Il bunker Juve (16 gare, una rete) all’esame Kane
●Il difensore, che ha appena staccato la bandiera Boniperti nelle presenze in bianconero, ha già fermato in doppie sfide Ronaldo e Messi: ha lui le chiavi di una porta che nelle ultime 16 gare ha subito un solo gol
Da 24 ore circa la Juve ha chiuso la porta ed è entrato solo uno spiffero: da un’alba all’altra, la miseria un gol subito. Ed era fuoco amico: il destro di Caceres, ex tra i più amati, è l’unica rete nelle ultime 16 partite. Messe in fila, fanno una giornata intera con un muro davanti a Szczesny e Buffon. Nei piani di Allegri, Kane, al momento la fuoriserie più potenti del Continente, dovrebbe sbatterci contro: le fortune dei bianconeri, le rinnovate ambizioni europee, passano da qui. La gabbia per la punta del Tottenham è pronta, gli ultimi due mesi regalano una discreta dose di ottimismo e non è solo questione di automatismi e di reparto. Come spesso capita, è la forza dei singoli a far svoltare le stagione: su tutti, quella di un difensore ormai di diritto tra i grandi. Duellando con il Cholito a Firenze, Giorgio Chiellini ha superato Giampiero Boniperti nella classifica all time di presenze alla Juve: 459, una in più dell’uomo che si è maggiormente specchiato nella Signora nell’ultimo secolo. Non un traguardo banale, anzi da queste parti le simbologie si sprecano: nella storia di questo club un dottore in Economia, ruvido in campo ma dal cervello fino, si è ritagliato un posto d’onore. VECCHIETTO MA LEADER Il Chiello ha una missione precisa: rendere docile quel diavolo biondo con la maglia numero 10. Ci sono battaglie più semplici di quella contro questo Kane, ma il 3 bianconero ha un curriculum sufficiente. E poi sta vivendo un’inattesa seconda giovinezza: a 33 anni suonati supplisce con l’esperienza e il senso della posizione a un normale calo nell’esplosività fisica. La somma è che questo 2017-18 è forse la migliore stagione di una carriera vissuta più o meno sempre a vette altissime. Lo ha ammesso recentemente lui stesso: «Sono un vecchietto, ma sono al top», ha detto all’inglese Daily Mail. Prima della discussa filippica contro il «guardiolismo», non contro Guardiola: «Non produciamo più gente come Maldini, Baresi, Cannavaro... e la colpa è dei tecnici che hanno voluto imitare Pep senza le capacità».
ISPIRAZIONE Se in questo momento la stella di Pochettino è al livello dei big mondiali, a Chiellini basta andare su YouTube e rivedere se stesso: troverà ispirazione. Il Real, per esempio, non richiama alla mente solo Cardiff: in una epica semifinale di Champions nel 2015 indossò la sua corona, la tradizionale benda arrotolata sulla testa sanguinate, e alla fine riuscì a prendere lo scalpo di Ronaldo. Come un’asteroide, la forza di un tackle nel recupero fece sobbalzare pure i tifosi allo Stadium. E poi l’anno scorso, nel ritorno dei quarti, stesso trattamento ruvido a Messi: anticipi, contrasti duri, applicazione feroce. Da uno che ha già sfidato a questi livelli Leo e CR7, domani ci si aspetta la stesso affidabilità: Chiello arriva a questi ottavi di andata sereno e giustamente geloso dei suoi segreti. Per reggere l’urto a questa età niente deve essere tralasciato: dall’alimentazione, curata dal dottor Giuliano Poser, il dietologo di Messi, all’aspetto mentale e motivazionale. La paura di infortunarsi, che lo aveva frenato in passato, sembra definitivamente alle spalle. Anzi, il nuovo Chiello si spinge pure più in là: a Firenze si è vestito da Pjanic e ha mandato in porta Higuain con un lancio dolcissimo. Sarebbe di per sé una notizia, ma l’assist è nato pure di destro: in questa lunga giornata in cui la Juve ha chiuso la porta, sono successe cose impensabili.