Ilicic accende l’entusiasmo poi sbuca Batshuayi Ma è una Dea che incanta
Grande prova dell’Atalanta contro il fortissimo Borussia. Nei conti finali manca pure un rigore. Gasperini: «Così fa male, ma possiamo farcela»
La bella sconfitta dell’Atalanta. C’è modo e modo di perdere e la Dea ha scelto la maniera migliore. Se l’è giocata a viso aperto contro la corazzata Borussia Dortmund. Qualche titubanza all’inizio, poi i primi strepitosi 15-20’ della ripresa, coi tedeschi all’angolo e storditi da tanta personalità. Alla lunga però i borussiani hanno fatto valere la superiore cifra tecnica. È entrato Götze per Reus e l’Atalanta è stata ricacciata indietro. Götze, l’uomo che ha deciso la finale del Mondiale 2014, ha innescato per due volte Batshuayi, l’ultima nel recupero, a pochi metri dal traguardo, e il belga-congolese si è confermato un centravanti alla Drogba: potente, debordante, decisivo. Cinque gol di «Batsman» in tre partite con la maglia giallonera. Forse fischieranno le orecchie a Conte, che lo aveva con sé al Chelsea e che lo ha lasciato andare via per prendersi Giroud. Nulla è perduto, cara Atalanta. A Reggio Emilia, giovedì prossimo, andrà in scena un gran bel ritorno.
ARBITRO Stefanski (Polonia) NOTE Spettatori 62.500. Tiri in porta 6-4. Tiri fuori 3-3. Angoli 5-4. In fuorigioco 1-3. Rec: p,t, 2’, s,t, 4’ PRIMO TEMPO Il Borussia si è presentato con una variante tecnico-tattica che ha creato iniziali fastidi. Stöger ha piazzato Reus sulla trequarti, dietro Batshuayi centravanti e con Pulisic e Schürrle larghi sulle fasce: 4-2-3-1 e non 4-3-3. La mossa Reus ha avuto come effetto lo schiacciamento di De Roon verso il basso e l’indietreggiamento di Cristante, per cui, specie in avvio, il classico 3-4-1-2 appariva formale, in realtà il centrocampo si rimodulava 1-4 se non proprio a cinque. Sul loro centro-sinistra avanzato i borussiani hanno creato una specie di triangolo delle Bermuda in cui Reus e Schürrle si intendevano e si cercavano. Lì il Borussia si è insinuato e ha tolto sicumera all’Atalanta, l’ha costretta a guardarsi dentro, ne ha tirato fuori certe paure nascoste. Il gol, però, è arrivato su una ripartenza da «costa a costa», cosa che può sembrare paradossale col vecchio metro del calcio italiano, ma che va messa in conto nel calcio-guerriglia di Gasperini. Freuler ha perso palla in avanti, se l’è fatta rubare da Batshuayi che ha orchestrato il contropiede. Il pallone è poi arrivato a Piszczek sulla destra e il polacco l’ha imbucato in mezzo. Hateboer e Toloi non hanno letto la situazione, Schürrle si è infilato tra le pieghe del loro indecisionismo e in scivolata, solo soletto, ha battuto Berisha. Peccato, perché l’Atalanta non era dispiaciuta, qualche grattacapo a Bürki l’aveva procurato, ma a questi livelli basta una svista banale, una palla persa, per accedere incendi e restare intossicati dal fumo.
SECONDO TEMPO I primi venti minuti atalantini della seconda frazione rimarranno a lungo
impressi nella memoria. È raro vedere una squadra italiana così padrona a casa d’altri e che casa, per di più. Quindici-venti minuti pazzeschi, in cui l’Atalanta ha aggredito, morsicato, fiammeggiato. Forse c’è stata sottovalutazione da parte dei gialloneri, di sicuro i «gasperiniani» hanno giocato come siamo abituati a vederli giocare in Serie A. Senza paura, con irriverenza, e col 34-1-2 tutto spinta e verticalità. In tribuna ammirati commenti dei tedeschi, la parola «Atalanta» correva di bocca in bocca con rispetto. La Dea ha raccolto il giusto premio a tanta superiorità, la doppietta di Ilicic ha provocato il ribaltone di risultato: 1-2, tutto pareva possibile. A quel punto però il Borussia ha calato l’asso Götze e il match è rigirato nell’altro verso. L’Atalanta si è ritratta, del resto era impensabile che potesse prolungare fino al 90’ e oltre quei venti minuti da sogno. IL RISVEGLIO Brusco ritorno alla realtà. Il neo-entrato Götze si è trasformato nel motorino d’accensione di Batshuayi, l’Atalanta si è via via abbassata. Al 17’ è entrato il campione del mondo, al 20’ Batsuhayi ha pareggiato, rete nata da cincischiamento da Toloi, e il vento è cambiato. Il 31’ del secondo tempo è stato un altro minuto decisivo: Gasperini ha tolto Gomez per immettere Gosens e rinforzare gli argini, specie a sinistra, dove Götze faceva largo uso di creatività. Difesa a cinque. A quel punto l’Atalanta è rinculata, anche se ha avuto la forza di prodursi in una ripartenza che ha spedito al tiro Masiello, un difensore: il che spiega bene di quali estremismi sia capace l’Atalanta. Il secondo «Bats-gol» ha lasciato la bocca amara, ma il 3-2 è rimediabile e il coraggio dell’Iduna conforta. Il ritorno si profila aperto, tutto può ancora essere.
LA CHIAVE Segnali confortanti in vista del ritorno: l’Atalanta è bella e può passare il turno
Indimenticabili i primi 20 minuti della ripresa. Pagata però qualche svista