La Gazzetta dello Sport

Moro-Lunger Che Vittoria a meno 60°!!!

●Salgono Pik Pobeda (traduzione dal russo: vittoria) nel Polo più freddo della Terra

- Alessandro Filippini

La spedizione di Simone Moro e Tamara Lunger era iniziata, il 22 gennaio, con la partenza alla volta di Mosca su un aereo della compagnia Pobeda e il loro obiettivo era la prima salita invernale dell’omonima montagna siberiana, Pik o Gora (che significa montagna) Pobeda: 3003 metri. La più alta delle vette della catena dei Cerskij. Logico che ieri la comunicazi­one del successo della spedizione sia stata riassunta in quell’unico sostantivo: «Pobeda!». In russo significa «vittoria». Diciamo anche che l’estrema sintesi è dovuta pure alla situazione in cui si trovano i due alpinisti italiani, persi nel grande nulla ghiacciato. Sono assai precarie le loro possibilit­à di comunicare... Hanno, infatti, potuto aggiungere solo un minimo di informazio­ni sulla loro impresa: 7 ore circa, per arrivare in vetta alle 15.37 ora locale, e 11 ore totali per fare ritorno alla tenda del loro campo 1, ai piedi della montagna. Tutto in velocità. Che era la sola possibilit­à di successo.

SLITTE «Ha nevicato tutto il giorno però c’era visibilità, ma tanto tanto tanto freddo, quanto non so!» è stato il commento a «caldo» di Simone e di Tamara, appena arrivati alle baracche dei pastori nomadi, che li hanno recuperati e riportati al «caldo» con le motoslitte . «Siamo infinitame­nte grati del supporto dei nomadi!», ha scritto Moro. Infatti il piano di fare un campo base nella valle alla base della parete era naufragato per via della neve troppo farinosa, che ha impedito la costruzion­e di una truna in cui inserire la tenda, ottenendo così temperatur­e accettabil­i, cioè tipo quelle dei campi alti sugli Ottomila. Il significat­o del viaggio di Moro e Lunger era certamente le cima raggiunta ieri, ma anche, se non soprattutt­o, quello di affrontare una inedita avventura, in condizioni davvero estreme come quelle del cosiddetto Polo del freddo. La catena chiamata Chersky Range è poco conosciuta perché si trova nella più lontana Siberia, nei pressi del Circolo Polare Artico, in regioni classifica­te appunto come le più fredde del pianeta. Le città più vicine (vuol dire meno lontane…), Oymyacom e Yakutsk, si contendono tutti gli anni il record di centro abitato dove si è registrata la temperatur­a più bassa. Si sarebbe arrivati fino a -71!

POCHE ORE Moro e Lunger, accompagna­ti dal fotografo Matteo Zanga, amico di lunga data di Simone (era stato con lui anche al Nanga Parbat), e dal reporter italo-russo Filippo Valoti Alebardi, hanno dovuto affrontare non soltanto la salita di una montagna sconosciut­a, avendo a disposizio­ne pochissime ore di luce e con il sole che, quando c’è, comunque non si alza di molto sulla linea dell’orizzonte. Il che fa sì che le temperatur­e affrontate non si raggiungan­o nemmeno in vetta agli Ottomila. Altrettant­o complicato è stato l’avviciname­nto,

dopo i voli a Yakutsk e poi a Ust-Nera, ultima città. Di lì, per raggiunger­e Sasyr, ultimo luogo regolarmen­te abitato, a 350 chilometri di distanza, hanno dovuto viaggiare lungo i fiumi ghiacciati con delle camionette Uaz 4x4. Infine, su slitte a motore sono andati in quella che è la base utilizzata per preparare la scalata: le citate capanne dei nomadi pastori di renne. Quasi impossibil­e salvare le batterie fuori da quel rifugio. Per questo Simone e Tamara, privi di ogni altro collegamen­to, hanno potuto comunicare solamente con brevi sms dal loro apparecchi­o «inreach» della Garmin.

 ??  ?? Sotto la freccia il Pic Pobeda
Sotto la freccia il Pic Pobeda
 ??  ?? Tamara Lunger (28 anni a giugno) e Simone Moro 51 (anni a ottobre) sono riusciti nell’impresa Siberiana. Questa è una immagine di repertorio delle loro spedizioni passate
Tamara Lunger (28 anni a giugno) e Simone Moro 51 (anni a ottobre) sono riusciti nell’impresa Siberiana. Questa è una immagine di repertorio delle loro spedizioni passate

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