La Gazzetta dello Sport

Chiesa dei miracoli Italia tutto cuore Spagna domata

●La Errani batte la Suarez, poi dalla rivelazion­e Deborah il punto del 3-1: «L’azzurro dà la carica»

- Federica Cocchi INVIATA A CHIETI

«Ready to fight», pronta a lottare, scriveva Deborah Chiesa su Instagram poco prima di scendere in campo nel secondo singolare della giornata contro Lara Arruabarre­na. Per combattere ha combattuto, fino all’ultima goccia di coraggio e ha portato a casa una vittoria più grande di lei e dei suoi 21 anni. Tre set, 9-7 al tie break, match point sprecati e annullati, paura, ansia, tensione, responsabi­lità. Un successo più grande delle aspettativ­e, perché va detto che pochi si aspettavan­o che l’Italia delle nuove leve e di una Sara Errani in lenta ripresa, avrebbe battuto la Spagna. E invece è successo, e mentre Tathiana Garbin e i suoi teneri virgulti festeggian­o e si abbraccian­o in lacrime saltelland­o sulla terra rossa di Chieti, le spagnole rimuginano sul playout che le aspetta in primavera.

BUON INIZIO La giornata era già iniziata bene, con la Errani capace di piegare al terzo set l’amica e rivale Suarez, la più forte delle loro e senz’altro una delle giocatrici più in forma di questo inizio anno con i quarti raggiunti a Melbourne. In più, Carla è una specialist­a della terra e ama l’indoor con la sua assenza di fattori esterni. Ma Sara, che pure era avanti nei precedenti (8-3), ha sentito molto la responsabi­lità di essere la veterana della squadra. Un ruolo interpreta­to con grinta fino alla fine, battendo la spagnola e portando in vantaggio 2-1 l’Italia: «Ho cercato di giocare bene tutta la settimana e per me questo passaggio del turno ha quasi il sapore delle vittorie del passato», racconta emozionata.

MIRACOLO Deborah di cognome fa Chiesa, se c’era dunque qualcuno a cui chiedere un miracolo non poteva che essere lei, due ore e mezza in campo senza mai mollare. «Ancora non mi sto rendendo conto di quello che ho fatto — racconta tormentand­osi le unghie dipinte—. Se ci ripenso mi passa tutto davanti agli occhi come un film», o come in uno dei romanzi che ama leggere per rilassarsi. Che potesse giocare il secondo singolare era nell’aria, per mantenere fresca la Paolini che avrebbe poi potuto affrontare il doppio decisivo. Ma di Jasmine non c’è stato bisogno, perché Deborah (con l’acca) da Trento, trasferita ad Anzio ad allenarsi con Francesco Piccari, ha centrato il jackpot. «Quando Tathiana mi ha detto che avrei giocato mi sono emozionata. Perché il pubblico è stato incredibil­e e già la prima giornata a fare il tifo mi sentivo quasi male per la potenza dei boati». Il PalaTrical­le è stato il fattore in più in questo weekend: «Parte di questo successo è anche merito loro, nel tie break a un certo punto non riuscivo nemmeno a respirare ma ho dato tutto, tutto quello che avevo. Perché alla fine stavo facendo quello che ho sognato per tutta la vita». Da quando, a sei anni, ha preso per la prima volta in mano la racchetta. «Giocavano tutti nella mia famiglia, è stato inevitabil­e che iniziassim­o anche io e mia sorella. E ci è piaciuto subito, a me di più». Tanto da farne un mestiere che la porta in giro per il mondo, lontano da amici e famiglia: «Ma non è un vero sacrificio — racconta — sono rimasta ad allenarmi in Trentino fino a che non ho preso la maturità linguistic­a. Poi ho deciso che questo sarebbe stato il mio mestiere e lo faccio con grande gioia, tornando a casa quando posso, perché alla mia terra sono molto legata. Ad Anzio però mi trovo benissimo e ringrazio il mio coach Francesco e anche Karin Knapp che è venuta a sostenermi».

TORNADO AZZURRO L’energia della Chiesa è colorata d’azzurro come i suoi occhi, lo smalto che orna le sue unghie, e la divisa della Nazionale: «Sembra una frase fatta, un luogo comune, ma l’ho provato sulla mia pelle: giocare per il tuo Paese ti porta in un’altra dimensione. Con Tathiana Garbin è inevitabil­e metterci il cuore. Lei è una grande capitana, la persona migliore per crescere un gruppo come il nostro». Il 21 e 22 aprile queste ragazze torneranno in campo per il playoff. Miracolo o no, la Chiesa ci sarà.

«HO INIZIATO A SEI ANNI CON MIA SORELLA: MA IO ERO PIU’ BRAVA»

«LA GARBIN E’ LA CAPITANA GIUSTA PER FAR CRESCERE QUESTO GRUPPO»

DEBORAH CHIESA SULLA VITTORIA DI IERI

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Deborah Chiesa, 21 anni, è numero 179 della classifica

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