La Gazzetta dello Sport

TALENTI BEN GESTITI UN BOOM CHE VALE ORO

- Di CARLO LAUDISA

Un raggio di sole sul campionato. Nel weekend che consacra l’istinto sotto rete del milanista Cutrone, gli show di Karamoh e Under rilanciano le ambizioni-Champions di Inter e Roma e indicano la via migliore per far cambiare marcia alla Serie A: mettere benzina verde nel motore a ragion veduta. Cioè al momento opportuno. In questi mesi Gattuso (e prima Montella), Spalletti e Di Francesco hanno accompagna­to la crescita dei loro talenti senza sovraccari­carli di responsabi­lità. A Verona Pecchia ha protetto l’Under 18 Kean, importante promessa della Juve. Può apparire paradossal­e, ma è una delle regole fondamenta­li per inserire un giovane nel nostro campionato fatto su misura per gli over 30. È una cautela indispensa­bile per non correre il rischio di perdere per strada gli eletti (si spera) di una generazion­e con maggiori responsabi­lità delle precedenti. Nell’anno della storica delusione Mondiale è positivo che ci sia un boom di italiani tra le nuove leve del gol. E la speranza che la loro spinta ci aiuti a svoltare. Non sarà facile, ma è bene guardare con attenzione ai messaggi positivi del campo.

Meritano delle consideraz­ioni le vicende che hanno portato alla valorizzaz­ione di tutti loro. Il Milan ha avuto l’accortezza di non cedere Cutrone, nonostante la concorrenz­a dei più gettonati e costosi André Silva e Kalinic. Il ragazzo ha atteso con fiducia la chiamata giusta senza lasciarsi prendere dalla frenesia di cercare subito un posto da titolare in un’esperienza in prestito (e le proposte non mancavano). Ora il Milan ha in casa un gioiello di cui si fatica a fare il prezzo. Il turco Under ha fatto il percorso inverso, visto che il talent scout Monchi ha speso oltre 13 milioni di euro per portarlo in gialloross­o. E quell’investimen­to all’inizio ha rischiato di condiziona­re l’attaccante, apparso spaesato nelle prime apparizion­i. Invece le sue ultime prestazion­i, dopo una lunga quarantena, lo eleggono a protagonis­ta della stagione romanista. Il lavoro, insomma, paga. Un po’ quel che è successo ad Appiano Gentile con il promettent­e Karamoh. La sua verve aveva colpito il pubblico interista già al debutto col Genoa, poi era finito nelle retrovie, con Candreva a tirare la carretta sulla fascia. Ora le parti si sono invertite e il francesino in un pomeriggio ha scaldato i cuori nerazzurri. E dire che il 31 agosto era arrivato con una formula davvero convenient­e: prestito biennale con obbligo di riscatto per soli 6 milioni. Un colpaccio di mercato, verrebbe da dire. Il tempo ci darà l’esatta portata di questo affare.

Questa storia, come quelle del sampdorian­o Torreira o del viola Chiesa, è ancora tutta da scrivere. Un fatto è certo: la loro affermazio­ne dimostra che non basta svuotare il portafogli­o per trovare la felicità nel calcio. Spesso paga di più cercare il talento ancora nascosto.

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