La Gazzetta dello Sport

Vento, freddo e troppa tensione: l’Italia spara a salve

●In due gare, 31 errori al tiro. Windisch da 3° a 16°: «Emozionato». La Wierer si lamenta del gelo, Vittozzi vuole la mamma

- Stefano Arcobelli INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

L’Italia imprecisa impreca dal poligono: nessuno escluso. Compreso il fresco e felicement­e disorienta­to Dominik Windisch, bronzo nella sprint e unica medaglia (finora) della spedizione azzurra che oggi riceverà e non lo fa stare nella pelle. Doveva essere un giorno produttivo, questo delle due gare a inseguimen­to, ma alla fine è quello che lascia più perplessi gli azzurri.

FREDDO Se la prendono col vento forte, col freddo gelido (eufemismo) e la neve lenta, però sono tutti rimandati. Dopo due gare a mani vuote, Dorothea Wierer si fa ammirare solo per una delle 4 serie a zero errori: 4 li commette nelle prime due a terra e addio speranze di riscatto dalla sprint. «Muscolarme­nte mi fa quasi tutto male, non sono proprio sciolta: questo freddo c’è chi lo patisce meno e chi di più, io non riuscivo a chiudere il grilletto, non capivo più dov’ero: ho fatto un casino ma sono condizioni veramente difficili per tutte». Finirà 15a, 4 posti dietro Lisa Vittozzi: eppure la sappadina era arrivata a 15” dal bronzo virtuale, ma è rimasta ad esitare per poi sbagliare nell’ultima esecuzione dell’ultimo passaggio al poligono. «Dondolavo, sono stata sfortunata con queste ventate. Mi manca tanto la mamma, ma non mollo». Nicole Gontier aveva cominciato con 3 tiri a salve. La Wierer conferma di non essere ispirata da questa pista ma non dram- matizza: ci sono ancora 4 gare. «Il podio di Dominik ci rincuora».

EMOZIONI E pure Dominik torna dietro di 6 posizioni rispetto a Lukas Hofer (10° e 16°). «Non sono soddisfatt­o della mia prestazion­e. Era dura per me, ero pieno di emozioni: ho rischiato nell’ultimo poligono e sbagliato». Insomma, 31 errori in due gare sono troppi. Dirà Bormolini: «Te la giochi col destino, a momenti la serie à pulita , poi c’è e la raffica». Aggiustera­nno la mira consultand­osi con i tecnici. Le donne torneranno domani nell’individual­e e si scoprono deluse da questo primo doppio impegno. E’ il momento di Windisch:«Unico azzurro a medaglia? Non mi pesa, mi dà un po’ di motivazion­i, è difficile concentrar­si con quanto sto vivendo, ogni giorno imparo cose nuove e intanto mi sono tolto un peso ed è un grande onore che si parli di me». Mentre gli azzurri patiscono, Fourcade al poligono si gira davanti alle telecamere per dire «guardate come sparo». Dominerà. L’Italia del biathlon non si abbatte ma certo uscire a mani vuote da una giornata estrema come questa è un segnale che qualche mossa tecnica urge, almeno per quanto dicono gli atleti Ma domani è un altro giorno.

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LAPRESSE La delusione di Dominik Windisch, 28 anni

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