Laxalt rompe la «tregua» Il Chievo sempre più giù
CHIEVO 0 GENOA 1 ●Diego ancora decisivo allo scadere: per il Genoa 2 vittoria di fila in trasferta. Maran puntava al pareggio: beffato all’ultimo respiro
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Laxalt al 46’ s.t.
CHIEVO VERONA (4-3-1-2)
Sorrentino; Depaoli, Bani, Gamberini, Gobbi; Bastien, Radovanovic, Giaccherini (dal 13’ s.t. Castro); Birsa (dal 32’ s.t. Gaudino); Inglese (dal 15’ s.t. Pellissier), Meggiorini.
PANCHINA Seculin, Confente, Jaroszynski, Dainelli, N. Rigoni, Stepinski, Cesar, Pucciarelli, Hetemaj. ALLENATORE Maran.
CAMBI DI SISTEMA nessuno. POSSESSO PALLA 51,6% BARICENTRO BASSO 50,2 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Castro per gioco scorretto.
GENOA (3-5-2)
Perin; Biraschi, Spolli, Zukanovic; Pedro Pereira (dal 25’ s.t. Lazovic), L. Rigoni, Bertolacci, Hiljemark (dal 31’ s.t. Bessa), Laxalt; Galabinov (dal 46’ p.t. Lapadula), Pandev.
PANCHINA Lamanna, Zima, Cofie, El Yamiq, Migliore, Omeonga, Medeiros.
ALLENATORE Ballardini.
CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 51,2 M. POSSESSO PALLA 48,4% ESPULSI nessuno. AMMONITI Spolli per gioco scorretto.
ARBITRO Gavillucci di Latina NOTE Spettatori paganti e quota abbonati non comunicati Tiri in porta 1-2. Tiri fuori 2-1. Angoli 3-7. In fuorigioco 3-1. Rec: p.t. 1’, s.t. 3’.
Secondo colpaccio esterno di fila per il Genoa di Ballardini, ormai portatosi fuori dalla zona pericolo, e 2° gol decisivo di Laxalt, anche questo firmato oltre il novantesimo, com’era accaduto all’Olimpico. Per il Chievo trattasi di autentica doccia scozzese, una delusione tremenda a due minuti dall’obbiettivo fissato, il punticino. Evidentemente considerato il massimo raggiungibile in questo periodo di magra. Quindi gara impostata alla cautela per tenere lo zero a zero sul quale, peraltro c’era stata una pronta adesione degli avversari. E allora abbiamo assistito a una sorta di tregua durata 85’ e rotta all’improvviso da una incursione di Pandev conclusa addosso a Sorrentino in uscita tempestiva. UN SEGNALE Pareva una minaccia capitata per caso invece si trattava di un segnale: il Genoa ci stava provando in extremis. Così al secondo tentativo, piuttosto confuso in verità, una capocciata di Lapadula della serie «buttiamola dall’altra parte e vediamo cosa succede», si trasforma in prezioso assist per il mancino dell’uruguaiano dal limite: diagonale precisissimo, niente da fare per il portiere. Siamo al primo dei tre minuti di recupero, per il Chievo non c’è lo spazio per tentare di rimediare. Siamo alla quarta sconfitta consecutiva, nelle ultime dieci partite sono arrivati solo due punti: al Bentegodi, contro l’Udinese e a Roma. Solo il contemporaneo stop di Spal e Hellas (soprattutto...) evita la disperazione. Certo è che Maran deve trovare il modo di dare sbocchi più insidiosi alla manovra di centrocampo, la sua squadra ha prodotto un unico tiro, al 50’, di Bastien. Per giunta sbagliato, nel senso che dal limite dell’area avrebbe dovuto calciare di potenza invece di cercare di piazzarla: per Perin è stato un giochino arrivarci.
STERILITA’ Non che il Genoa davanti abbia fatto sfracelli, intendiamoci. Si è trattato della classica partita da «volemose bene», il pari accontentava entrambe e per il pari hanno giocato a tutti. Quindi niente accelerazioni una volta giunti sulla trequarti e difese che avevano regolarmente la meglio sugli attaccanti. I due tecnici hanno provato ad attingere dalla panchina. Ballardini ha curiosamente sostituito Galabinov a trenta secondi dall’intervallo mentre Maran ha fatto ricorso all’esperienza di Pellissier dopo un’oretta di gara. Sia Inglese che Giaccherini che Castro (altra staffetta) hanno bisogno di mettere minuti nella gambe essendo lontanissimi dalla forma standard. Ci si riproverà sabato contro il Cagliari. Il Genoa tornerà a Marassi sempre sabato sera ospitando l’Inter. I rossoblù hanno un’andatura record in trasferta (19 i punti conquistati), ora la sfida è regalare gioie non previste nel proprio stadio. Tanto l’incubo retrocessione è ormai alle spalle.