Arriva il Bari balla Castrovilli «Quanti ricordi La A un sogno»
●Il trequartista della Cremonese sfida il suo passato. E la Fiorentina lo aspetta
El Castro vuol far ballare la Cremonese a ritmo playoff. «Se dovessi segnare stasera, però non esulterei. Sono troppo legato al Bari e resto un tifoso biancorosso: spero possano tornare in Serie A. Con l’Empoli è la squadra che gioca meglio». Al cuor non si comanda, verrebbe da dire. Gaetano Castrovilli sfida un pezzo della sua vita: dieci anni nel settore giovanile del club pugliese, con tanto di esordio in B a soli 18 anni (Spezia-Bari del maggio 2015) prima di essere acquistato dalla Fiorentina. Un blitz di Pantaleo Corvino che anticipò la Roma dodici mesi fa, versando quasi 1,5 milioni per vestirlo di viola.
BAILA Quest’anno a Cremona l’esplosione, da trequartista nel 4-3-1-2 di Tesser: «È il mio primo anno vero da professionista. Devo tanto al mister che mi sta facendo crescere moltissimo dal punto di vista tattico. In allenamento spesso ferma il gioco per spiegarmi i movimenti da fare tra le linee. È un vero insegnante di calcio». Alla prima allo Zini è andato subito a segno contro l’Avellino. Da quel 3 settembre solo assist e niente più reti. Un’attesa che Castrovilli vorrebbe spezzare con un’esultanza speciale: «Amo ballare e sono pronto a scatenarmi nelle danze dopo il gol». D’altronde i suoi balletti reggaeton sono virali sui social: «Appena sento la musica, non riesco a resistere e ballo. Nello spogliatoio si sono abituati, anzi, mi incitano a provare nuove mosse». Da bambino Gaetano aveva studiato danza classica: «A 7 anni l’ho fatta per un annetto, poi essendo l’unico maschietto ho preferito smettere». E così, complice il dolore per la morte di nonno Gaetano, è scoppiato l’amore per il pallone: «Ho iniziato con le partitelle per strada con gli amici e nella scuola calcio di Minervino Murge, ma dopo la sua scomparsa ho deciso che sarei diventato un calciatore del Bari di cui nonno era tifosissimo. A 9 anni e mezzo ho fatto un provino per i biancorossi. C’era Antonello Ippedico che ha deciso di prendermi, nonostante mi fossi presentato con la maglietta del Barcellona di Ronaldinho. Impazzivo per lui e Kakà». Etichettato da subito come predestinato, la strada non è sempre stata in discesa per Castrovilli, a un passo dal gettare la spugna: «Avevo 12 anni e non riuscivo a reggere gli impegni. Al mattino la scuola e al pomeriggio 160 chilometri per allenarmi. Se non fosse stato per mio zio Nimbo che mi accompagnava tutti i giorni al campo e i sacrifici dei miei genitori, probabilmente avrei smesso. Loro e mister Caffaro invece mi hanno dato la forza di continuare: non volevo deluderli».
FUTURO VIOLA Antognoni lo ha definito il futuro numero 10 della Fiorentina e Corvino continua a tenerlo d’occhio: «Fa piacere leggere e sentire questi apprezzamenti, ovviamente giocare in A con la Fiorentina resta il mio sogno, ma al momento penso solo alla Cremo. Dobbiamo salvarci». Diplomatico nelle dichiarazioni, quanto spumeggiante quando ha la palla tra i piedi. Anche il soprannome El Castro fa pensare a giocate estrose: «Me l’ha dato al Bari un magazziniere. Avevo la cresta alla El Shaarawy e hanno iniziato a chiamarmi così. Mi piace molto, così è diventato il mio nickname su Instagram». Castrovilli compirà 21 anni domani. I genitori (papà Mario e mamma Michelina) e la fidanzata Gabriella l’hanno raggiunto a Cremona e saranno allo Zini per incitarlo. Prima di festeggiare, però, c’è il vecchio amore Bari da affrontare e provare a battere per regalarsi tre punti pesanti in chiave playoff. Per 90 minuti Gaetano non ascolterà il suo cuore.