La Gazzetta dello Sport

Dalle lezioni di Palacio agli stenti con Zeman Capello oro di Padova

- Andrea Moretto PADOVA

Ritorno al futuro, parte quarta. Chiedere per informazio­ni ad Alessandro Capello, attaccante del Padova capolista del girone B. Il giocatore, classe 1995, nato a Bologna e cresciuto nelle giovanili della sua città, era considerat­o qualche anno fa una promessa del calcio italiano, un predestina­to, tanto che il passaggio dalla società felsinea all’Inter era stato milionario.

GAVETTA Con i nerazzurri Capello aveva fatto tutta la preparazio­ne estiva, con tanto di tournée americana, sotto l’occhio attento di Mazzarri: si allenava con i grandi campioni come Zanetti e Milito, guardava e imparava, Capello, che come tutor per i consigli poteva contare su Palacio. Niente convocazio­ni in campionato o Coppa però, solo la Primavera e i primi gol. Poco importa, come oggi, che venisse schierato trequartis­ta o seconda punta. L’anno dopo, nel 2013, passa al Cagliari di Zeman, che lo vede meglio nel ruolo di mezz’ala sinistra. In sei mesi gioca poco, lo Squalo, soprannomi­nato così dai tempi degli Allievi del Bologna (ancora adesso ne mima le movenze dopo i gol). Inizia il suo giro d’Italia: Varese, Prato e Olbia. Il d.g. del Padova, Giorgio Zamuner, lo vuole fortemente per il progetto impostato con Bisoli e l’estate scorsa va a bussare alla porta del Cagliari, società proprietar­ia del cartellino. E la storia di Capello ora sta prendendo le sembianze di una favola, sotto il segno del numero 12: come il giorno e mese di nascita (12 dicembre), come la numerazion­e del suo unico tatuaggio, 12 come il 2012 anno dell’esordio in Coppa Italia con il Bologna e infine 12 come il prossimo traguardo da superare.

FUTURO Dopo la doppietta realizzata a Santarcang­elo sono diventati, infatti, 11 i gol segnati con il Padova, eguagliato il record personale di Prato. Manca poco per sorpassarl­o, lui che agile, veloce e con il fiuto del gol a qualcuno a Padova ha ricordato un altro Alessandro, quel Del Piero lanciato verso la Serie A, nei primi anni 90, proprio nella squadra veneta. Capello però è umile e con il tempo ha imparato che i sogni vanno costruiti su basi solide: «Sto facendo la mia stagione migliore – dice – non mi era mai capitato di essere in testa. Da parte mia la volontà è quella di aiutare la squadra, soprattutt­o in questo finale del campionato». C’è appena il tempo, insomma, per salire sulla macchina del tempo e viaggiare con Capello, tra gol ed effetti speciali: tutte le reti sono sempre state dedicate alla famiglia, la prossima, quella del futuro, chissà per chi sarà...

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LAPRESSE Alessandro Capello, 22 anni, attaccante del Padova capolista

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