La Gazzetta dello Sport

«Fondo la medaglia e ci faccio l’anello per la fidanzata»

●Dome: «Peccato per l’ultimo colpo, poteva essere oro. Ma ripaga venti anni di sacrifici»

- Stefano Arcobelli INVIATO A PYEONCHANG (SUD COREA)

Dominik Windisch tra battute, commenti e ragionamen­ti, comincia a godersi la gemma di bronzo.

Dome, tutti aspettavan­o la Wierer, ma la prima medaglia è sua.

«Ma io Dorothea la vedo come un idolo, per come riesce a gestire tutto. Lei è la superstar: il 70% delle attenzioni sul biathlon sono su di lei, in squadra è molto importante avere una come lei. Doro fa vedere alla gente il nostro sport: è fondamenta­le che stiano arrivando più giovani, più alto sarà il livello più arriverann­o medaglie. Stiamo crescendo. Io non sono un ragazzo casinista. Sono uno che segue le regole, vuol fare bella figura».

DIVIDO IL TRIONFO CON MIO FRATELLO LUI ERA IL MIO IDOLO DA PICCOLO

SU MARKUS «MI HA MOTIVATO»

Ha fatto un figurone...

«È il premio a 20 anni di fatica: ho lavorato davvero tanto, quante sconfitte ho dovuto mettere via e poi continuare, non mollare e guardare avanti».

Al traguardo ha urlato senza sapere ancora il risultato.

«Nell’ultimo giro sono stato aggressivo, sentivo la voce dei tecnici, le loro emozioni mi hanno spinto ogni secondo, ogni metro; cercavo di andare al massimo, motivato a dare tutto quasi per loro, per accontenta­rli, continuava­no ad urlare...».

È stato un bronzo thrilling...

«Non era facile saper cosa fare. Ho cercato di tirare al meglio, di reagire, stare tranquillo. Ci sono riuscito a parte l’ultimo colpo, che ora mi pesa tantissimo. Forse è un oro perso ma in quell’istante mi sono spaventato, pensavo di aver perso tutto...».

Gran festa per la squadra.

«È gente che lavora tutto l’anno, anche quando non c’erano i risultati. Se penso a quante volte ne ho parlato ad Ando Zingerle, a Patrick Favre, che ha vinto tanto ma nessuna medaglia olimpica... Stiamo ricreando il loro ciclo. Loro ci mettono il cuore. Io ci ho messo le gambe».

Quanto deve a suo fratello Markus?

«Lui si è ritirato dopo Sochi, questa medaglia vorrei dividerla in due, una parte per la squadra e una per Markus. Da piccolo era il mio idolo e prima della gara mi ha scritto dicendo che era orgoglioso di me: mi ha motivato e detto di godermi ogni momento. Quando si smette si capisce cosa si è perso e, potesse, uno tornerebbe indietro».

Pronto al bis?

«Ora devo concentrar­mi e cercare di dormire bene. Non sarà facile con queste emozioni. E non vedo l’ora di avere la medaglia in mano perché sia realtà. Per ora sembra un sogno».

Quello da bambino che si è realizzato.

«Avevo 10 anni quando ho iniziato. Tante sconfitte dalle quali ho imparato. Questo è il biathlon, ci sono più sconfitte che vittorie. Bisogna godersi questi momenti speciali».

Com’è cambiato Dome?

«Ora non mollo mai. Sono un duro, sempre, fino alla fine. In gare così estreme, quando c’è vento, sai che anche gli altri sbaglieran­no».

È una sorpresa questo podio?

«Negli ultimi anni ho fatto tantissime esperienze, gare davanti o con i primi. E ho imparato a stare tranquillo e a concentrar­mi sul lavoro. Il biathlon è difficile: Fourcade e Johannes Boe volevano la vittoria, visto dove sono?».

Chi è Windisch?

«Uno che resta coi piedi per terra, quello per me è importante. Nel nostro sport si va su e giù come niente. Quindi piedi per terra e guardare avanti».

Cosa c’è oltre al biathlon?

«Vedere tanti film, disegnare, fare ritratti, leggere libri».

Il ritratto migliore?

«Alla mia fidanzata. Si chiama Yulia, è di Valdaora. Forse l’ho vista con più dettagli».

La porterà in vacanza?

«Avevo immaginato una sorpresa: ho pensato che se prendevo una medaglia avrei fuso il metallo per fare un anello di fidanzamen­to. Sarebbe meglio d’oro, ma ora non sarà più una sorpresa».

La sua medaglia è un po’ altoatesin­a...?

«Ne abbiamo discusso l’altro ieri a tavola: io mi sento molto italiano e sono dell’Esercito. Sono gli italiani che a volte mi fanno sentire altoatesin­o. Magari ordino un gelato e mi rispondono in inglese...Poi ci sono i fissati, i patriottic­i...».

 ?? IPP ?? Dominik Windisch, 28 anni, sul podio di fine gara
IPP Dominik Windisch, 28 anni, sul podio di fine gara
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy