Verratti torna al Bernabeu tra rivincite, timori e sogni: Modric avvisato
●L’azzurro ha un conto in sospeso con lo stadio del Real: già battuto con il Psg e umiliato in Nazionale, ha l’occasione per vincere il confronto con l’alter ego croato e riscattarsi
Ha un conto in sospeso con il Bernabeu Marco Verratti. Anzi due. Uno stadio maledetto dove si ripresenta circa 2 anni e mezzo dopo il primo appuntamento mancato, con il Psg. E poco più di 5 mesi dopo essere stato preso a schiaffi dalla Spagna, con la maglia azzurra addosso. Insomma, la supersfida di stasera è anche una sorta di rivincita personale per il centrocampista che si specchia poi nel confronto diretto con Luka Modric, nobile dirimpettaio a cui contendere lo scettro del regno di mezzo. Con in più quella venatura blaugrana nell’anima, residuo di un effimero capriccio di mercato estivo, che restituisce un retrogusto personale di «clasico» in casa del Real Madrid.
AZZARDO Insomma, non sarà un incontro galante per Verratti. Al limite un appuntamento al buio, visto che l’italiano non avrà Thiago Motta a coprirgli le spalle. L’intesa tra i due è spontanea da sempre, ma Emery ha deciso di negargli il partner ideale, lasciato a Parigi, per improvvisare magari con il fuori forma Diarra, innesto di gennaio. Scelta azzardata che può snaturare il gioco parigino e carica di maggiori responsabilità Verratti che nel novembre del 2015 in campo al Bernabeu ci rimase appena 17 minuti. Il tempo di subire un contrasto banale da Ronaldo. La caviglia che gira in modo anomalo e sipario anticipato su una gara poi vinta dal Real con rete di Nacho. Quella sera, l’azzurro andò direttamente in ospedale per constatare una lesione al legamento esterno della caviglia sinistra. Malanno che lo tenne fuori un mese.
AFFINITÀ Acqua passata. Ma pure un motivo in più per sviolinare le sue doti in un duello ravvicinato con l’alter ego del Real. Certo all’ombra di quello delle due star in attacco, ma non di meno cruciale tra due pedine fondamentali per il gioco.
Verratti e Modric, quasi gemelli per ruolo e qualità, ma diversi per casacca e sfumature tecniche. L’italiano magari gioca meno sul lungo (22 passaggi riusciti in profondità a 34 finora in Champions), ma è più efficiente nei filtranti (9-4) e in verticalizzazione (151-107). E se Modric dribbla (13-7) e crossa di più (5-2), Verratti distribuisce più passaggi (535-328) e recupera più palloni (40-30). Alla fine però le occasioni create si equivalgono: 7-5 per l’italiano che ha segnato un gol in più del croato (2).
DESTINO Quella di stasera è anche l’occasione ideale per l’azzurro per cancellare l’incubo vissuto il 3 settembre con la Nazionale, umiliata dalla Spagna con un 3-0 che di fatto compromise la corsa al Mondiale. Gara da cui «il fantasma Verratti» uscì con un 4,5 nella pagella Gazzetta, da peggiore in campo con Bonucci, Insigne e Buffon: «Travolto da un prevedibile destino di inferiorità». Destino da ribaltare, per dimostrare anche alla platea italiana che seguirà in tv la supersfida di essere davvero quel giocatore di rango che il Barça voleva assicurarsi a giugno per farne l’erede di Iniesta. Tentazione sfumata quando poi l’italiano capì che il club dell’emiro del Qatar puntava davvero al rilancio con gli acquisti record di Neymar e Mbappé. Il brasiliano a Parigi ha attirato su di sé tutto il peso mediatico e Verratti ha ritrovato una certa serenità, anche grazie alla seconda recente paternità. Tutto in regola quindi per non sbagliare il terzo rendez-vous al Bernabeu.