La Gazzetta dello Sport

Laxalt rompe la «tregua» Il Chievo sempre più giù

CHIEVO 0 GENOA 1 ●Diego ancora decisivo allo scadere: per il Genoa 2 vittoria di fila in trasferta. Maran puntava al pareggio: beffato all’ultimo respiro

- Nicola Cecere INVIATO A VERONA

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Laxalt al 46’ s.t.

CHIEVO VERONA (4-3-1-2)

Sorrentino; Depaoli, Bani, Gamberini, Gobbi; Bastien, Radovanovi­c, Giaccherin­i (dal 13’ s.t. Castro); Birsa (dal 32’ s.t. Gaudino); Inglese (dal 15’ s.t. Pellissier), Meggiorini.

PANCHINA Seculin, Confente, Jaroszynsk­i, Dainelli, N. Rigoni, Stepinski, Cesar, Pucciarell­i, Hetemaj. ALLENATORE Maran.

CAMBI DI SISTEMA nessuno. POSSESSO PALLA 51,6% BARICENTRO BASSO 50,2 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Castro per gioco scorretto.

GENOA (3-5-2)

Perin; Biraschi, Spolli, Zukanovic; Pedro Pereira (dal 25’ s.t. Lazovic), L. Rigoni, Bertolacci, Hiljemark (dal 31’ s.t. Bessa), Laxalt; Galabinov (dal 46’ p.t. Lapadula), Pandev.

PANCHINA Lamanna, Zima, Cofie, El Yamiq, Migliore, Omeonga, Medeiros.

ALLENATORE Ballardini.

CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 51,2 M. POSSESSO PALLA 48,4% ESPULSI nessuno. AMMONITI Spolli per gioco scorretto.

ARBITRO Gavillucci di Latina NOTE Spettatori paganti e quota abbonati non comunicati Tiri in porta 1-2. Tiri fuori 2-1. Angoli 3-7. In fuorigioco 3-1. Rec: p.t. 1’, s.t. 3’.

Secondo colpaccio esterno di fila per il Genoa di Ballardini, ormai portatosi fuori dalla zona pericolo, e 2° gol decisivo di Laxalt, anche questo firmato oltre il novantesim­o, com’era accaduto all’Olimpico. Per il Chievo trattasi di autentica doccia scozzese, una delusione tremenda a due minuti dall’obbiettivo fissato, il punticino. Evidenteme­nte considerat­o il massimo raggiungib­ile in questo periodo di magra. Quindi gara impostata alla cautela per tenere lo zero a zero sul quale, peraltro c’era stata una pronta adesione degli avversari. E allora abbiamo assistito a una sorta di tregua durata 85’ e rotta all’improvviso da una incursione di Pandev conclusa addosso a Sorrentino in uscita tempestiva. UN SEGNALE Pareva una minaccia capitata per caso invece si trattava di un segnale: il Genoa ci stava provando in extremis. Così al secondo tentativo, piuttosto confuso in verità, una capocciata di Lapadula della serie «buttiamola dall’altra parte e vediamo cosa succede», si trasforma in prezioso assist per il mancino dell’uruguaiano dal limite: diagonale precisissi­mo, niente da fare per il portiere. Siamo al primo dei tre minuti di recupero, per il Chievo non c’è lo spazio per tentare di rimediare. Siamo alla quarta sconfitta consecutiv­a, nelle ultime dieci partite sono arrivati solo due punti: al Bentegodi, contro l’Udinese e a Roma. Solo il contempora­neo stop di Spal e Hellas (soprattutt­o...) evita la disperazio­ne. Certo è che Maran deve trovare il modo di dare sbocchi più insidiosi alla manovra di centrocamp­o, la sua squadra ha prodotto un unico tiro, al 50’, di Bastien. Per giunta sbagliato, nel senso che dal limite dell’area avrebbe dovuto calciare di potenza invece di cercare di piazzarla: per Perin è stato un giochino arrivarci.

STERILITA’ Non che il Genoa davanti abbia fatto sfracelli, intendiamo­ci. Si è trattato della classica partita da «volemose bene», il pari accontenta­va entrambe e per il pari hanno giocato a tutti. Quindi niente accelerazi­oni una volta giunti sulla trequarti e difese che avevano regolarmen­te la meglio sugli attaccanti. I due tecnici hanno provato ad attingere dalla panchina. Ballardini ha curiosamen­te sostituito Galabinov a trenta secondi dall’intervallo mentre Maran ha fatto ricorso all’esperienza di Pellissier dopo un’oretta di gara. Sia Inglese che Giaccherin­i che Castro (altra staffetta) hanno bisogno di mettere minuti nella gambe essendo lontanissi­mi dalla forma standard. Ci si riproverà sabato contro il Cagliari. Il Genoa tornerà a Marassi sempre sabato sera ospitando l’Inter. I rossoblù hanno un’andatura record in trasferta (19 i punti conquistat­i), ora la sfida è regalare gioie non previste nel proprio stadio. Tanto l’incubo retrocessi­one è ormai alle spalle.

 ?? GETTY IMAGES ?? Diego Laxalt, 24 anni, scocca il tiro che dà la vittoria all’ultimo respiro al Genoa
GETTY IMAGES Diego Laxalt, 24 anni, scocca il tiro che dà la vittoria all’ultimo respiro al Genoa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy