Belinelli firma con Philadelphia E’ la nona maglia in 11 stagioni
● Dopo l’addio ad Atlanta, la scelta ricade sui 76ers, in corsa per i playoff a Est
Le valigie le aveva già pronte da giorni, Marco Belinelli. Ma fare i bagagli è ormai una sua specialità. Perché il Beli è un girovago della Nba: erano otto squadre in 11 stagioni fino a sabato e adesso sono diventate nove. Però di andarsene a metà campionato non gli era ancora capitato. Al suo incredibile tour d’America, aggiunge Philadelphia, fresca vincitrice del Super Bowl, ma a secco di titoli Nba dal 1983 e soprattutto senza playoff dal 2012. Per il momento l’azzurro non può commentare l’ulteriore cambio di canotta, perché fino a questo pomeriggio la notizia non potrà essere ufficializza: infatti dopo la risoluzione del contratto (buyout), per regolamento, un giocatore rimane in una sorta di limbo per le successive 48 ore a disposizione di ogni altro team. Ma quasi certamente nessuno lo reclamerà. Ieri, Marco ha abbandonato Atlanta per Philly, dove oggi sosterrà le visite mediche prima di mettere nero su bianco. Con queste tempistiche, non è ancora sicuro se ce la farà a esordire stanotte contro New York o dovrà rimandare il debutto a mercoledì sempre in casa contro Miami.
TAM TAM Era stato lui stesso a confermare il fortissimo tam tam rilanciato da tutti i siti specializzati nella serata di sabato con un tweet che non lasciava dubbi: «Trust The Process». Cioè il mantra dei 76ers di questi ultimi tempi: fidatevi del progetto, quello avviato da un po’ di anni. Beli arriva in un team in cui spicca il talento del lungo camerunese Joel Embiid e della 1a scelta 2016 Ben Simmons (in attesa di recuperare quella del 2017, Markelle Fultz), con a fianco veterani come JJ Redick, Amir Johnson e Jerryd Bayless. Un cast pronto a dar battaglia per conquistare i playoff a Est (i Sixers sono ottavi con 28-25) con la missione di fare più strada possibile. Beli sarà il veterano che entrerà dalla panchina e darà una mano con la sua esperienza (portando in dote dagli Hawks 11.4 punti, 2 assist e 1.9 rimbalzi in 23’ di media): una voce in più nello spogliatoio. Insomma, un ruolo non solo da comprimario: esattamente ciò che cercava. Perché c’erano tante pretendenti a fargli la corte per averlo al loro servizio. Anche società con ambizioni da titolo come Houston, Boston e Golden State, ma la priorità del Beli era di avere la considerazione dell’allenatore e sicurezze su un minutaggio adeguato. Assicurazioni che deve aver ottenuto da coach Brown.
ANTICIPO Le valige le aveva preparato con largo anticipo, il bolognese. Perché gli Hawks, la squadra con cui ha giocato fino a domenica scorsa, gli avevano comunicato di volerlo cedere entro la chiusura del mercato invernale, alle 21 di giovedì scorso. Addirittura gli avevano fatto saltare una gara casalinga e non lo avevano portato in trasferta a Orlando. C’erano almeno nove offerte sul tavolo per il suo contratto da 6.6 milioni di dollari, ma con l’arrivo della deadline, la speranza di andarsene dalla franchigia fanalino di coda della Nba era sfumata. Allora era subito balenata l’idea del buyout, realizzata in un paio di giorni. Marco confida di andare all’assalto di traguardi importanti in questa seconda metà di stagione, con la possibilità di metter in mostra il suo valore. A fine anno sarà di nuovo free agent, dovrà sondare il mercato per ottenere un altro incarico e indossare probabilmente la sua decima maglia diversa. ● Le squadre di Beli in Nba dal debutto nel 2007: Golden State, Toronto, New Orleans, Chicago, San Antonio, Sacramento, Charlotte, Atlanta e Philadelphia
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