«La discesa posticipata non dà problemi Basta godere gli attimi positivi dell’attesa»
● La discesa è stata spostata di 4 giorni. Come si gestisce un’attesa del genere ai Giochi? «I discesisti azzurri sono esperti, sanno che può capitare, hanno vissuto questa situazione in altre occasioni. In questi casi bisogna godersi ogni istante che separa dalla gara. Ogni istante è un godimento, cerchi le cose positive. Se non è così ti agiti, oppure subisci la pressione mediatica che alla fine è una costruzione mentale. Chi riesce a farlo avrà energie supplementari per la gara».
● Che supporto viene dato agli atleti prima della gara?
«I discesisti sono perfetti, non sono intervenuto. Con gli altri si mette ordine: all’Olimpiade vince chi riduce al minimo il margine. Per farlo serve sicurezza e pensiero lineare. Tutto lo staff insegue questo obiettivo. Lavoro molto con i tecnici, con Max Carca in particolare: i coach
devono crescere sempre di più nella loro competenza, che è già molto elevata, per affinare alcuni dettagli. Lavoriamo sulla monoidea, un pensiero dominante che l’atleta deve avere per non disperdere energia. Non concentrarsi sul risultato, che mette ansia e non è sotto controllo, ma sulla prestazione».
Da quanto viene fatto questo lavoro sui tecnici?
«Già dai tempi di Ravetto, un tecnico illuminato sotto questo aspetto. Carca l’ha portato avanti e incrementato. Gli allenatori italiani sono sensibili: chi non viene chiamato all’estero paga il fatto di non conoscere l’inglese, perché sotto il piano tecnico e psicologico sono molto bravi».