ha bisogno di allenarsi con continuità, poi deve gestire il problema altrimenti rischia il sovraccarico».
SCORIE Ieri Spalletti è tornato su quel dialogo milanese con
8
LA STRISCIA le gare consecutive dell’Inter in A senza vittorie. Nel torneo a girone unico non è mai arrivata a 9
alcuni tifosi romanisti riportato dal «Corriere della Sera». «In quell’articolo troppe cose non vanno bene. Ci leggo solo la volontà di farci del male, creata ad arte per far sì che ne scaturisca una frattura tra me e la società e l’ambiente. Non è accettabile. Dopo venti giorni (da quel dialogo con i tifosi, ndr) ritrovare le parole precise diventa difficile, ma il concetto ce l’ho ben chiaro in testa. C’è stata una forte involuzione di risultati, è vero. E se ho usato la parola follia, e ribadisco “se”, mi riferivo alla differenza di questi risultati. Tiriamo fuori anche gli altri 55 minuti di chiacchierata visto che si parla di una conversazione di un’ora. Si è fatta una sintesi per farci del male».