La Gazzetta dello Sport

DALLA BANDIERA AL TRIONFO

- Di FAUSTO NARDUCCI

Q uell’ultimo trionfo olimpico in extremis in slalom del «cavallo pazzo» Giuliano Razzoli a Vancouver 2010, fanno diventare ingordi.

C’è del metodo (tanto) in questo iperbolico, sensaziona­le argento: dalla preparazio­ne minuziosa alla spaccata balistica con la quale Federico Pellegrino beffa l’ultimo sparviero russo Alexander Bolshunov nella sprint a tecnica classica, format inedito per le conquiste olimpiche di un fondista italiano. Zorzi ci riuscì nel 2002 a Salt Lake City ma a skating, Chicco, che della sprint a skating è campione del mondo, ci riesce sorprenden­temente in alternato, la specialità dei nordici. «Rispetto il mio sport e l’alternanza della tecnica, stavolta si gareggiava in classico e la mia missione era prendere la medaglia con questo passo, per la rivincita a tecnica libera ci proverò in coppia». La prima sfida al norvegese Johannes Klaebo (che ha le sembianze di uno sparalesto alla Northug) si presentava assai complicata, per non dire impossibil­e: il vichingo è nato sui binari, ha braccia che mulinano ossessive e leggere, con ritmi impression­anti. Chicco è più forte di gambe, ma soprattutt­o è fortissimo di testa. E certi momenti, come quelli al diapason di un’Olimpiade, si vincono anche di personalit­à, di astuzia, di mestiere: Klaebo è di 6 anni più giovane dell’azzurro, il russo lo stesso, ma soprattutt­o ha gambe più lunghe e nella volata incidono. Chicco riesce a bruciarlo perché negli ultimi cento metri della finale si ribella all’idea di finire (a quel punto) di bronzo. Ed è ostinatiss­imo a credere che il secondo posto possa essere sfilato al nuovo Orso. Insomma, finisce con una gemma, con un’avvincente volata all’ultimo centimetro, con Chicco che davanti al traguardo viene travolto in tuffo da Greta Laurent, la fidanzataf­ondista che gli ha cambiato la vita sei anni fa.

IMPRESA Il valdostano che si considerav­a outsider mette in fila specialist­i scandinavi dell’alternato che non aveva mai battuto prima: da Golberg a Peterson, da Brandsdall­a ad Hakola, il più veloce delle eliminator­ie, quando Maicol Rastelli s’era imposto con il quarto tempo e poi illuso nei quarti, davanti a Chicco promosso con il nono tempo. Nei quarti s’era un po’ spremuto pur di non rischiare il tonfo, in semifinale aveva fatto le prove generali da podio accendendo con Klaebo e Bolshunov il confronto e di fatto cominciand­o a fare pensieri quasi da oro: «L’unico intoppo — dirà l’azzurro — è stato forse non credere abbastanza nei miei mezzi sin dai quarti, non era impossibil­e da battere ma è troppo giovane e forte per me in classico, tra una settimana voglio la rivincita e non ho più niente da perdere perché il mio obiettivo olimpico l’ho raggiunto, il gradino successivo a campione del mondo dopo

«LA RIVINCITA CON KLAEBO? NELLA SPRINT A SQUADRE»

FEDERICO PELLEGRINO

 ??  ?? Valtelline­se e Valdostano A sinistra Arianna Fontana, 27 anni, oro. A fianco Federico Pellegrino, 27 anni, argento
Valtelline­se e Valdostano A sinistra Arianna Fontana, 27 anni, oro. A fianco Federico Pellegrino, 27 anni, argento
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INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA) QUEI BENEDETTI 2 CENTESIMI E GLI ALTRI OBIETTIVI

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