Hirscher primo oro: «Potrei andare a casa»
«Sssssht». Dice proprio così, Marcel Hirscher. Se si mettesse l’indice davanti alla bocca, somiglierebbe a quel calciatore che segna davanti alla curva dei tifosi avversari dopo essersi sorbito novanta minuti di insulti. Marcel il Grande ha una voglia di zittire tutti, di sentire se c’è ancora qualcuno che abbia qualcosa da dire sulla sua carriera, sulle sue 55 vittorie, sulle sei coppe del mondo, sui quattro ori mondiali, su quei numeri da fenomeno che però per molti non possono fare di lui il migliore, «perché non ha mai vinto un oro olimpico». «Non lo farò, ma ora potrei anche andarmene a casa — dice l’austriaco — perché ho ottenuto quello che volevo»
FATTORE VENTO Il vento che ha stravolto i primi giorni dell’Olimpiade ieri ha fatto un gran bel regalo a Hirscher: ha costretto gli organizzatori a ridurre la frazione di discesa, spostando la partenza allo start del superG. Da lì l’austriaco ha messo le basi al proprio oro, con una splendida prova veloce («la migliore discesa della mia vita») chiusa con un distacco minimo rispetto ai discesisti, attorno al secondo. Non immaginava, Hirscher, che nel pomeriggio il vento gli si sarebbe voltato contro: le folate si sarebbero trasformate in bufera proprio quando toccava a lui. «In quel momento mi sono chiesto: qualcuno mi sta prendendo in giro?». Subito Marcel ha domato le folate, è stato più veloce di 1/100 rispetto a Muffat-Jeandet, bronzo dietro al connazionale Pinturault, argento.
AZZURRI Le speranze degli azzurri si sono volatilizzate prima del via, quando si è saputo che la discesa sarebbe stata accorciata. «Mi sembra di non essere più all’altezza, almeno in queste condizioni — dirà Inner, 14° a fine gara —. Per un discesista che ama fare slalom, oggi era impossibile».