La Gazzetta dello Sport

Guardiola esalta il City: «È una squadra speciale»

● Il tecnico e la sfida al Basilea: «I miei sanno stare in campo, soffrono, hanno facilità di gioco e fanno risultato. De Bruyne? Da Pallone d’oro»

- CORRISPOND­ENTE DA LONDRA Stefano Boldrini

Oggi il Basilea ospiterà nell’andata degli ottavi di Champions la squadra più pregiata del mondo: secondo lo studio del Cies, costruire il Manchester City è costato 777 milioni di sterline, al cambio 878 milioni di euro. L’ultima perla è il difensore francese Laporte, acquistato a gennaio e pagato 65 milioni di euro. L’uomo del momento, tanto per restare tra denaro, diamanti e metalli preziosi, è però il belga Kevin De Bruyne. Aguero è finito in copertina con il poker rifilato al Leicester, ma Pep Guardiola ha oscurato – senza volerlo – il bomber argentino, definendo De Bruyne «un potenziale Pallone d’oro».

DE BRUYNE Il belga sta vivendo una stagione da favola. È quella della sua consacrazi­one e il mondiale di Russia potrebbe dargli la spinta definitiva. Sabato scorso, contro le Foxes, è salito in testa ad una classifica speciale: quella degli assist dei cinque campionati più importanti d’Europa. Dall’agosto 2012, sono ben 77: si è messo alle spalle anche Leo Messi, a quota 76. «Kevin può davvero rompere l’egemonia di Messi e Cristiano Ronaldo – le parole di Guardiola –. Per vincere il Pallone d’oro gli manca solo la conquista di un trofeo super: la Champions League». De Bruyne, lasciando sabato lo stadio Etihad, ha subito replicato al messaggio del suo allenatore: «Io darò tutto il meglio di me stesso per aiutare il mio club a vincere il più possibile».

PROGETTO CHAMPIONS Senza troppi giri di parole, è la Champions l’anello mancante al progetto dello sceicco Mansour. Il decennio sotto l’ala degli uomini degli Emirati Arabi ha portato il City tra le grandi del calcio inglese. Sono arrivati i titoli nazionali che mancavano da una vita: due campionati, una FA Cup, una Coppa di Lega, una Supercoppa. Manca però l’acuto internazio­nale ed è la grande missione di Guardiola: trascinare il City in cima all’Europa. I sedici punti di vantaggio in Premier sullo United consentono alla banda di Pep di affrontare la Champions nel migliore dei modi. Proprio ieri è iniziato il recupero degli infortunat­i: Sané, David Silva e Delph hanno ricomincia­to ad allenarsi. Il primo potrebbe persino giocare stasera. «Il suo recupero mi ha sorpreso – le parole di Pep –. I fisioterap­isti sono stati bravissimi». In ogni caso, Guardiola non sarà più costretto a portare solo 6 calciatori in panchina, raccoglien­do le critiche di Phil Neville, messo subito a tacere dal sarcasmo del catalano.

SQUADRA SPECIALE Gli ottavi con il Basilea non sono una passeggiat­a di salute perché la squadra svizzera ha orgoglio, consistenz­a tecnica, forza fisica e, particolar­e da non trascurare, ha battuto in casa lo United nella fase a gironi, ma è chiaro che il pronostico di questa doppia sfida è nettamente a favore del City. Il vero obiettivo è arrivare fino in fondo. «Non so se siamo pronti per vincere la Champions – spiega Guardiola –, ma questa squadra è davvero speciale. Rappresent­a un unicum nel mio lavoro di tecnico. Il modo di stare in campo, i risultati, la facilità di gioco e anche di soffrire: sono caratteris­tiche che ti portano lontano».

AGUERO Poi c’è Aguero, 13 reti nel 2018, poker al Leicester, un ritorno ad alti livelli dopo un periodo meno brillante. «Per me resta uno degli uomini cardine del mio gruppo», l’annotazion­e di Guardiola, per spazzare via una volta per tutte le voci di un rapporto non proprio idilliaco tra i due. Aguero è una garanzia: nato per segnare. E per vincere i trofei servono i gol.

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AFP Pep Guardiola, 47 anni, allena il Manchester City dall’estate 2016

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