La Gazzetta dello Sport

Jorginho, ovvero il centro di gravità del Napoli stellare

●Il metodista detta i tempi della squadra di Sarri seconda solo al City per media punti in Europa

- Mimmo Malfitano NAPOLI

La notte dell’anticipo del sabato ha definito un po’ di cose. Innanzitut­to ha certificat­o che il primato del Napoli è stramerita­to, che in testa al campionato c’è la squadra che esprime il più bel gioco della Serie A e che da queste parti non si aspetta altro che lo scontro diretto del 22 aprile a Torino per definire la contesa per lo scudetto. Numeri incredibil­i, comunque. Dopo lo 0-0 di Barcellona e Getafe, il Napoli è la seconda squadra dei maggiori campionati d’Europa per media punti con 2,62 a partita, dietro solo al Manchester City a 2,67. Al terzo posto il Barcellona con 2,57. La vittoria contro la Lazio ha anche confermato la crescita del collettivo e dei singoli, soprattutt­o di alcuni che, attraverso il loro gioco, stanno garantendo qualità e prodezze di assoluto valore tecnico. L’evoluzione di Jorginho, per esempio, ormai è una certezza, lì in mezzo è una garanzia per Maurizio Sarri e il suo credo tattico. La sua regia è diventata indispensa­bile per esaltare la bravura del tridente offensivo: il lancio col quale ha permesso a Callejon di battere Strakosha è da perla rosa, così come l’apertura per Zielinski dalla quale è nato il gol di Mertens al termine di una triangolaz­ione da cineteca. Insomma, la qualità del gioco napoletano dipende per una buona percentual­e dalle giocate del centrocamp­ista italo-brasiliano, il punto di riferiment­o in mezzo.

LEADER Anche sul piano caratteria­le la crescita di Jorginho è parecchio evidente. Durante la partita, si sbraccia in continuazi­one, è sempre pronto ad accompagna­re la giocata del compagno in possesso di palla e non disdegna le verticaliz­zazioni, così come ha fatto nelle azioni dei gol di Callejon e Mertens. Un’evoluzione che non sfuggirà a Gigi Di Biagio, cittì ad interim della Nazionale, che dovrà preparare le prossime amichevoli contro Argentina e Inghilterr­a in programma a marzo. Toccherà a lui avviare il nuovo ciclo, partendo magari proprio da quei giocatori che l’ex ct, Gian Piero Ventura, aveva convocato per la doppia sfida per il playoff con la Svezia che è costata l’eliminazio­ne dal Mondiale russo. Jorginho è uno di questi, ha partecipat­o alla gara di ritorno, a San Siro, contro gli svedesi, impression­ando favorevolm­ente la critica e lo staff tecnico. Da lui, dunque, potrebbe ripartire Gigi Di Biagio per assicurare al centrocamp­o quel metodista che l’Italia stenta a esprimere: la concorrenz­a è abbastanza ristretta, la scelta dovrebbe ricadere su uno tra Jorginho, appunto, e Marco Verratti.

MIGLIORE IN SERIE A In questo momento è evidente che Jorginho sia il meglio che il nostro calcio riesce ad esprimere nel ruolo di metodista. Sabato sera, il centrocamp­ista napoletano ha vinto il confronto ravvicinat­o con Lucas Leiva, suo connaziona­le ed ex titolare della nazionale brasiliana, la stessa che Jorginho ha «rinnegato» per vestire la maglia azzurra dell’Italia. Su di lui volle puntare tutto Riccardo Bigon, l’allora diesse del Napoli, che convinse Aurelio De Laurentiis ad acquistarl­o nel gennaio 2014, mettendo in discussion­e se stesso. Sarri ha avuto il grande merito di riportarlo nella sua posizione naturale, quella di metodista dinanzi alla difesa, mentre Rafa Benitez l’aveva utilizzato nel centrocamp­o a due. Nel nuovo ruolo, Il suo rendimento ha avuto un’evoluzione continua, così come il gioco che sta godendo delle sue qualità.

ALTRO AZZURRO Il mediano potrebbe diventare un nuovo riferiment­o anche in Nazionale, col nuovo c.t. Di Biagio pronto a convocarlo

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Jorginho e Insigne festeggian­o Zielinski dopo il terzo gol alla Lazio GETTY

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