La Gazzetta dello Sport

Brignone gigante Tumolero 10.000 dal paese dei podi

● Senza strafare è terza dietro a Shiffrin e alla sorpresa Mowinckel Un’azzurra torna sul podio ai Giochi ben 16 anni dopo la Ceccarelli

- Stefano Arcobelli INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

Finalmente Federica, Shiffrin è 1a Il pattinator­e è di Roana, che ha già festeggiat­o l’oro di Fabris a Torino

LA GARA Le favorite Worley e Rebensburg a secco, delusione Moelgg, da prima a 8a

Bassino quinta, 11a Goggia: «Brava Fede, l’avevo vista in forma. Ora superG»

Dov’eravamo rimasti? A Nagano ‘98, altri Giochi tormentati dalle intemperie meteo. Federica Brignone non aveva ancora 8 anni, l’età in cui Mikaela Shiffrin cominciava a studiare per diventare una macchina di ori. Federica colma la ventennale attesa — era da quei Giochi giapponesi che le azzurre non salivano sul podio nella specialità, da Salt Lake 2002 che non andavano a medaglia in generale, le ultime Ceccarelli e Putzer oro e bronzo in superG — e costruisce a PyeongChan­g un bronzo da gigante. Un terzo posto nato nella prima manche e poi difeso. Fede non si perde come Manuela Moelgg (da 1a a 8a, col 23° tempo) e pur non essendo super è ordinata, trova il ritmo che neanche i dossi rallentano.

FAVORITE In un gigante in cui si perdono le due favorite Worley e Rebensburg, e salta di testa la Moelgg, davanti ad un bivio così cruciale, Federica con l‘adrenalina giusta, senza strafare per non rischiare errori, spingendo in modo regolare, si mostra tatticamen­te accorta e redditizia: le basta per salire sul podio, a 46/100 dal fenomeno Shiffrin, a soli 7/100 dall’argento della norvegese Mowinckel. Per Marta Bassino, quinta dopo la prima manche, c’è la conferma della posizione che segna il suo esordio olimpico. «Due manche regolari le sono bastate per andare a medaglia» con i compliment­i di Matteo Guadagnini. Ed è la svolta in carriera per questa Brignone che non poteva sbagliare più e dunque svolta per sempre. Con quali effetti? Lo vedremo prestissim­o nel superG in cui l’aspetta Sofia Goggia, che le manda altri compliment­i. La Goggia ha sbagliato alla nona porta della prima manche, ha commesso una «Goggiata» sul muro della seconda, per un 11° posto finale: «Per me è stata una Caporetto, Federica ha salvato la patria: pensavo ce l’avrebbe fatta perché nei giorni scorsi la vedevo molto in palla, attenta ai dettagli. Se l’è costruita bene questa medaglia. Ora tocca a me: l’Olimpiade è one shot, mi sto focalizzan­do sul gesto tecnico, il gigante mi è servito per provare gli appoggi. Mi piace di più la discesa, ma sono più competitiv­a nel superG». Specialità in cui la Brignone proverà a dire al sua, ora che ha raggiunto la prima missione. Come Sofia, il vero nuovo corso di Federica è sembrato dipendere da una testa diversa che «non deve correre qua e là inutilment­e».

TESTA E la Shiffrin, dopo l’oro in slalom di quattro anni fa a Sochi, si prende anche il titolo di gigante, specialità che ama e odia. Per rubare la scena a Lindsey Vonn ha deciso di staccare con i socials, di isolarsi per cercare quella cinquina d’oro che progetta dai Giochi russi.

Ma la tricampion­essa mondiale di slalom e regina delle prove tecniche (già 41 vittorie a nemmeno 23 anni) sarà sfidata ora da una Brignone finalmente capace di dimostrare anche a livello olimpico tutto il suo talento. «E’ stato tutto pazzesco finora, ma il successo rende tutto più dolce» dirà l’americana, che approfitta della resa della Moelgg e che non sbaglia, con la sua sciata aggressiva. E mentre maturava l’ultimo dramma di Manuela, Federica grazie a un miglior tempo nel finale, lasciava di legno la tedesca Rebensburg per 12 fondamenta­li centesimi.

SALTO DI QUALITÀ La Brignone del gigante è già stata vice campioness­a mondiale a Garmisch 2011: da quel trampolino iridato passa a questo trampolino olimpico che potrebbe aprirle nuovi varchi. Grazie alla continuità raggiunta dal gennaio 2017, dalla vittoria di Plan de Corones che sembra aver cambiato tutto. La sicurezza che le infonderà questa medaglia sarà la chiave per capire fin dove potrà spingersi questa Federica che ha nella Shiffrin un’avversaria che ha già mostrato di poter battere, come nel gigante di Lienz di fine anno scorso. La Brignone porta la prima medaglia, diventa subito punto di riferiment­o e motiva doppiament­e la stessa Goggia. Dopo due esperienze olimpiche finite tra le lacrime, Fede si è presa subito la scena con un bronzo per ripartire di slancio. Brignone orgoglio d’Italia. Un’altra Federica gigante.

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Federica Brignone

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