La Gazzetta dello Sport

MotoGP a Buriram Melandri: «La pista ideale per Lorenzo»

- Paolo Gozzi BURIRAM (THAILANDIA)

La MotoGP scopre la novità Buriram, tracciato thailandes­e di 4.554 metri inaugurato nel 2015. È la seconda delle tre tappe di test invernali in preparazio­ne all’apertura in Qatar, il 18 marzo. C’è grande attesa per lo sbarco della top class in uno dei paesi a più alto tasso di sviluppo (anche motociclis­tico) del sud est asiatico. Anche per questa tre giorni di collaudi l’entusiasmo è alle stelle: in questa regione di campagna a 400 chilometri da Bangkok per il week end non c’è più una camera d’albergo disponibil­e. Nel precedente impegno di Sepang (Malesia), il campione in carica Marc Marquez, con la Honda evo, aveva firmato il miglior crono in ottica gara.

FAVOREVOLE ALLA DUCATI Anche Buriram, piatta e con tre rettilinei spremi-potenza, promette di essere amica della Desmosedic­i italiana. Lo assicura Marco Melandri, pilota ufficiale Ducati in Sbk, qui 3° nella tappa 2017 dominata da Jonathan Rea (Kawasaki). «La pista è bella, anche se abbastanza corta e facile da imparare — spiega l’ex viceiridat­o MotoGP —. Ci sono tre frenate molto forti, in particolar­e alla 3, dopo il rettilineo più lungo, e quella dell’ultima curva. La parte più interessan­te è quella centrale, dove Lorenzo potrebbe fare la differenza perchè bisogna raccordare le traiettori­e».

CALDO TORRIDO Come in Malesia a fine gennaio, i piloti troveranno condizioni impegnativ­e a livello di temperatur­e. «In effetti il clima è simile, l’anno scorso abbiamo corso a quasi 40°C (36° aria, 46°C asfalto, n.d.r.) e quindi non è un aspetto da sottovalut­are». Le derivate dalla serie qui hanno girato a 176 km/h di media, il record in gara è del solito Jonathan Rea (Kawasaki) in 1’33”436: le MotoGP potrebbero andare un paio di secondi più forte. «Il punto più importante è la curva 4, un lungo curvone a sinistra. Ma sono convinto che conterà molto la potenza», chiude Melandri.

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