«Chicco ci credeva molto più di me Le nozze? Dovrò aspettare ancora»
● La fidanzata Laurent : «Lui sprintava, io tremavo» Il tecnico Chenetti: «Pellegrino corre, non scivola»
Gli angeli custodi di Federico Pellegrino sono l’allenatore e la fidanzata: il mago del fondo Sepp Chenetti e la sprinter Greta Laurent. Il cuore di Greta, le strategie di Sepp e viceversa: al servizio della testa e del talento di un valdostano che avrebbe voluto fare il calciatore ma che il padre, quando Chicco era un ragazzino, mise davanti a un bivio: scegli uno sport e non lo cambiare più. Purché lo facesse bene, anzi benissimo.
LA COMPAGNA La ama così tanto che ieri, finché Greta era in corsa, aveva trovato il tempo per andare a incitarla al solito posto lassù. «Poi io ero delusa — racconta la fidanzata — ma mi ha reso euforica. Ai Mondiali di Lathi sono esplosa in lacrime, qui mi tremavano le gambe e sono entrata nel parterre: se continua così, chissà quante volte dovrò tornare in pista. Eppure avevo paura del rettilineo finale, gli altri avversari sono più alti, invece Chicco mi ha stupito ancora. Di questa gara non parlava più di tanto, mi diceva “posso giocarmela ma c’è tanta concorrenza”. Lui voleva l’oro nella Team Sprint e dopo quest’argento si sarà gasato tantissimo, i compagni non vedono l’ora di gareggiare con lui». Chicco voleva farle vivere una notte indimenticabile, prima che Greta venerdì torni a Nus a preparare il finale di stagione. «Anche nel 2017 ero a casa, ma fece oro e argento». Le chiederà stavolta di sposarla? Chicco dice che non può pensarci subito dopo un argento olimpico: «È lui che deve chiedermelo, ma dice che dobbiamo aspettare ancora un po’ perché non siamo pronti. Però in primavera dovrà portarmi da qualche parte». Saranno sorprese, come il finale di gara: «Anche nel rettilineo mi ha sorpreso, ero col fisioterapista e Lucia Scardoni e loro erano sicuri “stai calma che ce la fa”, e io “aspettiamo”...». Ma insomma, com’è nel privato Chicco? «Mi aiuta tanto e riesce sempre a trovare una soluzione, ha sempre il piano B. Io sono più aggressiva con lui.
L’importante è che lui lo sia in pista. Il mio rilancio lo ha fatto star bene. Si merita tutto questo Chicco: oltre ad avere una grande testa, è preciso nel lavoro, sapeva di non essere il più forte ma voleva la medaglia. Klaebo è un fuoriclasse e vincerà tantissimo, Chicco dice “meno male che io ho già vinto se no con lui sarebbe stata più dura”».
IL MENTORE Pepp Chenetti
parte scherzando («Ha un buon allenatore!») poi aggiunge su Chicco: «È veloce come una molla e resistente come un fondista da lunghe distanze: lo dicono i parametri fisiologici. E ha una visione unica di gara, una capacità rara di focalizzarsi sull’obiettivo. Come ho fatto a trasformarlo in uno sprinter da tecnica classica? Sono 4 anni che lavoriamo proprio per un gesto mirato su una pista così. La sua non è una sciata, è una corsa: vedete come salta mentre sale? È il frutto di esercizi sulla corsa pendolare, diversa da quella di Klaebo che è circolare. Sul ripido sono tutti bravi a scivolare, ma di correre sugli sci no. Quando si riescono ad assimilare questi dettagli, si va forte: Chicco è bravissimo a distinguere tra scivolare e correre. Sto rivedendo in lui le frequenze di uno Hjelmeset,
di un Estil, grandi ex norvegesi». Come si fa ad allenare un perfezionista-esigente come lui? «Si fida ciecamente, gente come Di Centa, Piller Cottrer, Pittin si fida e quando si è convinti viene tutto più facile. Con Chicco è facile lavorare perché è convinto che il programma che gli propongo lo fa rendere tanto e lo tranquillizza. E poi, sul piano ha accelerazioni uniche, di gambe è più forte che di braccia e Klaebo è più vulnerabile a skating». Ora Chenetti ha solo un dubbio: chi mettergli a fianco per la team Sprint tl: Didi Noeckler, con cui Pellegrino ha conquistato due medaglie mondiali o Francesco de Fabiani, che sembra più in forma? «Non ci sono compagni fissi, valuteremo i più in forma. ragioniamo. È giusto avere dubbi e non essere cocciuti».