Pinato, via la iella Venezia e Inzaghi hanno il jolly in più
Per rialzarsi, bisogna cadere. Forza d’animo e carattere non mancano a Marco Pinato, 23enne di Monza, che sta vivendo una nuova primavera nel Venezia di Inzaghi. Il tecnico ha fortemente voluto Pinato la scorsa estate in laguna, nonostante l’ennesima stagione da dimenticare a Latina, complice il grave infortunio al ginocchio. Inzaghi aveva avuto modo di allenare e conoscere Pinato nelle giovanili del Milan, con il quale aveva condiviso il trionfo nel Viareggio di 4 anni fa. Lasciata la casa rossonera, sembrava che il destino si fosse accanito contro Pinato («Può ricoprire i tre ruoli a sinistra, sa fare la fascia interamente», lo presentò a luglio Inzaghi il giorno del raduno), figlio d’arte, con il papà Davide portiere di Monza, Milan, Piacenza, Atalanta e Sampdoria. Sei presenze con il Vicenza, dieci con il Latina, poi il faccia a faccia con gli infortuni. Eppure Inzaghi si è ricordato del suo pupillo, arrivato dal Latina insieme a Bruscagin, ha avuto pazienza e poi lo ha lanciato nella mischia. Ottenendo le risposte auspicate: gol con il Carpi dopo 20’ dal suo ingresso, stilettata a Brescia, poi il guizzo sabato a La Spezia. Tre reti e altrettanti assist, come la verticalizzazione che lanciò in gol Moreo contro l’Empoli, ma anche Zigoni (a Foggia) e Firenze (a Salerno) devono ringraziarlo. Rendimento alle stelle per Pinato, dopo lo spavento di Salerno («Ho avuto paura per il ginocchio, ma ha tenuto», sospirò memore dei tanti infortuni in carriera). Inzaghi ha ritrovato il suo incursore, polmoni da mezzala, ma anche uomo-assist e finalizzatore.