La Gazzetta dello Sport

Oggi la Liga vota per blindare Tebas e stoppare la Serie A

●●li spagnoli vogliono ratificare l’adeguament­o del contratto del n.1: si allontana la nomina come a.d. di Lega

- Marco Iaria Filippo Maria Ricci

La Liga accelera per blindare il suo presidente Javier Tebas. Si terrà oggi l’assemblea dei 40 membri per ratificare l’adeguament­o contrattua­le con relativo raddoppio dello stipendio e clausola anticoncor­renza. Gli spagnoli puntano così a spegnere le sirene italiane. Tebas, infatti, è il candidato numero uno per la carica di amministra­tore delegato della Lega Serie A. Non è un caso che l’assemblea della Liga sia stata anticipata in tutta fretta nella speranza di sfruttare le incertezze italiane. La riunione di domani della Serie A, infatti, andrà deserta dopo che otto club hanno annunciato la loro assenza facendo mancare il numero legale. Dal canto suo, Tebas, conteso come un top player, non si espone e alla Gazzetta dice: «Io non ho preso alcuna decisione in merito al fatto di restare in Spagna o di accettare l’offerta italiana: questa è un’iniziativa dei club di Liga e Segunda che non controllo e sulla quale non ho alcuna informazio­ne. E infatti non sarò nemmeno presente in sede per l’assemblea. Vedremo cosa succede domani (oggi, ndr), sono in attesa anche io».

ASSEMBLEA Il ragionamen­to fila. La decisione spetta alle società della Liga. Nell’assemblea di oggi c’è un solo punto all’ordine del giorno: aumento dello stipendio del presidente a 1,2-1,3 milioni netti all’anno (pareggiand­o l’offerta italiana) più 250mila euro di facili bonus; in più, una clausola che prevede in caso di licenziame­nto due anni di impediment­o per Tebas dall’assunzione di incarichi concorrenz­iali alla Liga. Votano 40 membri, cioè i club di prima e seconda divisione, con Barcellona e Siviglia che hanno due squadre ma un voto a testa. È vero che Tebas si è fatto qualche nemico in Liga, visto anche il suo decisionis­mo sulle politiche collettive, ma è impensabil­e che non si arrivi ai 21 voti necessari. Oggi sapremo davvero. Il manager, nel frattempo, non chiude la porta all’Italia, come testimonia il fatto che non abbia interrotto i contatti con il cacciatore di teste Egon Zehnder. La proposta della Serie A lo lusinga e lo affascina ma non può aspettare in eterno.

LEGA DIVISA Da qui (Spagna) c’è la certezza di un contratto valido fino al 2021 che sta per essere riccamente adeguato; da lì (Italia) un clima nebuloso legato, tra l’altro, agli equilibri politici della Serie A. La Lega continua a essere spaccata in due. È vero che Tebas non convince alcuni club (si tratta, pur sempre, di rinunciare al protagonis­mo assemblear­e) ma se la votazione fosse singola probabilme­nte la spunterebb­e. Il problema è che va inserita in un pacchetto di nomine, in primis quella del presidente, ancora in altomare. I club firmatari della lettera stoppa-elezioni (Juve, Inter, Roma e altre) hanno chiesto di aspettare il ritorno del commissari­o di Malagò (a fine mese) e l’assegnazio­ne definitiva dei diritti tv (Mediapro deve avere l’ok Antitrust). Se Tebas restasse in Spagna, prenderebb­e quota la candidatur­a di De Siervo, capo di Infront (Kahale era il terzo candidato a.d.). Ma i tempi non sono maturi.

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