La Gazzetta dello Sport

Strootman «Vincere con la Roma è difficile»

●«Qui non è il Napoli o la Juve Resto? Magari vogliono i soldi...»

- Davide Stoppini ROMA

Parla come gioca, Kevin Strootman. Lo vedi così in campo, dritto per dritto, pallone o avversario, lungo quel binario da cui mai esce per un dribbling o uno svolazzo per il pubblico. E sì che un dribbling sarebbe stato utile alla Roma ieri, dentro un’intervista che l’olandese ha usato per tratteggia­re il suo momento e probabilme­nte il sentimento di tutto lo spogliatoi­o. C’è una società che fa una fatica matta – l’ultimo a metterci la faccia è stato due giorni fa il d.s. Monchi, in diretta tv – per spiegare le proprie strategie, per ragionare intorno ai principi di un fair play finanziari­o che vale per tutti. Vale all’estero, in Italia anche per la Juventus, anche a Torino cedono i giocatori: quante volte i dirigenti della Roma hanno ripetuto questo concetto. Ecco, di là invece c’è un calciatore che racconta: «Monchi parla di progetto vincente? Per la Roma è difficile, non è un club che compra solamente i giocatori – ha spiegato Strootman a Sky –. Ogni tanto la società deve cedere, in questo non siamo come Napoli e Juventus che non devono vendere per forza. Noi invece abbiamo perso Salah, Rudiger, Paredes, Pjanic e Benatia. Certo, ho fiducia in Monchi e Pallotta, hanno sempre costruito squadre forti e anche in futuro sarà così. Ma qui è una cosa diversa rispetto ad altri club in Italia».

DUBBI È tutta qui, in questa asimmetria tra i ragionamen­ti della proprietà e dei suoi stessi giocatori la grande difficoltà della Roma. Naturale raccontare come a Trigoria le parole di Strootman non abbiano fatto troppo piacere, a maggior ragione dopo un periodo di evidente difficoltà vissuto dal gruppo di Di Francesco durante il mese di gennaio, difficoltà di cui (forse) le parole stesse dell’olandese sono espression­e. E anche in virtù dei risultati che – raccontano a Trigoria – hanno visto la Roma davanti al Napoli in tre degli ultimi quattro campionati. Le voci su Nainggolan prima e Dzeko poi hanno complicato la vita alla squadra, questo lo ha fatto capire lo stesso Di Francesco. E allora che poi Strootman abbia dubbi sul proprio futuro, in fondo, passa anche in secondo piano: «Ho rinnovato (fino al 2022, ndr) per restare qui a lungo, ho profonda riconoscen­za verso un club che mi ha aspettato dopo tre operazioni. La clausola da 45 milioni? Nel calcio non si sa mai, forse la Roma preferireb­be i soldi alla mia permanenza, oppure un altro giocatore: non si può sapere». Concetto che alla Roma vale per tutti, benintesi. Strootman, ad esempio, potrebbe far parte di quel piano alternativ­o di cessioni da parte del club per evitare l’addio di Alisson.

MENO FORTI Di sicuro l’olandese non vive una stagione felice, il rendimento rispetto alla scorsa stagione è sceso. Come quello della Roma tutta: «Napoli e Juventus sono più forti di noi, questo è sicuro – ancora il centrocamp­ista ex Psv –. Peccato non essere rimasti in scia, noi non siamo competitiv­i per lottare con loro. Ma una squadra come la Roma deve giocare la Champions League. Puntiamo al terzo posto, altrimenti andrà bene anche il quarto». Che nella pratica sia la stessa cosa è vero, che non sia un esempio di mentalità vincente associare una terza a una quarta posizione lo è però altrettant­o. E non sarà certamente sfuggito a Trigoria.

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LAPRESSE L’olandese Kevin Strootman, 28 anni

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