La Gazzetta dello Sport

NOTTAMBULI DELLO SCI CONTENTI A METÀ

- Di FAUSTO NARDUCCI

Inottambul­i dello sci forse sono rimasti con l’amaro in bocca, non solo per i caffè senza zucchero con cui hanno cercato di arrivare all’alba. Il dolce dovevano portarlo le due gare di sci alpino che l’altalena dei rinvii ha finito per programmar­e in contempora­nea nel mercoledì notte (giovedì mattina in Corea) da leoni con gigantiste e discesisti nei panni delle belve azzurre. Mentre si dileguavan­o i sogni di podio di Manuela Moelgg e Dominik Paris, alla fine ci è rimasto in mano il bronzo di Federica Brignone che è il giusto prolungame­nto della nostra tradizione olimpica femminile, visto che a inquadrarl­o c’erano due belle famiglie azzurre. Quella vera rappresent­ata sul posto da mamma Ninna — che a Lake Placid aveva fallito il podio dello slalom per soli 3 centesimi — e dal fratello Davide; quella tv con Daniela Ceccarelli e Karen Putzer a commentare l’impresa per Rai ed Eurosport in veste di medagliate di Salt Lake 2002 (oro e bronzo superG).

Una medaglia che arriva dopo un digiuno olimpico di 20 anni esatti nella specialità (dall’oro della Compagnoni a Nagano ‘98) avrebbe dovuto riempirci la pancia, ma in realtà non ci ha saziato del tutto, dopo le imprese delle nostre gigantiste in tutta la stagione. Così come era lecito sognare qualcosa di meglio della medaglia di legno di Paris dopo la vittoria di dicembre a Bormio. Finire dietro a tre fuoriclass­e come Svindal, Jansrud e Feuz addolcisce quel pizzico di delusione con cui il simpatico Domme si è giocato ieri notte in superG l’ultima possibilit­à per lasciare il segno nel medagliere olimpico. Così come noi ieri a ora di pranzo abbiamo potuto liberare quell’urlo che ci era rimasto in gola grazie all’insperato bronzo di Nicola Tumolero nei 10.000 metri della pista lunga: che ce l’abbia consegnato il mito della specialità Sven Kramer con il suo imprevedib­ile crollo nella serie finale ha però un rovescio della medaglia. Accresce il rammarico di non aver potuto assistere in diretta tv alle fasi concitanti che hanno alternato l’insperata gioia degli italiani alla beffa degli olandesi. Ma quella della tv è un’altra storia.

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