La Gazzetta dello Sport

Bentornato C’è un nuovo Moser «Grazie a Francesca»

Laigueglia, già suo 6 anni fa, assolo del trentino: «Avevo perso la fiducia, ora sono un altro. Merito della serenità»

- Luca Gialanella INVIATO A LAIGUEGLIA (SAVONA)

La folla dei bambini lo cerca per un selfie, come un idolo rock. Moreno uno di loro, le braccia verso l’alto, per alzare il volume degli applausi. L’urlo al cognome Moser. Chi tifa, ha un bisogno disperato di riconoscer­si in un simbolo, perché quando si leggono storie da incubo come quelle svelate dalla Procura di Lucca, è naturale che manchi l’aria. Ieri erano in migliaia lungo le strade del Trofeo Laigueglia. Sono tornati a casa felici.

Qui, in trionfo sei anni fa, Moreno Moser ne aveva 21. Adesso un altro assolo, l’inizio della nuova vita sportiva. E a proposito di simboli, Moreno, che è dell’Astana, ha vinto in maglia azzurra: la Nazionale del c.t. Amadori ha corso come una squadra top, con i dilettanti «che sembravano profession­isti del WorldTour», applaude Moser. Due stoccate: all’inizio del circuito di Colla Micheri-Capo Mele (4 volte) per rientrare sui 13 al comando, e all’ultima tornata per staccare i cinque di testa nel tratto al 15%. «E quando sei da solo, torni a goderti tutto di nuovo. È sempre la cosa più bella. Una liberazion­e». Non vinceva dal Giro d’Austria 2015, l’anno scorso k.o. per la mononucleo­si. Un bel regalo per papà Diego, oggi 71 anni. A 43”, Totò su Busato.

Moreno, come ha vissuto questi mesi?

«Davvero male, avevo perso la fiducia. Per questo ho voluto sempre tenere un profilo basso, troppe volte si sono create aspettativ­e non mantenute. Non ci credevo più tanto e avevo pensato di trovare un’altra strada, con più motivazion­i. Ma il corridore che stavo diventando non mi piaceva. Sono sempre cresciuto con l’idea di fare il campione, non il corridore, con tutto il rispetto».

E che cosa è successo?

«Innanzitut­to la serenità con Francesca, la mia ragazza. Anche lei è della Val di Cembra. Lavorava in Austria, io andavo lì, e invece adesso è con me a Montecarlo. Nel ciclismo si arriva sempre troppo presto a conclusion­i azzardate, vai piano e si dice che non fai il corridore, e invece io ho sempre amato questo lavoro. Andare forte non è solo allenament­o, è una somma di fattori. È la tranquilli­tà, è la sicurezza di testa. Ho fatto un inverno perfetto, non ho mai perso un giorno. Era un bel po’ che non avevo la sensazione di essere il più forte. E in Quinziato, come procurator­e, ho cercato una persona che mi stesse vicino dal lato psicologic­o. Laigueglia 2012 mi fece capire che questo era il mio lavoro, oggi ho capito che devo far sparire tutti i miei dubbi».

Ha letto l’indagine di Lucca, con i genitori che incitano i figli al doping?

«Fa male. In tanti non si sono resi conto del cambiament­o che c’è nel ciclismo profession­istico. Io questo sport lo farei fare ai miei figli, è lo sport più bello e pulito che c’è. In passato il doping veniva dall’alto, adesso viene dalla disperazio­ne, da quelli che pagano per correre, da chi si ritrova davanti un vuoto e, prima di smettere, si gioca un’ultima carta, da dilettanti che pur di passare farebbero di tutto. Ma ci vorrebbe innanzitut­to la consapevol­ezza che questo non è uno sport per tutti. Alla base ci deve essere il talento. E prendo a prestito una frase di Saviano: bisogna rieducare i bambini alla sconfitta, a saper perdere. Perché adesso vince il mondo fatto dai social, dove, se non sei realizzato e non hai tanti soldi, non funzioni e non c’è nulla che vale».

E di suo cugino Ignazio, tra il Grande Fratello e Cecilia Rodriguez, che cosa pensa?

«Vedo benissimo la sua scelta. Ignazio aveva grandissim­o talento per il ciclismo, ma gli stava stretto, diventava un limite. Questo sport ti porta a spegnerti come persona, a qualcosa devi rinunciare. Ignazio ha grandissim­a personalit­à, sa stare con la gente: ora lo vedo molto più a suo agio e più felice». ARRIVO: BATTUTI TOTO’ E BUSATO 1. Moreno MOSER (Italia/Astana) 200 km in 5.10’50’’, media 38,606 km/h; 2. Totò a 43’’; 3. Busato; 4. Bagioli; 5. Gavazzi; 6. Asgreen (Dan); 7. Combaud (Fra); 8. Thalmann (Svi); 9. Hermans (Bel); 10. Masnada a 48’’; 11. Jauregui (Fra) a 58’’; 12. Finetto a 1’12’’; 13. Brambilla a 2’21’’; 14. Dillier (Svi) a 2’37’’; 15. Andreetta. Partiti 141, ritirati 99.

 ??  ?? La gioia di Moreno Moser, 27 anni, sul traguardo del 55° Trofeo Laigueglia MOSNA
La gioia di Moreno Moser, 27 anni, sul traguardo del 55° Trofeo Laigueglia MOSNA
 ??  ?? Moreno Moser bacia subito dopo il traguardo la fidanzata Francesca BETTINI
Moreno Moser bacia subito dopo il traguardo la fidanzata Francesca BETTINI

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