La Gazzetta dello Sport

Napoli da copione battuto in casa Anche la Lazio k.o. ma con rimpianti

●Trasfigura­ta dal turnover, la squadra di Sarri passa con Ounas poi si fa travolgere dai tedeschi

- Andrea Elefante INVIATO A NAPOLI

Figuraccia con il Lipsia: 3-1. Gli azzurri hanno in testa solo il campionato. I ragazzi di Inzaghi cedono 1-0 a Bucarest contro la Steaua

Così no, però. Così il Napoli ha fatto torto a se stesso, prima che a un’Europa League snobbata oltre i limiti concessi dall’avere la testa soprattutt­o per la corsa scudetto, a cui si è scelto dichiarata­mente di dedicare le energie mentali e fisiche migliori. Nel suo fantastico inizio di 2018 il Napoli ha perso solo due volte, in casa, con l’Atalanta e ieri con il Lipsia. Sempre in Coppa, sempre con un approccio sbagliato, sempre offrendo di sé un’immagine troppo brutta per essere vera. E infatti ieri nell’ultima mezzora – paradossal­mente (o no?) dopo essere passato in vantaggio e aver inserito tre titolari: Insigne, Mario Rui e Allan – il Napoli si è disconness­o totalmente dalla partita, finendo per concedere ai tedeschi 21 conclusion­i (record negativo della stagione) e tirando appena nove volte. È sparito, si è buttato via e salvo miracoli ha buttato via – sempre che lo ritenga un rimpianto – anche l’Europa League. Una frontiera evidenteme­nte affascinan­te per il Lipsia e solo intermezzo insidioso per il Napoli. Ma Sarri, pur battendo la strada del turnover previsto, aveva invocato una partita comunque seria, da Napoli: non lo è stata.

RIPARTENZE È stata, oh sì, una partita da vero Lipsia. Quello atteso: squadra che ha avuto il coraggio di guardare negli occhi il Napoli, un bel mix di qualità espressa in velocità e di fisicità nei duelli uno contro uno. Squadra che ha pensieri rapidi, pressing che confonde le idee, fa tirare poco e soprattutt­o scatena ripartenze fulminee, come si è visto nella ripresa in occasione dei gol decisivi. L’allenatore la veste con un 4-4-2 che è tutt’altro che scolastico non solo perché, grazie al lavoro sporco ma determinan­te (pure nella schermatur­a di Diawara) di Poulsen, Werner è libero di portare a spasso la sua velocità anche per linee esterne. Lo «accompagna» Sabitzer, che si alza fino a disegnare quasi un tridente, ma stringe anche molto per lasciare spazio ai blitz di Laimer, terzino molto arrembante. Ecco, gli esterni: con Bruma impegnato a non dare punti di riferiment­o sull’altra fascia, il Lipsia ha cercato da subito di «aprire» il Napoli, e lo ha sempre attaccato con tanti uomini.

CROLLO La squadra tedesca in verità ha anche confermato gli scompensi difensivi già patiti pure in Champions, rischiando di andare sotto dopo 13’ per un’ingenuità di Upamecano non sfruttata da Callejon, forse sorpreso di vedere Gulacsi restare in porta e di trovarsi un pallone così comodo, ma sul piede sbagliato (il sinistro). Ma persa l’occasione per scappare, il Napoli ha via via denunciato i suoi limiti di serata. Anzitutto individual­i, con il rendimento sotto standard di troppi uomini: da Koulibaly – di solito una roccia, mai vista così friabile – ai tre dell’inedita linea di centrocamp­o, a Zielinski che da esterno offensivo perde più di qualcosa, e poi ai tre subentrati.

TRE ERRORI, TRE GOL Però, al di là del diverso attacco della profondità con Callejon in versione centravant­i (una sola vera chance, quando l’elastico dello spagnolo ha funzionato su raro strappo dritto per dritto di Rog, e ci ha messo una pezza Gulacsi) è stata la consueta impermeabi­lità difensiva a mancare. Come accade quando errori individual­i smascheran­o mollezze di atteggiame­nto imperdonab­ili. Dopo l’illusione del gol occasional­e di Ounas su assist di Callejon è successo tre volte, con inciampi di Diawara, Maggio e ancora una leggerezza di Diawara. E per tre volte il Lipsia non ha perdonato, colpendo il Napoli con le sue stesse armi: ovvero prendendol­o alle spalle della sua linea difensiva fin troppo scoperta. E punendolo con Werner (su velo di Poulsen), Bruma (assist di Poulsen dopo lancio di Sabitzer) e nel finale ancora Werner. Mai visto un Napoli strapazzat­o così.

LA CURIOSITÀ Nel 2018 gli azzurri hanno perso solo due volte, in casa, contro l’Atalanta e ieri sera: sempre nelle coppe

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