La Gazzetta dello Sport

Sokratis «Dortmund, che Atalanta con Gasp e Gomez»

PAPASTATHO­POULOS E L’ITALIA NEL CUORE: «TORNARE? MAI DIRE MAI... SFIDA FONDAMENTA­LE. UN ORGOGLIO ESSERE IL CAPITANO DEL BORUSSIA»

- di CARLO LAUDISA INVIATO A DORTMUND (GERMANIA) @carlolaudi­sa

Sokratis Papastatho­poulos, 29

Uno spicchio d’Italia a due passi dal Signal Iduna Park di Dortmund, teatro della sfida di giovedì contro l’Atalanta. In primo piano ci sono due volti noti del nostro calcio, sponda vecchio Milan: Sokratis Papastatho­poulos e Pierre Aubameyang, il capitano in carica e la stella (di fresca dismission­e) del Borussia. L’appuntamen­to col difensore greco è all’Acqua Pazza, il ritrovo azzurro, inflession­e campana, in questo freddo angolo della Ruhr. All’improvviso spunta l’attaccante ormai dell’Arsenal, di passaggio nel giorno di riposo per ultimare il trasloco. La domanda sul rossonero mancato in estate è d’obbligo, la replica (col sorriso) ha un sapore agrodolce: «Il Milan ha dormito...». Ciao, ciao Italia. Invece Sokratis nel 2011 ha fatto in tempo a vincere lo scudetto col Milan (da comprimari­o) prima di diventare uno dei top player della Bundesliga. E questa sfida con l’Atalanta un po’ gli fa sentire aria di casa. «Sono da 7 anni in Germania e non dimentico certo quanto ho imparato in Serie A».

Il suo primo maestro è stato il burbero Gasperini.

«Avevo 20 anni e imparai tanto al Genoa. Gasperini sul campo è bravissimo, in tutte le sue squadre lascia un’impronta».

Anche nell’Atalanta, ovvio.

«Seguo la A in tv e i bergamasch­i rappresent­ano il bello della A. Squadra compatta, molto fisica, pericolosa sulle fasce e temibile sui calci piazzati. Proprio come ai miei tempi: anch’io feci 2 gol nella stagione del debutto in rossoblù».

Relazione impeccabil­e.

«La verità è che questo confronto nasconde tante insidie. Tutti ci danno per favoriti, Io invece dico che il pronostico è equilibrat­o: 50%-50%. Dobbiamo mettercela tutta per far pendere la bilancia dalla nostra parte se vogliamo passare il turno».

Che ricordi ha di Cristante e Petagna in rossonero?

«Nel mio anno al Milan loro erano ancora nelle giovanili. Ho imparato ad apprezzarl­i ora nell’Atalanta».

E il Papu Gomez? A Lione non lo conoscevan­o…

«E sbagliavan­o. Ha un grande talento e lo prova la convocazio­ne con l’Argentina. I suoi colpi di classe e la velocità sono armi temibili per tutti».

Via Aubameyang, dentro Batshuayi. Ha perso un amico.

«Con Pierre c’era un bel rapporto, resteremo sempre amici. Ma ormai era destino che andasse via. Devo dire che Michy s’è presentato davvero bene. E non solo per le capriole: sa far gol e la sua voglia di andare al Mondiale col Belgio può darci una bella spinta».

Anno strano per il Borussia.

«Siamo partiti con 6 vittorie in 7 gare. Poi gli infortuni ci hanno penalizzat­o».

In estate in amichevole avete perso di misura con l’Atalanta: gol di Ilicic.

«Quel giorno non giocai, le due squadre erano un po’ in maschera. È chiaro, però, che stavolta sarà tutto diverso».

A proposito: come mai non c’era contro l’Amburgo?

«Ero influenzat­o e d’accordo col mister ho riposato. Per dare il massimo in Europa League: ci attende un ciclo tremendo».

I vostri obiettivi?

«Tornare secondi in Germania e vincere l’Europa League, Atalanta permettend­o».

Dura la lotta per qualificar­si in Champions: da voi come da noi.

«Il Bayern fa corsa a sé, ha una rosa qualitativ­amente più ampia. Ma il campionato è cresciuto. Sia per gli investimen­ti che per il livello tecnico. Rispetto a quando sono arrivato si corre sempre tanto, ma ora c’è più cura per la tattica. Diciamo che la Bundesliga è il torneo che si avvicina di più alla Premier».

Un anno fa lo choc dell’attentato prima della sfida con il Monaco. Passata la paura?

«Quell’esplosione ci ha cambiato la vita, ma grazie a Dio non abbiamo avuto conseguenz­e fisiche. E quando vivi un’esperienza del genere capisci che il calcio va messo in secondo piano, va vissuto senza esasperazi­oni».

I vostri tifosi vi hanno aiutato?

«Certo, sono la nostra forza. In tante occasioni ci hanno dimostrato di aver compreso il nostro dramma. Loro ci appoggiano sempre e anche giovedì ci sarà una bolgia. Una fiducia è incondizio­nata. Anche se non tutto va per il verso giusto. Ad esempio quando abbiamo perso in casa due finali di Coppa col Bayern ci hanno applaudito ugualmente. È un orgoglio essere il capitano in questo club».

Nota differenze con l’Italia?

«E’ un lusso passare dalla Fossa dei Grifoni del Genoa alla Sud rossonera di San Siro e ora allo spettacolo di Dortmund. Qui in Germania ci sono meno esasperazi­oni, ma la carica che ti danno i tifosi italiani è davvero particolar­e».

Tornerebbe in Serie A?

«Mai dire mai, ma qui al Borussia sto bene. Ho contratto per un altro anno e il club vuol parlare del rinnovo. A me sta bene, ma mi preme soprattutt­o dare tutto per centrare i nostri obiettivi stagionali».

Come va con Stöger?

«Ci sta aiutando a ritrovare la migliore condizione. Del resto Bosz è stato sfortunato. Noi non davamo il meglio e ha pagato per tutti. Avevo un buon rapporto anche con lui, consideran­do che il mio primo pensiero è sempre quello di dare il massimo per la maglia che indosso. In 180 partite a Dortmund credo di averlo dimostrato».

I SUOI COLPI DI CLASSE E LA SUA VELOCITA’ SONO TEMIBILI PER TUTTI

PAPASTATHO­POULOS SU ALEJANDRO GOMEZ MICHY SI È PRESENTATO BENE, PUÒ DARCI LA SPINTA DECISIVA

PAPASTATHO­POULOS SU MICHY BATSHUAYI

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 ?? LAPRESSE ?? IN ITALIA Sokratis Papastatho­pou los, 29 anni, difensore del Borussia Dortmund, ha giocato in Italia tre stagioni: le prime due nel Genoa dal 2008 al 2010, poi è passato al Milan
LAPRESSE IN ITALIA Sokratis Papastatho­pou los, 29 anni, difensore del Borussia Dortmund, ha giocato in Italia tre stagioni: le prime due nel Genoa dal 2008 al 2010, poi è passato al Milan
 ?? LAPRESSE ?? CON GASP Gian Piero Gasperini, 60 anni, ai tempi del Genoa nell’ottobre 2015. L’attuale tecnico dell’Atalanta è stato in rossoblù il primo allenatore di Sokratis in Italia nel 2008
LAPRESSE CON GASP Gian Piero Gasperini, 60 anni, ai tempi del Genoa nell’ottobre 2015. L’attuale tecnico dell’Atalanta è stato in rossoblù il primo allenatore di Sokratis in Italia nel 2008
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