K2: I POLACCHI VANNO SUL SICURO E SCELGONO LA VIA ITALIANA
Gli Ottomila del Pakistan
Dagli Ottomila del Pakistan sono arrivate quasi contemporaneamente due notizie molto diverse: una logica e l’altra che mi pare tutto tranne che tale. Auguro buona fortuna ai volonterosi alpinisti pakistani del villaggio Machulo, nel Baltistan, che vogliono andare, ancora in pieno inverno, sul Nanga Parbat a recuperare il corpo del polacco Tomek Mackiewicz, rimasto a quota 7280 sul Bacino Bazhin.
Al K2 il grande Krysztof Wielicki, che guida la spedizione nazionale polacca, ha giustamente scelto di abbandonare la via sullo Sperone SudSud-Est, individuata per primo dal britannico Doug Scott, e di spostare gli sforzi sulla via considerata normale: lo Sperone Abruzzi. A dettare questa decisione sono stati i pericoli ai quali sono andati incontro prima Adam Bielecki, per fortuna salvato dal casco, e poi Rafal Fronja, che ha avuto un avambraccio fratturato e ha dovuto abbandonare la spedizione. È veramente strano che in pieno inverno ci siano state scariche di sassi così frequenti. Di norma, ciò avviene d’estate, quando i raggi del sole li liberano dal ghiaccio. Probabilmente a provocare ora le scariche devono essere stati dei venti fortissimi in quota. I polacchi hanno iniziato subito le operazioni sulla via conclusa per primi dagli italiani nel 1954. La mitica spedizione guidata da Ardito Desio e «salvata» dal «sacrificio» delle proprie ambizioni da parte di Walter Bonatti. Vedremo se gli uomini di Wielicki, che è espertissimo di invernali, sapranno continuare a fare squadra. Il tempo stringe e le pressioni su di loro sono certamente molto forti, perché si tratta appunto di una spedizione nazionale, finanziata anche dal governo.