BELINELLI: «SIXERS SOLUZIONE IDEALE»
●L’azzurro al debutto con Philadelphia: «Giovane e ambiziosa. Intrigante anche per l’anno prossimo»
La trade che sembrava certa alla fine non è arrivata, così Marco Belinelli ha optato per la soluzione più sensata. Divorzio consensuale, via buyout, con gli Hawks per poter poi ripartire. Il presente dell’azzurro si chiama quindi Philadelphia, la squadra che, tra le tante pretendenti post svincolo, lo ha attratto di più per una serie di motivi: la corsa alla postseason, un buon minutaggio da ritagliarsi e un progetto tecnico interessante che sembra adattarsi perfettamente alle caratteristiche del bolognese. «Ho scelto Phila perché è una squadra giovane, ambiziosa che punta ai playoff e che ha tutte le potenzialità per fare bene – conferma Marco – Mi piace molto il loro modo giocare, è molto ben allenata, sa stare benissimo in campo e muove il pallone con grande altruismo».
Quanto ha pesato la presenza in panchina di Brown, ex storico assistente di coach Popovich?
«Molto. Non ci siamo mai conosciuti di persona perché io sono arrivato a San Antonio quando Brown è andato a Phila, ma ho grande stima di lui. So che il suo modo di allenare per certi versi è simile a quello di Pop, anche a lui piace un basket di squadra, nel quale tutti devono giocare con altruismo. Ci siamo sentiti spesso al telefono e mi ha prospettato un ruolo importante in questo gruppo. Il mio minutaggio? Naturalmente è presto per fare questi discorsi, spero di ritagliarmi un certo spazio e di dare il mio contributo. Il basket prodotto dai Sixers mi piace davvero. Ho visto diverse partite, stanno bene in campo, sono molto disciplinati nei blocchi e muovono benissimo il pallone. Sono convinto che mi troverò a meraviglia con i compagni».
Cosa pensa delle due stelle, Simmons ed Embiid?
«Due giocatori eccellenti che amano tantissimo la pallacanestro. Ben è incredibilmente versatile e ama passare, sono davvero curioso di giocare con lui. E Joel… che cosa si può dire su Embiid? Un cestista clamoroso, in grado di fare la differenza sia in attacco sia in difesa. Un giocatore spaziale».
Il linea teorica si alternerà con JJ Redick ma per caratteristiche potrete anche fare qualche minuto sul parquet insieme?
«Penso proprio di sì. JJ oltre a essere un grande tiratore sa muovere il pallone con intelligenza. Non siamo assolutamente incompatibili, anzi in un quintetto basso potremmo fare preoccupare non poco le difese avversarie».
Quella di Philadelphia potrebbe essere una tappa più duratura? Lo spazio salariale per la prossima stagione non manca.
«In effetti è così. Loro mi hanno seguito per diversi mesi, so che mi stimano. Adesso sono concentrato su questo finale di stagione, poi vedremo. Di sicuro sarebbe una soluzione intrigante».
Una città che peraltro vola sulle ali dell’entusiasmo sportivo dopo il successo degli Eagles al Super Bowl.
«E’ vero, la città è incredibilmente carica. Ma non solo per gli Eagles. Ho notato un netto cambio di rotta affrontando da avversario i 76ers al Wells Fargo Center. Ora c’è tantissimo calore, sarà bello giocare davanti al pubblico di Philadelphia».
Con il tre ovviamente non disponibile (il numero di un certo Allen Iverson) che maglia sceglierà a Philadelphia?
«Il 18, il numero che ricorda la mia scelta al draft e che indossavo a Golden State. Il tre naturalmente qui è sacro. “The Answer”… che giocatore incredibile, come lui ce ne sono stati veramente pochi nella Nba».
Dopo il tira e molla di questi ultimi giorni come si è lasciato con Atlanta?
«In modo molto professionale. L’ultima settimana naturalmente non è stata semplice, non vedevo l’ora che la situazione si sbloccasse e adesso sono contentissimo di questo epilogo. Comunque sia, per me sono stati mesi importanti e ho avuto la fortuna di giocare per un allenatore che stimo tantissimo come coach Budenholzer. A livello generale l’esperienza è stata positiva».