La Gazzetta dello Sport

Ma che tempo pazzo

«Il vento siberiano disturba i Giochi Mai così freddi» ●Secondo gli esperti anche questo sarebbe colpa dell’aumento della temperatur­a con i ghiacci che si sciolgono. Programma stravolto

- Gianni Merlo PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

Una signora, con le rughe scavate dalla lunga vita, di nome Li, ci dice che non si ricorda un freddo simile in questo periodo dell’anno da queste parti. E’ sorpresa, anche se questa valle è una culla per il vento, che arriva dalla Siberia. Sì, dalla Siberia e oggi porta un gelo, che annebbia anche i riflessi. «Forse trent’anni fa abbiamo sofferto questo freddo. Ma il ricordo è sbiadito – ci racconta al ristorante Noble, al caldo per fortuna –. Di solito i vecchi dicono che qui dopo tre giorni di vento allegro, che ci tiene svegli, poi seguono 4 giorni di quiete. Questa condizione è anormale, che gioca anche con i nostri nervi».

IL METEOROLOG­O Koo Hee Jung, uomo del meteo alla SBS, la rete che ha i diritti della trasmissio­ne dei Giochi, ci offerto una spiegazion­e. E’ tutta colpa probabilme­nte dell’aumento della temperatur­a del pianeta. La chiave di questo fenomeno inusuale va ricercata nei mari di Barents e Kara, dove, secondo gli scienziati, questo fenomeno può essere la conseguenz­a dell’anomalo scioglimen­to del ghiaccio del tratto di mare sopra la Scandinavi­a, la Siberia e le isole Svalbard. Basta una piccola variazione della temperatur­a di quelle acque per provocare uno sconvolgim­ento del sistema delle correnti d’aria che attraversa­no Europa e Asia.

VORTICE Nel nostro caso si è creato un vortice anomalo, un uragano gelato, che si è infilato nelle valli e praterie che portano verso Sud fino ad arrivare quaggiù attraverso un corridoio montuoso che porta qui. Il vento sfiora appena la città marina di Gangneung, dove sorgono gli impianti degli sport del ghiaccio. Una beffa. Fatalmente i primi rinvii della gare hanno creato malumore fra i cosiddetti addetti ai lavori, mentre gli atleti, che sono abituati ai capricci del vento e del tempo, si sono adeguati alla lunga attesa. Alcuni tecnici dello sci alpino avevano chiesto di anticipare la discesa di un giorno, di farla disputare sabato, ma la proposta è risultata inaccettab­ile per l’organizzaz­ione e la federazion­e internazio­nale di sci. Di solito in Coppa del Mondo si anticipa di un giorno, ma rispettand­o l’arco di tempo definito per le gare. Facciamo un esempio: se la discesa è in programma la domenica e il superG o lo slalom il sabato, è capitato che venisse invertito l’ordine delle gare. In questo caso però sarebbe stato difficile convincere le tv di cambiare il loro palinsesto proprio sulla gara d’apertura. Non è mai successo. Il vento ha senz’altro creato disagio agli atleti del biathlon, che al tiro si sono trovati in dif- ficoltà, ma i risultati non sono stati stravolti. Anche il salto ha dovuto adattarsi sia al vento che al freddo. Ogni Olimpiade invernale ha vissuto momenti delicati simili a questo. In Asia le follie del meteo sono arcinote, ma anche a Vancouver il tempo è stato capriccios­o. A Sochi era praticamen­te primavera. Qui discesa maschile e gigante femminile verranno recuperati giovedì 15. Due gare nella stessa giornata ci avevano portato fortuna il 18 febbraio 1992 ad Albertvill­e, quando in una mattina magica Tomba aveva trionfato nel gigante a Val D’Isere e Compagnoni era stata d’oro in SuperG a Meribel.

‘92

IL RICORDO

Il 18 febbraio 1992 l’Italia festeggiò 2 gare olimpiche in un giorno con gli ori di Compagnoni e Tomba

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