Il Gallo torna a cantare Il Toro rivede l’Europa con la cura Mazzarri
Aprire i luoghi della memoria prima della partita ha portato fortuna, e forse si potrebbe parlare anche di effetto Filadelfia. Ma in realtà il Toro continua a volare grazie a qualcosa di molto più attuale e meno nostalgico, e cioè la carica e la personalità che ha portato Walter Mazzarri, ieri in tribuna per squalifica. Continua dunque la serie positiva con vista sull’Europa, cominciata da Mihajlovic con due pareggi prima di togliere il disturbo: ora siamo a 13 punti in 7 partite, tre vittorie tutte in casa senza prendere gol. Solidità difensiva e Belotti che torna a segnare dopo quasi due mesi: le condizioni ideali per presentarsi al derby. E l’Udinese? Sta tutta nello zero alla voce «tiri in porta» e si sente penalizzata dalla decisione della Var dopo neanche un quarto d’ora: l’episodio che fa girare il pomeriggio, in tutti i sensi.
TORO CARICO
Maxi Lopez, il grande ex che secondo Sinisa giocava con una lavatrice sulle spalle tanto era grasso. La Maratona l’ha applaudito prima del via, lui ha ricambiato finendo in fuorigioco nell’azione che porta alla traversa di Lasagna e poi al gol di Barak cancellato da Abisso. Cancellato anche lo spavento, il Toro a quel punto scatena tutta la forza esplosiva del suo tridente: Iago Falque, uomo ovunque che coprirà, sempre in modo eccellente, tre ruoli diversi. A sinistra, Niang generoso e un po’ impreciso. E poi lui, il Gallo Belotti, che parte con qualche timore e regala un contropiede dei suoi, oltre 50 metri di sportellate con Nuytinck e soprattutto Samir che tenta inutilmente di fermarlo. Il 4-3-3 granata dimostra di funzionare alla perfezione: le due ali del tridente giocano molto larghe, a volte si scambiano fascia per non dare punti di riferimento e costringono Widmer e Zampano a stare ancora più bassi del solito, mentre venti metri più indietro Rincon si occupa di annullare Behrami, e Obi e Baselli frenano l’impeto di Barak e Jankto, gli incursori dalla Repubblica Ceca che tante volte hanno fatto la differenza. La differenza la fa invece Iago, che manda a segno N’Koulou con un angolo da destra: gol di testa da attaccante vero. Poco prima del 2-0, Frustalupi mette in pratica la mossa provata in settimana da Mazzarri: fuori Obi, dentro Moretti. E quindi difesa a tre con Iago che va a fare il trequartista. Poi, blindata la partita, lo spagnolo chiude la sua mutazione tattica: seconda punta accanto a Belotti nel 35-2 perché Niang lascia il posto ad Ansaldi, nuova mezzala sinistra. Il rinato Toro è anche
●Apre N’Koulou, gol annullato all’Udinese dalla Var. Poi si scatena il Gallo, con Falque che fa tre ruoli. Staccati i friulani, Atalanta più vicina: fiducia granata
LA CHIAVE
Il 4-3-3 granata funziona in tutte le fasi, l’Udinese cambia più volte sistema ma chiude senza tiri in porta
questo: un laboratorio tattico sempre aperto.
UDINESE SPENTA Oddo sostiene di non aver capito la decisione della Var. Aggiunge anche che la squadra «non è stata schiantata», che la partita è rimasta a lungo in equilibrio ed è stata decisa dagli episodi. Ci permettiamo di dissentire perché al di là dello zero in casella ricordato all’inizio, l’Udinese ha faticato molto a costruire senza riuscire a essere pericolosa, limitandosi a uno sterile possesso palla senza affondare i colpi. Ha scelto cioè il basso profilo in una partita già complicata in partenza. Dopo aver sostituito lasagna per infortunio, più tardi è passato al 3-4-1-2 con De Paul dietro le
punte ma non è servito a molto. Così come tentare il 4-3-3 con un centrocampista in più (Hallfredsson per Larsen) e De Paul che si sposta sulla destra come aveva cominciato a fare con Delneri. La squadra è sembrata un po’ troppo legata per mostrare l’idea di gioco consolidata che tanta fortuna aveva portato dopo il cambio di allenatore: difesa bassa e contropiede. La classifica resta lusinghiera, ma questa sconfitta è una secchiata d’acqua gelida sui facili entusiasmi. Mettiamola così: dopo tanto correre, l’Udinese si è presa una pausa di riflessione. La prospettiva europea sembra più lontana: c’è troppa concorrenza.